“Sia io che Andrea siamo omosessuali dichiarati, non ci siamo presi il diritto di parlare di qualcosa che non conosciamo. Però abbiamo scelto di farlo prendendoci per il culo”. Con questa premessa inizia la conversazione di MOW con Giovanna Donini, autrice, insieme ad Andrea Midena della commedia musicale “Harry, Ti presento Sergio...”, in scena allo Zelig di Milano per un’intera settimana (lunedì escluso) dal 20 al 27 maggio. Si tratta di uno spettacolo che ha per tema l’eterofobia. Sì, avete letto bene: ambientata in un mondo “al contrario”, il Regno di Gaio, la storia racconta le peripezie del principe Harry, unico eterosessuale del reame, costretto a nascondersi e a vivere il proprio “bizzarro” orientamento sessuale in gran segreto. Tra personaggi incredibili (e liberamente ispirati a vecchi e nuovi “mostri” a piede libero nella nostra società) e capre che non belano ma urlano “Sgarbi!” a ripetizione, il Regno di Gaio non è il più comodo dei mondi in cui vivere. Ma promette di essere molto divertente da vedere come spettatori, anzi l’autrice ci assicura che lo show sarebbe in grado di “procurare orgasmi”. Del resto, è sexy e lo sa dal 2019, anno della caldissima anteprima mai più replicata per via del Covid. Un viaggio tra sinomini e contrari, raccontato direttamente dall’autrice che l’ha concepito (e che non teme critiche di sorta).
Quindi lei e Andrea Midena (che vedremo anche in scena nel ruolo del Principe Harry), portate allo Zelig una commedia musicale a tema eterofobia. Esiste l’eterofobia?
Ovviamente no. Noi abbiamo voluto ribaltare il mondo creando un buco spazio-temporale in cui esiste un regno, il Regno di Gaio. Lì tutti sono gay tranne il principe Harry, l’erede al trono, che è in grande difficoltà perché non tutti accettano l’eterosessualità nel suo mondo, anzi: deve nascondersi e non sa come fare “coming out”. Chiaramente abbiamo dato allo spettacolo una chiave comica, ma ’intenzione è di far riflettere lo spettatore sulla discriminazione. E poi ci piaceva l’idea di vedere questi eterosessuali destinati a soffrire e ad amarsi “di nascosto” (ride, ndr).
Sa che questo Regno di Gaio, lo dico da donna eterosessuale, mi ricorda un po’ Milano?
In effetti, potrebbe essere Milano (ride, ndr). In realtà noi nello show l’abbiamo immaginato vicino a Torre del Lago. Di fianco al Regno di Gaio c’è quello di Lesbia e anche questo magico luogo avrà una sua funzione importante nello show…
Niente spoiler! Anzi, gliene chiedo uno: ci sarà la leggendaria scena dell’orgasmo di Meg Ryan come nel celebre film Harry ti presento Sally?
No. Ma il nostro è uno spettacolo che procura orgasmi.
Nientedimeno?
Suonerà spavaldo. Ma è così.
E come li procurerebbe questi orgasmi?
Beh, tanto per cominciare con le parodie delle più iconiche per il mondo rainmbow: per esempio YMCA è diventata “Che uomo sei, se non sei gay?”. Poi il Regno di Gaio è particolare perché è tutto “al contrario” e succedono cose incredibili: le capre non belano, ma urlano “Sgarbi!” a ripetizione, Dazn non si impalla mai… In particolare, quest’ultima cosa procurerebbe un orgasmo a qualunque eterosessuale, no? (ride, ndr)
Priscilla, Kinky Boots, Tutti parlano di Jamie… Sembra che la commedia musicale sia appannaggio delle drag. Non trova?
Forse un po’ è vero. Spesso la narrazione di tematiche di discrimazione omosessuale, al di fuori del mondo drag, viene spesso raccontata nei film, in tv e sui social con una fitta coltre di dramma. Il dramma esiste eccome, beninteso, ma anche i gay e le lesbiche sanno cantare, divertirsi e divertire, sai?
Ah sì? Incredibile! E come?
Prendendosi per il culo!
Considerato il meccanismo del "ribaltimento" e la delicatezza del tema... teme che possano arrivare critiche?
Ogni critica, se dovesse arrivare, sarà comunque ben accetta. Ma siamo certi che chi verrà a vedere lo spettacolo, ne coglierà lo spirito ironico e anche il messaggio.
Una risposta un po' meno "politicamente corretta"?
Venite allo Zelig, gli orgasmi li portiamo noi!