Oggi, lunedì 21 marzo, alle ore 21.15 andrà in onda Funari Funari Funari su Sky Documentaries. Il film-documentario è a cura di Libero Produzioni Tv e, più precisamente, di Marco Falorni e Andrea Frassoni. L'abbiamo visto in anteprima e visto che si tratta di un piccolo grande gioiello di storia della tv che non dovreste perdervi, vi proponiamo un intervista alle due menti che hanno fortemente voluto in questo progetto che conserva la memoria del più grande tribuno catodico a cui ancora oggi la tv italiana deve davvero moltissimo. Falorni e Frassoni conoscono bene Gianfranco Funari, anche perché tanto per cominciare, hanno lavorato al suo fianco avendo la fortuna di conoscerlo da vicino. Ecco cosa ci hanno raccontato in un'intervista doppia che fa da ottimo antipasto all'arrivo della primavera e, soprattutto, alla prima visione del bellissimo Funari Funari Funari (qui la nostra intervista a Rossana Seghezzi, prima moglie di Funari e tra i protagonisti del documentario).
Come racconteresti Funari a un 20enne a cui magari, per motivi anagrafici, non è capitato di vederlo in tv e non lo conosce?
MF: Funari è stato una persona che ha cambiato il modo di fare televisione. Un conduttore televisivo che ha posto la centro dei suoi programmi l'opinione della gente comune. Un "giornalaio" che ha portato i politici a cambiare il loro modo di comunicare in televisione. Un uomo che per essere libero e fare la sua professione senza compromessi, ha sempre affrontato sfide difficili, per molti impossibili. Beh, poi adesso che abbiamo fatto questo documentario, glielo farei vedere e chissà che questo non possa avvenire realmente in tante scuole d'Italia.
AF: É difficile da spiegare a un ventenne, perchè il suo percorso professionale e gli scenari oggi sono diversi. Un paragone esemplificativo che mi viene in mente quando penso a Funari è Kanye West per genialità, coraggio e livello di swag, ma forse Kanye West è un personaggio troppo vecchio per un ventenne. Quella di Funari potrebbe essere una storia molto americana, quella dell'uomo venuto dal nulla, che ha successo, cambia più volte le regole del gioco, diventa mito ma poi in qualche modo si emargina e parallelamente viene un po' escluso dal giro che conta, ma nonostante ciò non si da per vinto... C'è un vecchio film, molto bello, che mi ha consigliato Ermanno Corbella, il suo regista storico, che si chiama "Un volto nella folla" di Kazan che a tratti sembra la storia di Funari, altrimenti il documentario può essere un buon modo per conoscerlo.
Avendo lavorato con lui, ci potete raccontare un aneddoto personale magari dal dietro le quinte...
MF: Con lui eri sempre in onda. Lavoro e vita erano un tutt'uno. Non si staccava mai. Non c'era un vero dietro le quinte. Quando andava in onda ti dovevi sempre preparare perchè da un momento all'altro ti ritrovavi a intervistare un politico in diretta mentre lui era in bagno. Lui diceva che lo faceva perchè era un modo per tenere alta l'attenzione in tutto il gruppo di lavoro. Mentre stavi per andare a letto ti chiamava per chiederti di andare a comperare i giornali per fare la scaletta del giorno dopo.... e così via. Lui quello che era davanti allo schermo era anche dietro. Non c'era un personaggio c'era un uomo che era un personaggio davanti e dietro le quinte.
AF: Di aneddoti ce ne sono almeno uno al giorno, se vuoi scriviamo un libro! E' difficile pensare ad un aneddoto rappresentativo, ma a me piacevano molto le storie che raccontava , storie apparentemente impossibili, ma che alla fine avevano eccome un fondo di verità... quando ad esempio doveva diventare il protagonista di un telefilm a Hollywood, o quando Kohl all'epoca cancelliere della Germania aveva dormito in segreto a casa sua, oppure quando Steven Carlin grande produttore americano gli aveva detto che nel mondo c'erano solo 2 animali televisivi. Johnny Carson in USA e Funari in Europa... e Gianfranco ripeteva a proposito di questa storia... "Ahò io la tv l'ho studiata a Los Angeles... mica a Frascati".
Quando vi è venuta l’idea del doc e quanto ci avete messo a realizzarlo?
MF: Il pensiero lo avevamo da anni, ma non ci sembrava mai il momento giusto. La tenacia l'ha avuta Andrea, io non volevo avere altre delusioni, qui non si trattava di un progetto, qui si trattava di raccontare un pezzo della nostra vita. Eravamo pronti da quel 12 luglio 2008 quando ci ha lasciati e lo abbiamo realizzato grazie a Sky in questo ultimo anno.
AF: Il doc ha preso forma nell'ultimo anno grazie a Mariaromana Casiraghi e Roberto Pisoni direttore di Sky Documentaries, ma anche a Luca Piccirilli, Dario Ghezzi e Enrico Marchese che ha curato il montaggio. Per fare un documentario di questo tipo sono state preziose tutte le persone che leggi nei titoli di coda a partire dagli intervistati, tutti davvero gentili e disponibili, dalle mogli a Bonolis che ci ha aspettato in camerino quasi 2 ore a fine giornata, perchè il traffico di Roma aveva bloccato la troupe....
Il maggior punto di forza e la più grande debolezza di Gianfranco Funari...
MF: Il punto di forza la testardaggine. La più grande debolezza la testardaggine.
AF: Sicuramente Gianfranco Funari era testardo, coraggioso e ostinato ma secondo me le grandi qualità di Funari erano il carisma, la creatività, una curiosità fuori dal comune, e una grande umanità. Un uomo di spettacolo a volte ha delle fragilità anche se si è esibito 2 sere prima al Madison Square Garden. Gianfranco quando dovevamo uscire ci diceva "E se poi non mi riconoscono? Magari non mi salutano neanche..." Un po' ci scherzava, ma non più di tanto, usciva un po' teso e attento... poi appeno uno sconosciuto gli diceva "Ciao Gianfrà!" si rilassava e tornava di buon umore... Negli ultimi anni forse, nonostante fosse sempre gagliardo, era un po' più sensibile alla commozione e alla malinconia, ma non credo sia considerabile come una debolezza.
Quanto deve la tv italiana a Gianfranco Funari e perché (qualche esempio)? Oggi, secondo te, sarebbe soddisfatto nel vedere gli “sviluppi” della sua idea di portare la “gente comune” in televisione?
MF: Quanto la tv debba a Funari non lo so. La gente dovrebbe riconoscergli il merito di avergli dato spazio libero in tv per esprimere le proprie opinioni. Oggi la gente dovrebbe chiedere di riaverlo...questo spazio. Essere protagonisti di programmi vari, non vuol dire poter avere un palcoscenico per esprimere il proprio pensiero. Funari non usava la gente.
AF: GF faceva parlare la gente in tv, anche dei fatti propri ma per creare un dibattito sociale, un confronto anche leggero a volte, ma comunque era un modo per far circolare le idee, per capire se stessi e la società. Oggi spesso la gente in tv, è "usata" anche se ne è consapevole, per alimentare il voyeurismo o per creare un effetto emotivo e ci sono programmi che lo sanno fare in maniera perfetta, ma è una cosa diversa dalla tv di Funari. Da anni in tv per diversi motivi non c'è un people show come lo era Aboccaperta... ma questo è un discorso lungo. Di sicuro tutti i talk di attualità politica da Rete 4 a la7, compresi quelli delle tv locali devono tantissimo a Funari perchè quel modello lo ha inventato lui, anzi come direbbe Funari ... "Il master è il mio! Gli altri... m'hanno copiato!"