Ferrari batte Agnelli (in Elkann). La lista di Forbes dei miliardari italiani vede il figlio del Drake svettare al terzo posto in classifica. Piero Ferrari, secondo genito di Enzo (e suo “erede universale”) e vicepresidente del Cavallino di Maranello, ha un patrimonio totale di 7,6 miliardi di dollari, meglio di lui soltanto Giovanni Ferrero e Giorgio Armani. Chi ha fatto peggio? Beh, molti, ma soprattutto John Elkann. Da molti considerato uno degli imprenditori più potenti d’Italia (e non solo), il nipote dell’Avvocato Agnelli si ritrova addirittura al quarantaquattresimo posto nella graduatoria stilata dalla rivista economica, con un patrimonio del valore di “appena” 1,7 miliardi dollari. Si tratta di un risultato mica tanto scontato, visto le numerosissime attività di Elkann, azionista di riferimento (attraverso la holding di famiglia Exor), di Ferrari (23%), di cui è presidente, Stellantis (14,2%), Cnh (27%), Juventus (63,8%), tanto per nominare i Gruppi più conosciuti. E quindi come si spiega tale sviluppo? A questa domanda risponde il giornalista del Corriere della Sera Mario Gerevini, che in un suo articolo ha cercato di analizzare questo curioso binomio Ferrari - Elkann. A gravare sui risultati dei due imprenditori è principalmente “la combinazione di due fattori. Il primo è l’esistenza in casa Elkann di una public family company che è il perno di una catena societaria dove il potere si moltiplica via via che i capitali propri si diluiscono. Il secondo fattore - conclude Gerevini - è rappresentato dai risultati economici della Ferrari con le azioni che hanno fatto boom in Borsa mentre le monoposto facevano flop in corsa”.
È vero, John Elkann è azionista principale di molte società (quelle elencate in precedenza), e possiede circa il 40% della Giovanni Agnelli BV, altra holding di famiglia. Insomma, un imprenditore molto più attivo rispetto a Piero Ferrari, “se però - sottolinea Gerevini - proviamo a calcolare quanto di Ferrari rimane in tasca a John in chiaro, cioè ‘scalando’ a cascata le percentuali di terzi, viene fuori un misero 2,7%; di Stellantis l’1,7%, della Juve il 7,7%, della capogruppo Exor il 12%”. Inoltre, in questi calcoli bisogna tenere conto del fatto che il figlio del Drake è possessore del 10,39% “pieno” di Maranello, questo intestato a un trust di famiglia con beneficiari figlia e nipoti, senza interposizioni societarie. Facendo due conti, quindi, se Ferrari oggi vale in Borsa circa 61 miliardi di euro, 6,3 miliardi è la quota di capitalizzazione diretta di Piero, mentre 1,6 miliardi è quella indiretta di John. Inoltre, bisogna aggiungere che il titolo Ferrari (sempre in Borsa) “in cinque anni è passato dai circa 90 euro del dicembre 2018 ai 346 dello scorso 12 dicembre, massimo storico. E i bilanci macinano record di fatturato e utili. Piero - sottolinea ancora il giornalista del Corriere -, che a Maranello ha più capitali che potere, ringrazia John, che ha più potere che capitali”. Infine, tanto per chiudere il cerchio, Gerevini ricorda: “Oggi la Ferrari nel portafoglio della famiglia Elkann-Agnelli vale 14 miliardi mentre Fiat+Peugeot+Citroen+Lancia+Maserati+Alfa Romeo+Opel+Chrysler+Dodge 9,5 miliardi”, un dettaglio che fa capire molto del potere (e del successo) attuale del brand di Maranello.