Come al solito le dichiarazioni provocatorie di Giorgia Soleri sollevano domande sulla sua autenticità e sul desiderio di visibilità. Forse è giunto il momento per lei di concentrarsi sul suo talento, invece di cercare l'applauso facile con dichiarazioni superficiali. E mentre restiamo in attesa di vedere come evolverà la sua carriera nel mondo dell'intrattenimento ci godiamo il vestito rosso col quale ha calcato il red carpet al Festival del cinema di Venezia che ha fatto l'unica cosa che ci sembra un gesto di protesta: coprire i peli. "Sono umana, faccio errori e ho pensato anche a cose peggiori di questa". L'ammissione di colpa proviene direttamente dal profilo (un po' in crisi, eh) della Soleri, recentemente ospite a Venezia. Il mea culpa, non richiesto da nessuno, fa riferimento alle parole dell'anno scorso quando, invitata sul red carpet della kermesse, sempre attraverso i social, aveva dichiarato di non amare affatto il cinema. Immagino la felicità degli organizzatori di fronte alle parole dell'allora "fidanzata di Damiano dei Maneskin". Ieri, invece, l'attuale ex di Damiano David ha pensato bene di scusarsi (a distanza di un anno) e ammettere che forse non capisce molto e che la sua arroganza nata dall'ignoranza andava punita. Si è messa in gioco, ha visto il Maestro con Bradley Cooper, ci ha deliziato con una recensione, e vista la verbosità con cui ha parlato, sembra che comunque continui a non apprezzarlo, ma una pezza andava pur messa per giustificare la sua presenza al Lido. Qualcuno però dovrebbe farle notare che ormai gli infiltrati non si giustificano nemmeno più, ma ne fanno quasi un motivo di vanto. Per questo quasi applaudo Biagio Danelli, ex concorrente del Grande Fratello Vip, che attraverso Instagram ha scherzato su questa situazione, dimostrando di non dover vergognarsi se, per vanità o desiderio di qualcosa di nuovo, decide di camminare sul tappeto rosso tra i grandi del cinema mondiale, un'esperienza che personalmente ho vissuto e posso confermare essere estremamente divertente.
Ma è inutile sottolineare l'ovvio: le continue gaffe di Giorgia nascono tutte dal suo bisogno di visibilità dopo la rottura con il frontman più famoso al momento nel mondo. E dopo aver cercato di condividere il malessere del padre su Instagram (pochissimo, va detto), la nostra eroina gioca l'asso nella manica, il classico gesto della sua comunicazione da quando è diventata "qualcuno" (ma ancora non qualcosa): "Sarò la prima a calcare il tappeto rosso del festival con i peli ovunque". I peli. Se non è la vulvodinia, sono i peli. Un gesto politico apprezzabile per liberare la donna dalla schiavitù del rasoio. Bellissimo. Ma nemmeno si può contare il numero di attrici che in segno di protesta hanno partecipato a eventi del jet set senza rasarsi le ascelle, da Lourdes Maria Ciccone a Julia Roberts, passando per Rihanna e Beyoncé. "Ma parlavo di attrici italiane proprio qui!" sottolinea la nostra, ma purtroppo dobbiamo contraddirlo ancora: Sophia Loren (che non risulta essere una celebrità ungherese) lo ha fatto nel 1955. Sessantotto anni fa. Qua, persino i suoi peli biondi sulle gambe sembrano non sapere più come comportarsi e alla fine sono stati tutti nascosti sotto un abito rosso, lunghissimo, che le donava molto bene.
Tutto questo fa quasi tenerezza e mentre la "Signorina Nessuno", dal titolo di un suo libro di poesie, cerca di capire "cosa è" oltre a "chi è", noi giornalai d'Italia ci permettiamo di darle un consiglio mestamente: è meglio restare in silenzio che dire sciocchezze. In un mondo dove l'attenzione è il bene più prezioso e la notorietà spesso dura meno di un tweet virale, sembra che lei sia ancora alla ricerca della sua strada nel grande circo della fama. Mentre la sua celebrità è stata principalmente legata a una passata relazione con un personaggio noto (destino simile a decine di altre star come lei), sembra che non riesca a trovare la bussola per navigare da sola nell'oceano dell'attenzione mediatica. Forse dovrebbe riflettere sulla sua strategia: forse e dico forse, i commenti provocatori o le dichiarazioni strampalate sono il suo unico modo per attirare qualche minuto di gloria, ma alla fine, si tratta solo di un fuoco di paglia (pure debole) nell'era digitale. Forse dovrebbe concentrarsi su ciò che realmente conta: il suo talento (che sicuramente esiste), e smettere di cercare l'applauso facile con dichiarazioni sulla depilazione o sulla sua profonda mancanza di comprensione del cinema. Siamo certissimi che giorno riuscirà a ottenere rispetto e ammirazione per il suo lavoro, anziché cercare l'attenzione con atteggiamenti superficiali e insignificanti. Ma fino ad allora, continueremo a commentare le sue prese di posizione, come facciamo con tutti i personagggini di questa triste commedia mediatica.