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Perché l’orologio di Sainz vale così tanto?

  • di Umberto Mongiardini Umberto Mongiardini

4 settembre 2023

Perché l’orologio di Sainz vale così tanto?
Si tratta solo di moda o ci sono caratteristiche tecniche tali da giustificare un valore del genere? Andiamo a vedere i dettagli dell’orologio rubato e recuperato dal pilota della Ferrari dopo il weekend del GP di Monza

di Umberto Mongiardini Umberto Mongiardini

La storia, ormai, è risaputa: dopo il podio conquistato durante il GP di Monza, Carlos Sainz è stato derubato del suo orologio fuori dal proprio hotel prima di riuscire a riappropriarsene, dopo un inseguimento per le vie della moda di Milano. Si parla di un orologio prezioso, un Richard Mille, dal valore che si aggira attorno ai 300.000 euro. Ma cosa rende questo orologio così costoso?

Gli orologi Richard Mille sono rinomati per le proprie caratteristiche tecniche all’avanguardia, a partire dai materiali della cassa, fino ai movimenti sofisticatissimi. Spesso abbinati a nomi importanti dello sport, i Richard Mille fanno parte di un mercato davvero di nicchia, un po’ per il prezzo, un po’ anche per un design molto personale.

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Carlos Sainz con il Richard Mille RM 67-02 Alexander Zvervev

Nello specifico, il segnatempo che aveva al polso Sainz è un Richard Mille RM 67-02 Alexander Zvervev, modello dedicato all’omonimo tennista tedesco che, fino all’anno scorso, era secondo nel ranking mondiale. Veniamo però al sodo.
Nato per dare il meglio al polso degli atleti, il modello RM 67-02 si presenta come un orologio sottile, leggero e colorato e, con un po’ di fantasia, può essere abbinato bene sia a un look sportivo che a uno un po’ più formale.
Una delle peculiarità che salta subito all’occhio, è la cassa in Carbonio TPT e Quarzo Rosso TPT, materiali non certo comuni nel mondo dell’orologeria. Si tratta di filamenti che non superano i 45 micron, allineati da una macchina che alterna posizionamenti con inclinazioni che variano fino a 45 gradi, cotti a 120 gradi e pressati a 6 atmosfere. Una volta sfornata, la cassa viene lavorata a CNC.
Anche il movimento, il CRMA7, chiaramente, è all’altezza della cassa (e del prezzo). Si tratta di un movimento di manifattura, scheletrato, che impiega come base di partenza un piatto e dei ponti in titanio grado 5. Uno dei dettagli sicuramente più belli è il rotore di carica, che abbina la fibra di carbonio a una massa oscillante in oro bianco. In totale il movimento è spesso solo 4 millimetri ed è in grado di resistere a grandi sollecitazioni.

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Il Richard Mille RM 67-02 Alexander Zvervev

Il Richard Mille RM 67-02, in totale, ha un peso di soli 32 grammi, incluso il cinturino in tessuto elastico. In questo modo è praticamente impercettibile al polso, il che lo rende adatto anche agli sport più faticosi.
Questo modello, nello specifico, è stato declinato in diverse versioni, per alcuni sportivi di spicco, che hanno potuto metterne alla prova la resistenza. Il francese Alexis Pinturault, ad esempio, ha indossato questo modello nelle sue discese sulle piste da sci, mentre il cinque volte campione del mondo di rally, Sébastien Ogier, ha sfruttato le caratteristiche tecniche dell’RM 67-02 durante le tappe del Rally di Argentina.

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Il movimento del Richard Mille RM 67-02 Alexander Zvervev

Oltre ad essere indossato da Carlos Sainz, questo modello aveva già fatto il proprio debutto all’interno del mondiale di Formula 1 al polso di Fernando Alonso a cui, durante la propria permanenza in McLaren, era stata dedicata un’edizione speciale con cassa e cinturino blu.
Dunque, vale l’RM 67-02 i 300.000 euro richiesti sul mercato del secondo polso? La risposta è indubbiamente soggettiva ma la ricerca, la tecnica e i materiali impiegati nella realizzazione di questo orologio, certamente, giustificano un prezzo così alto, senza dimenticare l’esclusività di un pezzo del genere.

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