“L’uomo, sua moglie e la sua amante”… Ferrari, il film diretto da Michael Mann, al centro delle critiche negli Usa per il modo in cui (nel lungometraggio) vengono trattate le donne. Il biopic di Enzo Ferrari, che ha debuttato nei cinema italiani solamente un paio di settimane fa, adesso starebbe creando delle enormi discussioni tra gli appassionati di cinema, e non solo, d’oltreoceano, dove l’ombra del maschilismo adesso rischia di mettere in cattiva luce sia il film che la figura del Drake. Ad alzare la voce in questo caso è la giornalista Kelly McClure dalle pagine del magazine online Salon. Il suo articolo/invettiva si intitola “Gli uomini e i loro giocattoli: ‘Ferrari’ è solamente un altro biopic che prende in giro le donne”. Il film di Mann non è il solo a finire al centro del ciclone. La McClure, in questa critica, infatti inserisce anche altre due opere cinematografiche che hanno come protagonista un personaggio maschile. “In biopic come questo (Ferrari, ndr) - così come ‘Oppenheimer’ e ‘The Wolf of Wall Street’, e l’elenco potrebbe continuare all'infinito - alle donne viene assegnato troppo spesso un ruolo marginale, al di fuori dell'ambito romantico”. In poche parole, in questi film, secondo la giornalista di Salon, le donne “hanno lo sfortunato peso di essere rappresentati come simboli di ciò di cui parla il film”. In pratica “bombe, che minacciano di far esplodere l'intera vita di un uomo; azioni da accumulare e scambiare con qualcos’altro; e le auto, lucenti, sinuose e spesso difficili da manovrare. Qualcosa che può portare un uomo alla fama, oppure crollare e mandarlo in rovina. In ‘Ferrari’ - continua McClure -, Enzo ha due di queste auto. Una che tiene nel garage (la sua amante), e un'altra che guida veloce finché le ruote non si staccano e non gli serve più (sua moglie)”.
La critica, poi, si concentra anche sugli attori e sull’attenzione mediatica (e pubblicitaria) rivolta sugli stessi. Infatti, la McClure non si capacita di come “nonostante (Penelope) Cruz e (Shailene) Woodley (attrici che interpretano rispettivamente Laura Ferrari e Lina Lardi, ndr) abbiano lo stesso minutaggio di (Adam) Driver in ‘Ferrari’”, queste alla fine non appaiano sul poster del film, che vede solamente il protagonista principale; uomo ovviamente. Dove sono le donne? “Forse nel bagagliaio - si chiede la giornalista -? Vicino alla ruota di scorta e al sacchetto unto degli attrezzi?”. Infine, questo film racconterebbe la vita di tre persone realmente esistite: “un uomo, sua moglie, e la sua amante. Ciò che ricorderemo - sottolinea McClure - è che un uomo importante ha realizzato delle auto che sono guidate ancora oggi, e che quelle donne si sono frapposte nella sua opera. Ma questa non è la vera storia. La vera storia - continua (e conclude) ancora la giornalista - è che queste donne hanno contribuito alla creazione della Ferrari tanto quanto l'uomo il cui nome è sul logo”.