“Ci sono 6 milioni di consumatori di cannabis che ogni anno sono costretti a rivolgersi alle mafie. Vogliamo dare voce a tutte quelle persone che i politici proibizionisti vorrebbero sbattere in galera. Da oggi ci siamo anche noi!”. Questo l’annuncio con cui nel luglio scorso, Ornella Muti e la figlia Naike Rivelli hanno annunciato urbi et orbi l’apertura del loro primo The Hemp Club (notare il sottilissimo acronimo) nel Salento. Per la precisione a Nardò, in provincia di Lecce. Praticamente non se ne era accorto nessuno (il profilo Instagram della struttura conta attualmente poche centinaia di follower), ma ora che l’attrice è stata annunciata da Amadeus come co-conduttrice della prima serata del prossimo Festival di Sanremo, viene fin troppo facile immaginarsi la faccia dei vertici Rai davanti a questo side project della famiglia Rivelli. I famosi (e famigerati) fiori di Sanremo non sono mai stati così green!
Sì, ma cosa diavolo sarebbe un Hemp Club? Arriviamo subito: si tratta di un’associazione culturale (con regolare statuto e possibilità di tesseramento) che si occupa della coltivazione di cannabis a scopo terapeutico. Con prescrizione medica, chiunque può entrare in uno di questi centri (il primo è stato aperto a Milano nel 2020, importando nome e strategia di business dall’omonima catena spagnola) e coltivare da sé oppure vedersi consegnare la dose di marijuana utile a lenire il dolore. All’interno di questi centri, sono previste anche attività come corsi di pasticceria (tutto, dai muffin alle torte) per preparare prelibatezze a base di THC.
L’Ornella Muti Hemp Club è attivo da luglio 2021 e nasce dalla sofferenza della madre dell’attrice, venuta a mancare l’anno prima a causa di un cancro. Vedendo mamma Ilse attraversare questo calvario, l’attrice ha scelto di scendere in campo affinché tale via crucis non potesse più capitare ad altri pazienti chemioterapici (o a cui basterebbe qualche foglia di cannabis per sentirsi fisicamente meglio). Un gesto nobile da parte di Ornella e della figlia Naike, ma che, non ne dubitiamo, farà aggrottare più di un sopracciglio in casa Rai. Nel feed del profilo @ornellamutihempclub si trovano anche molti post a sostegno della raccolta firme per il referendum sulla legalizzazione della cannabis, nonché foto e video di Ornella e Naike che attraversano piantagioni di marijuana con aria trasognata. Davvero? Sì. E ne abbiamo le prove:
Solo a ottobre scorso la sorella della Muti, Claudia Rivelli (71 anni!), è stata condannata agli arresti domiciliari per importazione illegale di Gbl (la droga dello stupro) dall’Olanda e per averla spedita, a cadenza regolare, in quel di Londra presso il civico del figlio. “A lui serviva per pulire la macchina, a me per lucidare l’argenteria”, ha spiegato la donna. Tale motivazione, però, non le ha evitato la condanna.
Quindi: Ornella Muti che attraversa sterminate piantagioni di marijuana nel Salento con aria estatica, la sorella Claudia che fino al mese scorso circolava a piede libero per il deepweb in cerca di Gbl da mandare al figlio in pratiche boccette a cui aggiungeva l’etichetta posticcia “shampoo” per eludere i controlli alla dogana. Naike Rivelli (clamorosamente vestita - ma non sempre, per tener fede al suo credo nudista) a impreziosire il tutto. Stiamo già vivendo il migliore dei Festivàl possibili. Non sappiamo quanti punti valga l’Ornellona in fame chimica sul palco dell’Ariston al Fantasanremo, ma daremmo tutti nostri Baudi pur di poterci scommettere sopra.