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E se avessero ragione i negazionisti (almeno su qualche cosa)?

  • di Ray Banhoff Ray Banhoff

  • art by Cinzia Giacumbo

17 aprile 2021

E se avessero ragione i negazionisti (almeno su qualche cosa)?
Dite la verità, siamo tutti un po' negazionisti. Il motivo è semplice: c'è troppa confusione, ci sono troppi pareri (anche nel mondo scientifico stesso), ci sono troppi buchi oscuri. E non bisogna essere per forza dei fuori di testa no mask o no vax per capirlo. Basta leggere gli ultimi libri pubblicati sulla pandemia da giornalisti ed esperti molto autorevoli per comprendere che qualcosa non torna. Basta vedere una puntata di Presa Diretta, e non di un programma clandestino su YouTube, per farsi delle domande su quanto sia vero quello che ci raccontano le versione ufficiali. E allora? E allora è il caos. Riflessione sul negazionismo italiano: da dove nasce, perché esiste, perché (forse) è più che legittimo

art by Cinzia Giacumbo

di Ray Banhoff Ray Banhoff

Negazionista. Che parola attuale, contemporanea, intrisa di significati. Tra cent’anni sarà nei libri di storia, servirà a raccontare questo nostro tempo di rivoluzioni sottovalutate, come quella dei dati, delle informazioni, della digitalizzazione, che subiamo più che vivere, che somatizziamo più che comprendere. Ansia da vaccini, ansia da contagio, ansia da zona rossa. Un’ansia che genera mostri. L’universo negazionista è la croce e delizia del sistema. Senza di esso non potrebbe esistere l’universo assertista, di quelli che confidano nella scienza, nel progresso, nel futuro. In Italia questo culto, perché il negazionismo del culto ha i tratti distintivi: è ribelle, è tutto o niente, è dentro o fuori. Siamo stati in piazza per le proteste dei ristoratori di #IoApro, in cui c'erano anche loro, i no mask, i no vax, gli estremisti di destra, per capirli meglio. E tutto ciò che ci è rimasto in testa è una gran confusione.

 

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Ansia da vaccini, ansia da contagio, ansia da zona rossa. Un’ansia che genera mostri

Questo culto lo indaga meglio di chiunque altro Giuseppe Cruciani con Gatess. Nato da una costola de La Zanzara, Gatess (il cui nome altro non è che la pronuncia marcata del dottor Roberto Petrella - radiato dall’albo dei medici - di uno dei feticci del negazionismo, ovvero Bill Gates), il programma è una roba super amatoriale, portata avanti da Cruciani e Alberto Gottardo che pubblicano dei brevi video in una pagina dove si possono acquistare gadget: la tazza Gatess, le felpe, i cappellini. I due conduttori sono il volto critico de La Zanzara,  quell’avamposto culturale, ultimo baluardo di libertà in un panorama uniformato al bon ton in cui portano avanti puntate intere sulla radio di Confindustria a parlare di micropene e puttane - David Parenzo, il terzo conduttore, lui la coscienza morale (e moralista?) del trio no, chiaramente non ne fa parte - e girano l’Italia per presidiare i comizi dei novax, dei nomask, dei medici scettici, di chi il vaccino non lo vuol fare. Tolte le stroncature sui paginoni dei giornaloni, che vendono sempre meno e si parlano sempre di più addosso, estrapolando il negazionista dalla sua gabbietta da scimmia dell’intrattenimento di tutto il resto del mondo, ci si trova così di fronte a una larghissima fetta dell’elettorato e della popolazione mondiale. Siamo di fronte a un bivio: ghettizzarli o studiarli?

In questo Giuseppe Cruciani ha imbastito una crociata. Come disse alla conferenza della famiglia: nonostante non sia d’accordo con le vostre opinioni, mi batterei fino alla fine perché possiate esprimerle. Sembra un gesto da poco, ma è immenso. I negazionisti sono tra noi, ma pagano le tasse, hanno diritto di voto, mandano i figli a scuola. Non possono essere interpellati solo per obbedire o per essere gettati in pasto ai media. E poi, a ghettizzare chi non la pensa come gli altri, non è mai finita bene. Quindi meglio studiarli. Meglio studiare questa situazione disarmante. Con il libro di Fabrizio Gatti, L'infinito errore - la storia di una pandemia che si doveva evitare, appena uscito per La Nave di Teseo, con quello di Michele Ainis, Disordini (sempre La Nave di Teseo), con quello di Marco D'Eramo per Feltrinelli, Dominio. Studiate, studiate, studiate, verrebbe da dire. Anche i negazionisti, quindi, Certo i negazionisti hanno dei lati molto criticabili: dalle teorie del 5G iniettato coi vaccini o lo sterminio di massa programmato dalle élites per ucciderci col Covid (in realtà è più probabile che il mercato abbia bisogno di acquirenti che di morti), fino a ipotizzare complotti angoscianti e privi di fondamenta. Ma non sono tutti così. C’è semplicemente chi se la fa sotto a iniettarsi un vaccino. La loro colpa? Non credere alla versione ufficiale della scienza. Però è anche vero che non esiste una sola scienza. Che il mondo scientifico stesso è diviso sui vaccini, così come sui dati, sulla pandemia, su tutto. Questa divisione è il motore dialettico che rende possibile il progresso scientifico. 

