È estate, e ok, non dico nulla di nuovo. Fa un caldo maledetto, e anche qui, il riscaldamento del pianeta, la siccità, niente di nuovo all’orizzonte. Me ne sto per i fatti miei, lontano dalle polemiche come un Gascoigne che è cosciente che se esagera con l’alcool, probabilmente, non ne uscirà vivo, limitando al minimo sindacale gli interventi, giusto postare i link degli articoli, qualche foto simpatica, niente di particolare. Talmente lontano dalle polemiche che se arriva qualcuno volenteroso di intossicarmi con il proprio odio lo banno immediatamente, senza neanche star lì a giustiziarlo pubblicamente, bullizzandolo anche con fare educativo, come mi è capitato di fare per anni. Insomma, vivo e lascio vivere. Poi però mi capita sotto gli occhi, proprio sui quei social che provo a visitare quanto è dovuto, la notizia che Paola Di Benedetto, voce di Radio Zeta e Rtl 102.5, personaggio tv e protagonista del gossip, così viene presentata, confesso di sapere a malapena di chi si tratti perché in fondo, nonostante le mie origini piccolo borghesi, e il mio non essermi poi affrancato chissà quanto da esse, sono un cazzo di snob, uno che non guarda la televisione generalista, non legge giornali di gossip, non frequenta i social giusti, che oggi sono Tik Tok, prevalentemente, e Instagram (qui ci sono, ma si capisce bene che non è il mio pane, ho molti meno followers che su Facebook e comunque lo uso come un vecchiominkia), la notizia che Paola Di Benedetto, quindi, ormai ex di Rkomi, leggo sempre, ha blastato tale Denis Dosio per il suo essersi infilato delle patatine fritte nel, leggo, C***o.
Inutile star qui a dire che non ho idea neanche di chi sia Denis Dosio, e che, come nel caso della Di Benedetto, non mi interessi molto approfondire la cosa, ma la notizia, in sé, colpisce la mia attenzione. E la colpisce, scoprirò di lì a breve, per una mera faccenda editoriale, l’errore, credo non volontario, di uno stagista che si è sentito in dovere di mettere asterischi a caso, dovrei dire a c***o, dentro il titolo. Perché tale Denis Dosio, scoprirò in un veloce giro su Google News, è un tiktoker, Dio santo, un tiktoker, che per motivi che mi sono guardato bene dall’andare a ricercare si è infilato delle patatine fritte di McDonald’s, proprio loro, su per il culo. Non si è limitato a farlo, ovviamente, essendo uno che vive su Tik Tok, in senso letterale e letterario, cioè che vive per stare su Tik Tok e vive in funzione di Tik Tok, lo ha fatto a beneficio di camera, immagino apportando tutte le cautele che la censura, mi dicono piuttosto ferrea, del social cinese, prevede (sai che nervi essere censurati da Tik Tok dopo essersi infilati delle patatine fritte su per il culo, sempre che infilarsi le patatine fritte su per il culo non sia pratica che provoca piacere a tale Denis Dosio, o che gliene abbia procurato in questa occasione, non ho idea se sia un unicum o un unicum in favore di camera, direi che la cosa è piuttosto irrilevante, il punto è il gesto fatto in favore di camera, come quando qualcuno si spoglia per un servizio fotografico, a tutti capita di essere nudi, quotidianamente, a meno che non si sia gente che pratica poco la pulizia personale, ma farsi fotografare nudi, a volte, non nel caso di certi personaggi, può fare la differenza, essere appunto un unicum che fa notizia, esattamente come la faccenda delle patatine fritte nel culo di Denis Dosio, e della conseguente blastata da parte di Paola Di Benedetto).
