Ci vorrebbe una moderna caccia alle streghe per scacciare dai palinsesti TV i programmi più trash. Quelli che fanno pari e patta con gli Adamo ed Eva de noantri. Scavando scavando si va a finire sempre nel peccato, sotto le lenzuola o in qualche angolo. D'altra parte, che altro si può fare in questi show, se non perpetuare il fancazzismo, bere e scopare? E mica solo questo. A volte si scade pure nel penale. Come nel caso di Dayane Maello, che potrebbe essere stata molestata a sua insaputa (in quanto alterata dall’alcool) nel reality brasiliano La Fazenda.
In poco tempo, la vicenda della modella brasiliana naturalizzata italiana è diventata di dominio mondiale, mobilitando lo sdegno di commentatori vari. Anche le Iene hanno cercato di far luce sulla storia, ma senza riuscirci pienamente visto che la ragazza è rimasta nel programma. Ad horas si spera che l’ex gieffina sia liberata dalla sua prigione personale, invocando la grazia di fratellone e manager che la tengono lì, “nonostante ciò”, pur di non pagare la penale per l’uscita anticipata. Ma in fondo la faccenda de La Fazenda non stupisce mica più di tanto. Non è proprio questo il tema portante di un certo tipo di tv? Ossia di tutti quei programmi che sul dubbio gusto ci campano da anni? E non occorre mica andare Brasile per trovarli, abbondano pure in terra italica. Uno a caso, il Ciao Darwin del seppur buon Bonolis che per decenni ha servito in serata sfilate di donne in déshabillé, solo per il gusto di soddisfare la libido del maschio di casa (con conseguente e invitante ravanata). E che dire degli infiniti Grandi Fratelli, conditi in tutte le salse, vip o non poco cambia? Tra docce a favore della telecamerina, palpatine e strofinate vis a vis, tutto è a favore dell’audience.
Non si tratta di assolvere o fornire delle attenuanti per Nego do Borel, il cantante/soggettone che secondo le accuse avrebbe abusato di Dayane davanti alle telecamere, opportunamente girate dall’altra parte per occultare un fatto che, se accertato, peserebbe come un cappio al collo della miseria umana dei reality. E nessuna scusante per la produzione dello show, che ha preferito non informare dell’accaduto la Mello (che dice di non ricordare nulla) pur di mandare avanti il suo pseudoprogramma. Semmai questo caso fa chiarezza, una volta per tutte, su quanto questi reality abbiano proprio rotto le palle, e siano da mettere alla gogna solo per il fatto di andare (ancora) in onda.
Visto che da soli non sono capaci, aiutiamo questi personaggi “pubici” a conservare la propria dignità, venduta per qualche etto di follower al netto degli scarti. Altrimenti che restino a casa, ma la loro, e non dietro la porta di qualche reality.