Con l’ideale ticchettare di un orologio che scandisce un nuovo inesorabile countdown, si avvicina Capodanno e – come da tradizione nell’era di un mercato più o meno ragionevole o impazzito – volano le cifre da “capogiro” delle feste-concerto più attraenti. Cifre con polemica allegata, ça va sans dire. Sotto tiro, non solo gli ingaggi delle popstar, bensì, più che altro, i vertiginosi investimenti comunali. Cosenza Channel mostra – delibera comunale alla mano – l’esborso di 335mila euro per il concerto di Giorgia. A Salerno, per il Capodanno in piazza della Libertà, il malumore pare riguardare i 400-500mila euro richiesti dai Pooh, mentre trasferendosi a Cagliari per l’appuntamento con Marco Mengoni la polemica torna ad essere l’esborso pubblico: speso un milione di euro per la sua esibizione, ma il Comune non ci sta: “Cifra falsa”. Sarà di 250mila euro, che comunque non è poco. Mentr eper Elodie a Palermo l'amministrazione spenderà 465 mila euro. Abbiamo quindi contattato Claudio Trotta, il più grande promoter italiano indipendente (patron di Barley Arts e fondatore di Slow Music) per capire qualcosa di più a riguardo.
Cifre altissime, Comuni che spendono e spandono, polemiche. Trotta, cosa sta succedendo?
L’argomento è scivoloso. Nel senso che è facile cadere nell’ipocrisia, nella retorica, nella mancanza delle necessarie informazioni. Bisogna fare un po’ di ordine. Innanzitutto, i costi e i prezzi di tutto ciò che gira attorno alla musica live, a partire dalle forniture per finire con i prezzi dei biglietti, sono ormai sproporzionati da anni e in tutto il mondo. E non solo a Capodanno. Stupirsene è quindi quantomeno superficiale o ingenuo. In secondo luogo, da 50 anni a questa parte è convenzione, del tutto giustificata, che chiunque lavori nel mondo dello spettacolo venga pagato, ampiamente, di più se è chiamato a lavorare l’ultimo dell’anno. E questo riguarda tutti, non solo il personaggio principale. Riguarda i musicisti, le maestranze, i tecnici, i tour manager, le società che forniscono i mezzi di trasporto e tutto il resto. Per non parlare degli alberghi, che sul Capodanno, e non solo, ci speculano alla grande. Ecco perché affrontare il discorso delle cifre in modo scandalistico è davvero qualcosa di poco convincente.
Diciamo che la testa dell’eventuale scandalo si alza più velocemente quando c’è di mezzo un’Amministrazione comunale…
Ecco, appunto. Il fatto è che negli ultimi 40-50 anni molti sindaci hanno buttato dalla finestra milioni di euro per concerti “gratuiti” in piazza, non solo a Capodanno, senza invece tirare fuori i soldi, in modo coordinato e continuativo, per la formazione e l’informazione dei giovani. E men che meno per costruire strutture adeguate alla musica pop contemporanea. Io, da imprenditore mi sono adeguato e, se richiesti, ho fornito i miei artisti, ma è un sistema che in fondo non mi piace. Soprattutto se lo scopo ultimo di un concerto regalato alla cittadinanza sia quello di mostrare quanto è buono e bravo il sindaco di turno.
A Cagliari, per Mengoni, la polemica è sulla cifra investita dal Comune e per il fatto che il concerto, benché gratuito, sarebbe a numero chiuso.
Mah, trovo incredibile che si stia a polemizzare su un numero chiuso di 28mila persone. Non mi pare siano poche. Immagino che il numero chiuso sia solo per motivi di sicurezza. Ma la retorica e l’ipocrisia di questo Paese è qualcosa che rasenta il ridicolo. Nel medesimo spazio fisico esistono determinate regole se il concerto è a pagamento e altre regole, diverse, se il concerto è gratuito. Esiste ancora un decreto Gabrielli, che nessuno applica più, che stabilisce le norme dei concerti gratuiti. Norme che qui a Milano, ad esempio, vengono costantemente calpestate perché vengono concesse autorizzazioni per rave ad ampia pericolosità, dovuta al sovraffollamento, senza alcuna applicazione del decreto. Torno all’inizio: sono argomenti scivolosi. Non ce la si può cavare accusando gli artisti di avidità. Loro, come tutte le maestranze, vogliono essere pagati per lavorare quando gli altri festeggiano. E fanno bene, punto. Se dall’altra parte un’Amministrazione pubblica dimostra, da bilancio, di avere determinate risorse, magari appoggiandosi di qualche sponsor, il problema non sussiste.
Talvolta, infatti, la polemica pare riguardare soprattutto la politica. Con l’opposizione che fa i conti in tasca al Comune concludendo che non sia corretto “scialacquare” per questo o quell’evento…
Questo è, purtroppo, lo stesso film da sempre. Quando sei al governo dici delle cose, quando sei all’opposizione affermi il contrario. Poi l’opposizione va al governo ma fa le stesse cose di chi li ha preceduti...