Qui però si aprono due crepe, di quelle voglio parlare. Da una parte la faccenda di Paola Di Benedetto, che nel blastare il gesto considerato da pazzo, lei parla di “farlo internare”, quindi stigmatizzando il suo infilarsi in video le patatine nel culo, magari anche il suo stigmatizzare il suo infilarsi patatine nel culo e basta, non mi sembra faccia distinzioni poetiche, o almeno se ne ha fatte non erano riportate nell’articolo che mi è capitato sotto mano, quello coi tre asterischi tra la c e la o, da lì sono partito, a ragione, da una parte quindi la faccenda di Paola Di Benedetto, che nel blastare il gesto considerato da pazzo di tale Denis Dosio finisce per farmelo conoscere, e magari per farlo conoscere a altri come me, che ne ignoravano con sollievo l’esistenza, e che da oggi lo conoscono come il tizio che si è infilato le patatine fritte su per il culo, uno stigmatizzare che, come spesso capita, dando vita al più classico del “pur che se ne parli”, finisce per fare pubblicità. Poi, questo lo scopro solo ora, che sono andato a controllare se si scrive in effetti Denis, come ricordavo, o Dennis, come credo si scriva in genere, il video delle patatine fritte su per il culo è di novembre 2021, scopro anche che il video era su OnlyFans, che di censure non ne pratica, e che nel mentre lui ha preso parte al Grande Fratello Vip, da dove è stato sbattuto fuori a causa di una bestemmia, mentre il blastarlo di Paola Di Benedetto di queste ore, fatto ancora più raccapricciante, perché se uno è sopravvissuto quasi dieci mesi senza sapere dell’accaduto, magari, poteva anche scamparla in via definitiva, invece no, è arrivata Paola Di Benedetto e ora credo non potrò più mangiare patatine da McDonald’s senza pensare che c’è un tizio che una volta, o magari più volte, magari anche quotidianamente, si è infilato quelle medesime patatine su per il culo, immagino finendo per lasciarle, io, tutte lì dentro la apposita confezione in cartoncino riciclato.
Dall’altra c’è la questione delle patatine fritte di McDonald’s, proprio loro. Non so se siete tra quanti non ne abbiano mai mangiate per x motivi, quindi incapaci di comprendere la mia meraviglia, motivi che possono andare da uno spiccato senso anticapitalistico, abbasso le multinazionali, a uno senso di salvaguardia per le piccole attività locali, io le patatine fritte le mangio solo in osteria e se a chilometro zero, o, magari, per questioni legate al colesterolo alto, al vostro vivere in uno di quei rarissimi luoghi in cui McDonald’s non è presente o vai tu a sapere perché, ma se le avete mangiate, come chi scrive, ben saprete che una loro caratteristica piuttosto universale è il non essere esattamente la quintessenza della croccantezza. Non che le patatine fritte debbano necessariamente essere croccanti, credo anzi che il termine croccante sia fuorviante. Mettiamola così, a parte quelle che sono state tenute più del dovuto nell’olio bollente, che quindi possono mantenere un certo turgore, e sì, ho usato il termine turgore perché volevo ammiccare a chi sta pensando che infilarsi qualcosa nel culo abbia in sé sempre e comunque qualcosa di sessuale, non solo di eversivo, Dio mio, ho scritto eversivo relativamente a uno che si infila patatine fritte nel culo su Tik Tok, lascia che lo spirito di Nanni Balestrini si reincarni in chicchessia a venga a uccidermi nel sonno, a parte quelle che sono state tenute più del dovuto nell’olio bollente, che quindi possono mantenere un certo turgore, le patatine fritte di McDonald’s tendono immancabilemente a essere moscette, buone perché fritte, e come si dice qualsiasi cosa fritta è buona, ditelo al professor Berrino, ma decisamente poco adatte a forzare una qualsiasi resistenza tipo quella che, in genere, ha uno sfintere (e qui uno potrebbe anche pensare alla tipa che nel culo ci si infilava, a beneficio di Twitter, una mela, ma non vorrei allargare, scusatemi il becero giro di parole, il discorso). Quindi la domanda da porsi è, come fa uno a infilarsi nel culo delle patatine fritte di McDonald’s? Ha usato effetti speciali degni di un film di Spielberg? Non erano patatine fritte? Spingitori di patatine fritte su Rieducational Channell...
Resta un’ultima questione, per me centrale, e so di aver speso un numero increscioso di parole per parlare di un tema, diciamo così, non esattamente centrale per la cultura italiana, resta la questione degli asterischi. Dico a te, o stagista che hai scritto il titolo del pezzo che mi è capitato sotto gli occhi, pezzo che rilanciava la notizia di Paola Di Benedetto che blasta Densi Dosio, per il suo essersi infilato delle patatine fritte nel c***o, non sai che se di asterischi tra la c e la o ne metti due stai chiaramente facendo riferimento al culo, ma se ne usi tre, ahinoi, stai facendo riferimento al cazzo? Volevi forse farci credere che tale Denis Dosio, di cui io ignoravo l’esistenza fino a oggi, si fosse infilato patatine fritte nel cazzo, come la cannula di un catetere? Ecco, se era una cosa volontaria, che dire, che tu sia maledett*, ignoro il genere di chi ha fatto questo titolo, se però è stato un errore, beh, sappi che d’ora in poi io non potrò più mangiare patatine fritte, ne guadagnerò immagino in salute, ma la mia vita, converrai con me, sarà decisamente meno saporita.