Balla che ti passa. Anche se tutti, dalla conduttrice all'ultimo degli stagisti di redazione, sperano che non ti passi mai, almeno non di sabato sera, almeno non fino al prossimo gennaio. Il carrozzone di Ballando con le Stelle è ripartito iersera, sabato 21 ottobre 2023, per una diciottesima edizione che, se il buongiorno si vede dal mattino, si preannuncia già come una valle di lacrime. Non che sia una novità, da parecchi anni al centro dello show non sono i passi di danza, ma le storie singhozzi-strappa degli sciagurati concorrenti. "Quello che aveva detto di essere felice, lo abbiamo fatto fuori alla terza puntata", si diceva scherzando (ma neanche troppo) lo scorso anno dal pulpito della giuria. E pensare che oggi Milly Carlucci è riuscita a mettere insieme un cast di nomi altisonanti, fortissimi. Tradotto: forse per la prima volta dopo anni, i vip in gioco possono davvero dirsi tali e vederli cimentarsi con rumba e jive in diretta nazionale varrebbe già di per sé il prezzo del biglietto. Simona Ventura, Paola Perego, Teo Mammucari, Ricky Tognazzi, Rosanna Lambertucci, Antonio Caprarica e così via, forse la meno "famosa" della ciurma è la ex Madre di Natura di Ciao Darwin Sara Croce (comunque una gioia per gli occhi). Il talent, però, deve aver deciso che linea editoriale lacrimosa che vince non si cambia. E allora, ecco ogni sciagurato in gara cercare di tirar fuori il proprio dramma o comunque un qualche tiramento emotional per immolarlo all'altare dello share (a giudicare dai risultati Auditel, non compiaciutissimo). Particolarmente brutale, il trattamento riservato a Lino Banfi che è scoppiato in un pianto a dirotto perché costretto a ricommemorare in diretta la moglie Lucia, con lui da una vita e scomparsa nel febbraio scorso. Il rischio di scivolare sul dancefloor causa soverchie lacrime è tale per cui non facciamo gran fatica a immaginare tutta la combriccola costretta a esibirsi a bordo di un piroscafo sabato prossimo venturo. Intanto, però, il pubblico da casa, dopo aver esaurito le scorte di fazzoletti, cambia canale.
3,2 milioni di telespettatori (per il 22.54% di share), questa edizione "all star" di Ballando con le Stelle apre in rosso, perdendo la sfida con Tu Sì Que Vales seguito da quasi una milionata di cristiani in più. In termini assoluti, non si può parlare di pessimo risultato Auditel per Milly Carlucci e la sua corazzata. Di certo, però, a fronte di un cast talmente forte, era legittimo aspettarsi qualche cosa di più. Che è successo?
Innanzitutto l'incongruenza tra i toni festosi e leggeri con cui il programma viene da sempre annunciato e presentato e i suoi contenuti: non c'è concorrente che non frigni. Benché vestito di lustrini e paillettes. E frigna per ragioni più che legittime, ma anche per futili motivi. Ballando con le Stelle se fosse un'influencer sarebbe Giorgia Soleri: ogni giorno (aka, puntata) tira fuori una grana diversa, cercando di trasformare le proprie sciagure in intrattenimento. L'unica a commuovere sul serio è la sempre elegantissima Carlotta Mantovan che, prima di scendere in pista, fa riferimento al suo amore per il compianto Fabrizio Frizzi: "Nostra figlia Stella me lo ricorda tanto per il sorriso e il modo di fare empatico, generoso. Ogni volta che vediamo un campo di fiori gialli salutiamo papà perché quello era il suo colore preferito". Se qui la lacrimuccia scapperebbe perfino a una pietra dell'Himalaya, corrodendolo eccome fino alla vetta, la ricerca del lutto a ogni costo da parte del programma si fa via via più spasmodisca e seccante, quasi (anzi, decisamente) vampiresca. Esempio principe, lo sventurato Lino Banfi, chiamato a danzare all'interno di una coreografia davvero spietata.