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La loro colpa? Non credere alla versione ufficiale della scienza. Però è anche vero che non esiste una sola scienza. Che il mondo scientifico stesso è diviso

La scienza è abituata a superarsi di continuo. Un esempio: a fine ottocento era prassi normale parlare di frenologia, una disciplina che stabiliva l’intelligenza di un uomo in base alla circonferenza del cranio. Secondo questa branca della scienza al vertice della piramide dello sviluppo c’era il maschio bianco. Uomini di colore (negri, così li chiamavano), donne e scimmie erano più o meno sullo stesso livello. Oppure l’eugenetica, la tesi per cui tutto è scritto nei geni così come le malattie ereditarie da estirpare per creare una razza superiore, che è stata la base scientifica del nazismo e delle teorie sulla razza e sconfinò fino oltreoceano dove un giudice della corte suprema legittimò la sterilizzazione di una donna affermando «tre generazioni di imbecilli bastano e avanzano».

Sono tanti gli esempi del segno dei tempi e potremmo arrivare benissimo fino ad oggi. Ma mettiamoci nei panni dei Novax. A fine 2019 ti dicono per svariati mesi che quel virus che c’è in Cina è solo un’influenza, niente di più. Lo stesso Burioni, oggi il più autorevole dei virologi dei salotti televisivi, un anno fa diceva: «Questo virus non è un raffreddore ma nemmeno la peste». Poi arriva anche da noi e ti trovi chiuso per un anno in casa. In questa condizione di continue incertezze i media invece di aiutare cominciano a invitare esperti su esperti in tv. Diventa una roba malata, non si parla d’altro h24, partendo dai giornali fino ad arrivare a ogni maledetto programma televisivo. Ogni esperto cita i suoi dati e litiga con l’altro esperto, improvvisamente ci troviamo catapultati in un mondo di proteine Spike, vaccini, FFP2, DPCM. In Italia vai a farti il vaccino e devi firmare un papiro di quindici pagine in cui in sostanza ti viene detto che se schianti sono fatti tuoi. Che metodo è questo di togliere dei dubbi alla gente? E poi perché il vaccino non è obbligatorio? Perché lo stesso medico a cui lo chiedi ti dice: io lo consiglio ma non sei obbligato? Cosa vuol dire? Perché dobbiamo essere noi quelli con gli strumenti per capire se AstraZeneca va bene oppure no?

 

 

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Politici corrotti, comuni sciolti per Mafia, il Sistema di Palamara, la Terza Repubblica peggio della prima, le banche, gli inciuci. Un po’ è comprensibile che una fetta di popolazione sia diffidente

Siamo un po’ tutti negazionisti quando si parla delle nostre chiappe. Sono convinto che molti di voi si farebbero di sicuro AstraZeneca se gli venisse concessa una dose, ma quanta ansia prima dell'iniezione? Le trombosi sono poche, pochissime, ma ci sono, non si è ancora dimostrato che sono connesse alle reazioni del vaccino ma nemmeno il contrario. Lo stesso Scanzi per difendersi dallo scandalo lo ha detto: «Dovrebbero ringraziarmi, ho fatto AstraZeneca quando nessuno voleva farlo». Questo vaccino è il delirio. È stato stoppato perché rischioso per un paio di giorni e poi riammesso. Anche volendo essere dalla parte della scienza, è così difficile capire le insicurezze e i dubbi di un cittadino che deve farselo? Ma non è che siamo a un ristorante e possiamo scegliere dal menù. Arriva lo Stato e ti dice: fai così! Lo stesso Stato che ogni giorno perpetua diseguaglianze e ingiustizie, che promette e non mantiene, che è sempre assente per concedere ma mai per chiedere. La sfiducia verso quello che il Sistema rappresenta è ormai infiltrata nelle nostre cellule, nei nostri dubbi. Poi succedono cose che la pulce nell’orecchio te la infilano a forza: tipo la chiusura di ByoBlu, un canale con milioni di visualizzazioni che viene chiuso da YouTube, non più servizio di intrattenimento ma censore, editore, oligarca. Era così necessario cessarlo? Mah. Politici corrotti, comuni sciolti per Mafia, il Sistema di Palamara, la Terza Repubblica peggio della prima, le banche, gli inciuci. Un po’ è comprensibile che una fetta di popolazione sia diffidente.

Poi… Avete presente la teoria del virus creato in laboratorio e poi scappato di mano ai cinesi? Cosa c’è di più complottista di questo? Non a caso è la base di The Stand, uno dei romanzi più riusciti di Stephen King (fatevi un regalo: leggetelo), in cui un virus di laboratorio pone quasi fine alla razza umana. Hahah che coglioni quelli che pensano che il virus sia stato creato dall’uomo, è evidentemente di origine animale. Questo ci hanno detto per mesi. Poi guardi Presa Diretta, che non è propriamente il giornaletto di quartiere e viene fuori che pure il direttore dell’OMS si dice scandalizzato (la puntata è imperdibile, la trovate qui, si intitola Anatomia di un complotto). Non ci sono prove e anzi le poche che ci sono fanno pensare esattamente a una fuga dal laboratorio. Eddai… Così torniamo all’inizio di questo nostro viaggio. Al popolo di Gatess, ai complottisti. Catalogarli come deficienti è fin troppo semplice ed è offensivo non nei loro confronti ma verso la democrazia stessa. Gatess non giudica, da voce a tutto questo e riesce in un’impresa epica, strappare un sorriso, a infondere un pizzico di leggerezza a un pubblico stremato e svilito da troppi mesi di dati, dati e dati. Dati che ormai nemmeno ha più voglia di leggere o ascoltare. Forse il negazionismo è solo una forma di reazione all’ansia dei media. Di certo se tutto fosse più trasparente e semplice sarebbe più facile convincere i negazionisti a non negare. Ma non lo è.

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