Ed Sheeran canta con tutti. Ok, forse proprio tutti no, ma il punto è un altro. Uno dei cantautori più amati del pop internazionale, con miliardi di ascolti e stadi pieni ovunque, quando arriva in Italia non si limita a suonare e scappare in hotel con le tende tirate, ma si "ritaglia" dei momenti per cantare con gli artisti italiani. È già virale sui social il video della sua esibizione insieme a Ultimo allo Stadio Olimpico di Roma, tappa italiana del suo "Mathematics World Tour", dove canta insieme a lui "Piccola stella". Un brano "speciale", come lo stesso Ed Sheeran lo ha definito in un post sul suo profilo Instagram: "Piccola stella è una canzone speciale. È stato un grande onore cantarla con Ultimo stasera a Roma. Sono molto grato della nostra amicizia e di condividere momenti come questi con lui. Che concerto! Grazie Roma".
L'esibizione avrà sicuramente emozionato gli 80mila fan presenti all'Olimpico e potrebbe far anche ben sperare per una possibile collaborazione futura tra i due. Ed Sheeran, però, non si è limitato solo a Ultimo. Infatti, prima del concerto, ha cantato chitarra e voce insieme ad Alfa uno dei suoi brani più celebri, "The A Team". Da qui, quindi, una domanda sorge spontanea: Ed Sheeran che duetta con gli italiani è diventato un format? Magari no, o almeno non ufficialmente, ma non è la prima volta che vediamo il cantautore inglese esibirsi con degli artisti italiani. È già successo, per fare un esempio, tre anni fa con Casadilego (vincitrice di X Factor che deve il suo nome d'arte proprio a Ed Sheeran). Non ci sarà probabilmente un piano editoriale con scritto "duetto italiano ogni volta che vengo in Italia", ma se dovesse ripetersi non dispiacerebbe a nessuno.
Sono momenti che fanno bene alla musica, non solo agli artisti ma anche a chi li ascolta. L'esibizione insieme a Ultimo a Roma è stata sentita, emotiva, la prova che due cantautori distanti geograficamente, ma non nelle intenzioni, se uniti dalla musica e da intenti sinceri possono fare grandi cose. Il risultato di questi duetti è la dimostrazione che ci può essere complicità autentica nella musica. Ed è forse questo che manca, sempre più spesso, nel panorama musicale contemporaneo: meno strategia, più improvvisazione. Meno hit a tavolino, più stima reciproca (vera). E in un mondo di featuring freddi, con cifre a sei zeri, e nomi messi nei dischi per far contento l'algoritmo, Ed Sheeran ha scelto l'approccio più umano, che va oltre i numeri. Magari non sarà un format e non lo diventerà mai, ma è una lezione da cui tutti gli artisti potrebbero imparare davvero qualcosa.
