Sta facendo discutere il manifesto di diverse centinaia di professori contro il Green pass all’università. Nel documento contestano come non vi sia “la piena assunzione di responsabilità da parte del decisore politico” visto che “comporta rischi evidenti, soprattutto se dovesse essere prorogata oltre il 31 dicembre, facendo affiorare alla mente altri precedenti storici che mai avremmo voluto ripercorrere”. Rivendicazioni alle quali ha aderito anche lo storico Alessandro Barbero, diventato una vera e propria star di Youtube, che ha spiegato: “Se introducessero l'obbligo vaccinale non avrei nulla da dire. Così è un sotterfugio”. Ma non tutti sono d’accordo nel mondo dell’università, come per esempio Umberto Galimberti, già professore ordinario di filosofia della storia e di psicologia generale e di psicologia dinamica all’Università di Venezia, nonché membro ordinario dell’International Association of Analytical Psychology, oltre a poter vantare su una miriade di pubblicazioni e ad essere anch’egli uno degli uomini di cultura più noti al grande pubblico e condivisi sui social. Lo abbiamo raggiunto a margine di una conferenza e ci ha spiegato perché, secondo lui, la contrarietà al Green pass non è accettabile.
Professore, lei non ha aderito ma il suo collega Alessandro Barbero sì. Come mai?
Non capisco perché gli intellettuali si devono distinguere dalla gran massa, penso per ragioni narcisistiche. Perché insomma, se c’è una pandemia e il vaccino funziona, e non è una ipotesi ma la realtà verificata, a questo punto è inutile fare gli “obiettori”, se non per distinguersi e cercare di farsi notare tra noi intellettuali.
Barbero ha sottolineato le “misure umilianti di cui è impossibile vedere l’utilità: penso a quegli operai o poliziotti che non possono mangiare in mensa seduti accanto ai colleghi, con i quali, però, hanno lavorato fianco a fianco fino a un minuto prima”.
Ho capito, ma il problema non sono le proibizioni del governo, ma la pandemia che può dilagare negli altri. Quelli che non si vaccinano, diciamocelo chiaro, sono quelli che possono contagiare. Perché per la loro libertà io devo mettere in gioco la mia salute? Ma sono ragionamenti da fare?
Quindi anche intellettuali come Massimo Cacciari, Gianni Vattimo, Giorgio Agamben, tutti contro il Green pass, sono tutti narcisisti?
Ma sicuramente, non c’è altro senso nel loro comportamento. Mattarella ha parlato chiaro, Draghi anche, persino il Papa… cosa vorrebbero fare loro di diverso per contenere questa pandemia?