"Nonno Libero" ha 87 anni e, a livello personale, sta affrontanto il lutto per la scomparsa della moglie Lucia, venuta a mancare nel febbraio scorso. "Ogni sera guardo la tv e la commento con lei. Poi mi giro e mi rendo conto che la sua poltrona è vuota. Come si fa a convivere con questo dolore?", si chiede Banfi nella clip introduttiva. Ed è evidente che sia tuttora dilaniato dal dolore. Gli autori, dunque, decidono di battezzarlo assegnandoli la canzone che condivideva con la consorte, Cinque Giorni di Michele Zarrillo, con il testo modificato così come i due coniugi lo cantavano insieme, per renderlo ancora più "loro". Delicatissimi. La performance inizia con l'attore che rievoca il primo incontro con la donna della sua vita, quel colpo di fulmine che li unì per sempre nel lontano 1951. Banfi appare comprensibilmente provato già dai primi passi fino a scoppiare in lacrime al termine della sadica esibizione, quando il gigantesco ologramma di una sorridente Lucia compare sul ledwall dietro di lui. Seguono infiniti secondi di singhiozzi e mani sulla faccia a coprirsi il pianto: Banfi è lasciato da solo col proprio dolore, in primissimo piano, la moglie scomparsa che si staglia dietro di lui, il pubblico che batte le mani (qui il video). Che tipo di intrattenimento vorrebbe essere questo, di grazia?
Il "Nonno d'Italia" poi si scusa, dice e ribadisce che non voleva "scadere nel pietismo", che i suoi figli gli avevano chiesto espressamente di "non fare quello che piange in tv". Ma come avrebbe potuto resistere immerso in uno scenario simile? Scenario che lui, certamente, avrà pure accettato a monte. Stiamo però parlando di un 87enne che attraversa un lutto gravissimo, non possiamo affermare con certezza che sia lucido in materia di scelte sul tema. Lo scorso anno, quando gli autori chiesero alla concorrente Ema Stokholma di "danzare" sugli abusi ricevuti dalla madre durante l'infanzia, lei si oppose. Banfi sarebbe stato in grado, così anziano e sofferente, di fare lo stesso? Non può essere giudicato lui, ma chi gli ha costruito tale "trappolone", magari proprio puntando sulla foschia generata dalla sua sofferenza, sì. Eccome. Questa non è cattiva tv. È tv spietata. E, quel che è peggio, ammantata di sontuosa e affettata eleganza posticcia. Barbara d'Urso avrà sicuramente osato tanto e pure di più. Ma senza nascondersi dietro rumba e chiffon, se non altro. I suoi canini erano ben affilati. E li mostrava serena a favor di telecamera.
Che la linea editoriale lacrimosa sia quella prescelta, lo si evince anche dal modo in cui si presenta la maggior parte dei concorrenti in gara: Simona Ventura, pur tornata pienamente SuperSimo, attacca raccontando di come il dolore per il figlio aggredito nel 2018 gli abbia cambiato la vita, Paola Perego svela le proprie insicurezze fisiche confessando che da ragazzina la chiamavano "Jeeg Robot Busto d'Acciaio" per via della scoliosi, Wanda Nara a cuore aperto sulla leucemia, la venticinquenne Sara Croce frigna già in sala prove perché la bellezza per lei è sempre stata un ostacolo: nasconde la sua intelligenza, singhiozza al ballerino Luca Favilla. Una strage.
Una strage da cui ci salva solo colui che già si erge come l'eroe indiscusso di questa edizione: Teo Mammucari. "Ragazzi, stiamo facendo intrattenimento, mica siamo in galera!", esclama a una certa. Da standing ovation. Finalmente libero, anzi evaso, dalla prigionia di Tu Sì Que Vales - militava stancamente nella giuria del talent Mediaset fino all'anno passato, oggi lo ritroviamo dispettosissimo, rinato. Era dai primi Duemila che non (si) divertiva così. Un concorrente su tredici, però, non basta. Ballando con le Stelle si è oramai involuto in Frignando con le Stelle, perfino oggi che, con questo cast, non ne avrebbe alcun bisogno. Le storie lacrime-strappa a ritmo di rumba, però, hanno fatto come la musica balcanica al Concerto del Primo Maggio, ma non siamo così naives da pensare che lo show se ne discoterà nelle prossime puntate. I suoi autori sono epidermicamente convinti che il pianto paghi in percentuali di share e allora continueranno così, facendosi e facendoci del male. Ho voglia di frignare con te, soltanto con te. A sto punto, cambiassero pure la sigla. Sob.