Se l’America ha avuto Debbie Harry come reginetta del punk la nostra è stata (e lo è ancora), sicuramente, Donatella Rettore. A Sanremo 2022 tra un Massimo Ranieri splendente in formaldeide e un Achille Lauro stanco perché già di ritorno da tutto, c’è lei, la donna che ha titillato per tutti gli anni ’80 (e non solo) la fantasia di milioni di persone. Più che legata al Festival, la Rettore deve molto a manifestazioni sonore che non esistono più come Festivalbar (sic) e il Cantagiro, oltre che ad artisti noti come Gino Paoli e Lucio Dalla. In gara con la 24enne Ditonellapiaga, ieri ha presentato il brano Chimica piazzandosi settima nella classifica generale alla fine della seconda serata.
Indipendentemente che vi piaccia o meno il brano state certi che diventerà uno dei tormentoni dell’estate. Lo è già, come lo è sempre stata Donatella partendo dai suoi look glam rock - con buona pace di Achille Lauro che già sa di stantio -. Ѐ come una dittatrice ma in veste buona, riesce a fare leva sulla fantasia dei più giovani che già accostano il suo aspetto, così come la sua attitudine, all’immaginario di Euphoria (la serie di successo teen drama della HBO). Donatella Rettore in questo modo fende trasversalmente in pubblico ammiccando ai suoi coetanei nostalgici, e facendo proseliti tra gli adolescenti che, come i russi, fanno di Sanremo un vero e proprio feticcio in coppia con l’Eurovision.
L’esibizione è stata travolgente e avrebbe tranquillamente funzionato, scusaci Margherita Carducci (Ditonellapiaga), anche senza il featuring, ciononostante sarebbe ingiusto negare la “chimica” tra le due e il bell’entusiasmo di Ditonellapiaga, soprattutto perché era venato da una certa commozione per il solo fatto di essere su quel famoso palco.
A quasi cinquant’anni dalla prima esibizione (era il 1974) l’autrice di Lamette mantiene senza fatica uno spirito adolescenziale, anarchico, una vera enfant terrible che ancora può dare lezione ai giovani (basti pensare al suo stile eterogeneo in cui rientrava anche la musica Ska), quegli stessi giovani che sembrano prendersi troppo sul serio e caracollare, in modo goffo, dietro ai grandi ripetendo per la seconda volta la storia, ma con meno tragedia e più commedia.
Chimica è un dignitosissimo pezzo pop dai doppi giochi linguistici (tipici della Rettore che amiamo), e come ogni canzone pop è una promessa adolescenziale, una divertentissima consolazione dalla pesantezza della vita e dalle pose intellettuali in cui spesso cade Sanremo.
Non sappiamo se il duo Rettore/Ditonellapiaga riuscirà a rimanere nella top 10 della classifica, soprattutto perché stamattina sono uscite delle stories su Instagram in cui si fa un parallelismo tra il brano presentato a Sanremo e quello dell’artista Hermit G., ma ciò che è sicuro è che la musica pop ha inventato i giovani e Donatella Rettore continua a reinventarsi, e noi con lei.