Il titolo, Gangs of London, suggerisce immediatamente qualcosa che c’entri con bande di criminalità organizzata in quel di Londra. E fin qui ci siamo. Poi leggi la presentazione ufficiale, "nuova epopea criminale" e ovviamente pensi a una versione seriale, e britannica, de Il Padrino, e anche su questo, tutto bene. Quello che però proprio non ti aspetti dalla nuova serie Sky Original, al via il 6 luglio, in tempo per consolare gli orfani di Diavoli – ovviamente non per la storia, ma per l’ambientazione nella City di oggi (sobborghi compresi) e per la mega produzione (Sky Studios e Pulse Films e Sister Pictures) – è che Gangs of London possa essere una serie action. Ma action vero, quello fatto di calci, pugni, combattimenti corpo a corpo che a tratti sfiorerebbero l’assurdo se non si sapesse che, per i cultori del genere, è così che va fatto, basti pensare a Kill Bill di Tarantino e alla saga di John Wick, di cui, in un certo senso, si evoca l’eleganza di scontri, perfetta per uno show che viene presentato anche come una sorta di risposta inglese a Gomorra (con echi di Tarantino).
Il mistero, in realtà, è presto risolto: Gangs of London è scritta (e diretta nel 1°e 5°episodio) da Gareth Evans che, per chi non lo sapesse, è il deus ex machina di The Raid (e del suo sequel), da definizione un "film d'azione di arti marziali indonesiane". Perché Evans, di arti marziali indonesiane, è appassionato, tanto da essere il primo cineasta europeo ad averle introdotte nella cinematografia occidentale. Prima di The Raid 1 e 2 (che si chiamano rispettivamente Redention e Berandal, per la precisione) aveva girato anche Merantau, altra pellicola anglo-indonesiana, per dare poi vita a Apostolo, per Netflix. Ma Gangs of London non si ispira soltanto al mondo delle arti marziali, ma anche a quello della tradizione dei gangster movie, di cui mantiene gli stilemi classici adattandoli ai tempi contemporanei. Ad aiutare Evans nella scrittura, il fidato direttore della fotografia (di tutti i suoi film precedenti) Matt Flannery.
Come inizia Gangs of London? Un uomo appeso per un piede in cima a un grattacielo – veduta della City che ci mancava dopo Diavoli, appunto – viene inondato di benzina dal giovanotto in piedi sopra di lui, che poi, incurante delle suppliche, gli dà fuoco. Un’immagine potente, certo, ma che si rivelerà quasi un aperitivo analcolico rispetto alle scene che vedremo poi, tra cui un enorme sicario in mutande che si dà alla macellazione delle vittime con una mannaia.
La storia, di per sé, è conforme alla definizione iniziale e si sviluppa a partire dall’omicidio di Finn Wallace, potente boss mafioso. La sua morte rompe gli equilibri di cui era baricentro: da una parte il figlio Sean, cioè Joe Cole (che da Peaky Blinders ci restituisce lo stesso sguardo glaciale) vuole congelare qualsiasi operazione finché non avrà trovato l’assassino del padre, dall’altra i consiglieri Ed Dumani e suo figlio Alex cercano di mediare tra il volere dei Wallance (matriarca compresa, Michelle Fairley, ex Catelyn Stark di Game Of Thrones) e le necessità commerciali dei vari clan criminali, impazienti di riprendere i loro traffici. Per comprendere il rango dei vari criminali, basta guardare il look: i capi sono vestiti in completi scuri, gli esecutori in tute di acrilico.
In mezzo a questa situazione a dir poco esplosiva, salta fuori pure Elliot Finch (Sope Dirisu di Black Mirror), factotum dei Wallace (per non fare spoiler) e protagonista di scene pazzesche: prima tira giù il pub di copertura e osservazione dei gangster, poi sfugge a un corpo a corpo col sovra citato macellaio e quando gli viene chiesto come ha fatto, da solo, a far fuori sei criminali rivali, risponde quasi serafico: "Erano otto, ma avevo una freccetta".
Va detto che tutta questa azione adrenalinica tra risse, esplosioni, omicidi e chi più ne ha più ne metta, rende a volte difficile riprendere la concentrazione, nelle scene di “calma”, sulle dinamiche politiche, le gerarchie e gli intrighi dei clan. Ma forse è proprio quest’alternanza tra action e drama mafioso a rendere Gangs of London un prodotto unico: in Inghilterra ha spopolato al punto da segnare il secondo miglior esordio per una produzione originale Sky in UK (dopo Chernobyl) ed è già stata rinnovata per una seconda stagione. Potrebbe essere il via per una nuova tradizione del gangster movie, remixato in chiave moderna e action. Nel frattempo è la serie perfetta per le sere afose di quest’estate.