Parlando de I Molti Santi del New Jersey, film prequel dei Soprano, non si può non parlare della colonna sonora. Del resto la caratterizzazione musicale dei gangster movie è sempre stata un elemento centrale sia nel raccontare la congiunzione culturale tra la musica popolare italiana degli anni Trenta e il successo commerciale dei primi crooner italo-americani che l’evoluzione gerarchica dei personaggi all’interno delle proprie “famiglie”.
A partire dai primi classici realizzati durante il periodo della grande depressione fino alla dolente malinconia di Nino Rota ne Il Padrino, la colonna sonora ha esercitato il ruolo di narrazione popolare e sociale nel comprendere la formazione ed il conseguente sviluppo della tradizione culturale italo-americana.
L’utilizzo dell’opera classica, eseguita dai più importanti tenori del dopoguerra, enfatizzava le corde di un immaginario legato al fascino del vecchio mondo in cui anche l’illegalità sembrava essere un atteggiamento “nobile” se dettato da un preciso codice d’onore.
Ma con l’evoluzione del genere divenne fondamentale raccontare musicalmente anche la nuova generazione italo-americana e la loro formazione nella società: in questo fu decisivo l’apporto quasi storiografico di Martin Scorsese. Cresciuto a Elizabeth Street, fulcro culturale di Little Italy, ha trasposto nei suoi film il fascino musicale che gli italiani di terza generazione provavano, presumibilmente, verso il nascente rock and roll strettamente correlato al loro stile di vita duro alimentato da una condizione sociale precaria in quartieri in cui il potere non era esercitato da nessuno.
Come sottolineato dal giornalista Adrian Danks, la cifra sonora di Scorsese ci invita a provare e persino a condividere l'eccitazione, il pericolo e l'abbandono periodico di un gruppo di aspiranti gangster che si stagliano sullo schermo. Ed è proprio seguendo questo schema che si compone la colonna sonora de I Molti Santi del New Jersey.
Ambientato tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta, il film ripercorre le gesta di Dickie Moltisanti (Alessandro Nivola), zio e mentore di Tony Soprano, impegnato nella formazione morale ed emotiva del giovane e promettente nipote destinato a diventare il leader della mafia del New Jersey.
Sebbene a livello narrativo il film risulti dispersivo (nel tentativo di raccontare i molteplici personaggi che popolano il mondo dei Soprano), l’elemento che colpisce più di tutto è sicuramente la narrazione sonora legata alla creazione del personaggio Tony Soprano e la sua interpretazione magistrale eseguita da Michael Gandolfini, figlio del compianto James Gandolfini diventato immortale proprio per questa sua interpretazione.
Tony non ha ancora la percezione oggettiva di quello che diventerà e la musica sembra quasi scandire gli attimi della sua evoluzione da giovane adolescente con il sogno di diventare un giocatore di football professionista, al boss enigmatico ed eclettico che vediamo nella serie.
I Molti Santi del New Jersey tenta di scavare nella formazione “spirituale” di Tony Soprano con le intenzioni di mostrare gli elementi salienti che ne condizioneranno la sua figura in età adulta. Dal rapporto complesso con la propria famiglia fino al disfacimento psicologico causato dall’impossibilità di uscire da una vita indirizzata verso un unico fine.
Come raccontato da David Chase, ideatore dell’epopea Soprano, Tony Soprano è l’unico personaggio ad avere una colonna sonora dedicata in tutto l’arco della serie nonostante i notevoli spunti musicali che compongono lo show. Le scelte sonore e soprattutto testuali dei brani selezionati permettono di completare e ampliare narrativamente tutte le sfumature della personalità complessa di Tony Soprano, tanto da rappresentare un nuovo personaggio a servizio delle “gesta” dei Soprano.
I Molti Santi del New Jersey è un prodotto incentrato sulla riscoperta dell’epicità di uno degli show che più hanno segnato la serialità televisiva degli ultimi vent’anni e che ci fa scoprire i lati nascosti e ancora inesplorati della saga legata alla formazione di Tony Soprano.
Sul finire del film (minispoiler) una canzone cominciare a riecheggiare, un tema sonoro già sentito nell’arco di sei stagioni che va a testimoniare l’inizio del mito: “Woke up this mornin’ / got yourself a gun / your mama always said you’d be the choosen one”.