Il Festival di Sanremo è il suo sogno sin da bambino, quando folgorato dall'immagine di "Mimmo" Modugno - che cantava nel Blu dipinto di blu (1958) - si accende in lui la sacra scintilla del palcoscenico. Palcoscenico, quello dell'Ariston (nello specifico) che Gianni Morandi ha calcato a più riprese, come cantante (e anche vincitore con Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi) e anche co-conduttore (nonché direttore artistico) e ospite. Quest'anno torna ancora una volta in gara, dove festeggia due anniversari tondi tondi, ossia i 60 anni di carriera – con il 45 giri Andavo a 100 all'ora - e i 50 anni esatti dal battesimo in Riviera, con Vado a lavorare.
L'eterno ragazzo della musica italiana, in collegamento dalla sua Bologna, per la ripartenza dello spettacolo "Stasera gioco in casa" (interrotto a febbraio del 2020, causa Covid), si concede alle domande dei giornalisti - via Zoom - per presentare Apri tutte le porte, canzone che porterà al 72° Festival della canzone italiana. È un Morandi allegro e dal sorriso inconfondibile quello che incontriamo a meno di due settimane dalla kermesse. Ha voglia di intrattenere e videochiama anche Lorenzo Jovanotti, suo compagno d'avventura - in veste d'autore - che si unisce alla conferenza stampa per qualche minuto, confermando il suo affetto e stima per il cantante di Monghidoro, raccontando di averlo chiamato subito ai tempi del grave incidente alla mano (risalente a qualche mese fa).
Proprio da quella chiamata è poi partito tutto. Dapprima il brano L'allegria, il cui video è stato girato nel Ranch di Tavullia di Valentino Rossi (guest star della clip insieme a Lorenzo) e poi l'idea di fare ritorno sul palco di Sanremo come concorrente, a 22 anni dall'ultima. Morandi assicura che l'obiettivo di Apri tutte le porte è conquistare il gradimento del pubblico, senza badare troppo alla classifica finale. "Potrei arrivare anche ultimo o penultimo, cosa cambierà nella mia vita? È solo un episodio. Forse un tempo temevamo che l'eliminazione dalla gara ci avrebbe portati a non fare più concerti, ma ormai non è più così. Un grande artista può venire tranquillamente in gara, come qualche anno fa ha fatto Fiorella Mannoia, facendo molto bene".
Proprio con la Mannoia, Gianni apre poi una riflessione sulla prima direttrice artistica del Festival. Insomma a Sanremo non è mai stata una donna. "Laura Pausini saprebbe organizzare il Festival e scegliere le canzoni, così come Fiorella o Elisa (in gara con lui quest'anno)". E suggerisce: "Perché non Mara Maionchi? Se vuole può fare tutto, conosce la musica. Pensate che non saprebbe organizzarlo?".
D'altronde per il cantante bolognese le donne sono migliori degli uomini in tutto e per tutto. Anche per il Quirinale, infatti, sogna una donna Presidente, e pensa alla Casellati o alla Cartabia. La sua canzone sanremese, che "di speranza" parla, non calma però la sana ansia pre - Festival. "La tremarella viene anche a me, quei cinque minuti prima già li immagino", confessa. "Sanremo è così, forse i ragazzi di 18, 20 anni sentono meno la tensione. Io so invece che quello è un momento importante. Spero che ci sia mia moglie lì vicino a darmi una spinta".
E confida in seguito: "Mi sto preparando cantando il brano, ha ritmi interni, parole che si incrociano tra loro". Un pezzo difficile da cantare, insomma, ma Gianni - che oggi ha qualche difficoltà a suonare la chitarra, per via dell'incidente - non demorde affatto. D'altra parte è pressoché impossibile placare la vitalità di Morandi - pasticcio dell'inedito a parte (finito sui social per pochi secondi) - che anticipa di una possibile tournée a tre (più volte ventilata) con Al Bano e Massimo Ranieri, suo eterno rivale a Canzonissima e ancora rivale in questa edizione del Festival, dove si scontrerà anche con un altro tostissimo avversario, alias suo nipote Paolo (figlio di Marianna e Biagio Antonacci), autore per Tananai, uno dei tre giovani ammessi tra i Big. Di sicuro, se Paolo ha ereditato almeno un po' di talento dal nonno - come sembra - su quel palco ne sentiremo delle belle.