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Il premio Nobel
italiano Giorgio Parisi:
“I taxi e le auto private spariranno”

  • di Redazione MOW Redazione MOW

6 ottobre 2021

Il premio Nobel italiano Giorgio Parisi: “I taxi e le auto private spariranno”
Il fisico teorico dell’Università Sapienza di Roma e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e vicepresidente dell’Accademia dei Lincei, nel rispondere ad alcune domande sugli studi che lo hanno portato al prestigioso riconoscimento, spiega perché grazie ai “sistemi complessi” tra dieci anni l’intelligenza artificiale permetterà di rendere possibile la guida autonoma, con la sparizione dei taxi, dei mezzi che servono per le consegne e in parte delle auto private

di Redazione MOW Redazione MOW

Il Premio Nobel 2021 è stato assegnato al fisico italiano Giorgio Parisi. 73 anni, di Roma, è un fisico teorico dell’Università Sapienza e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e vicepresidente dell’Accademia dei Lincei. Ha vinto il prestigioso riconoscimento per la Fisica “per la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici da scala atomica a scala planetaria”. Parisi è il sesto fisico italiano a ricevere il Nobel dopo Guglielmo Marconi, Enrico Fermi, Emilio Segrè, Carlo Rubbia e Riccardo Giacconi. Nello specifico, il premio gli è stato riconosciuto per lo studio dei “sistemi complessi” che lui stesso ha cercato di spiegare in modo “semplice” alla stampa. E proprio da queste risposte, ne sono emerse alcune che possono dare un’idea di quale sarà l’evoluzione del mondo dell’automotive.

Sul Corriere della sera, per esempio, il giornalista gli chiede se i sistemi fisici complessi che ha studiato trovano applicazione nella nostra realtà quotidiana. E lui risponde: “Certamente. Molti lavori, come ho detto, sono stati fatti nel passato remoto, ma hanno ancora valore attuale”. Quale, per esempio? “L’intelligenza artificiale. Gli studi sono connessi a quelli fatti negli anni Ottanta. Molte cose sono già state utilizzate, ma molte altre possono essere ancora sfruttate. Ora vorrei io stesso riprendere in mano l’intelligenza artificiale per rimetterla in moto”. E poi entra ancora più nello specifico, cercando di far capire a cosa serva l’intelligenza artificiale: “A parte per giocare a scacchi molto meglio di come giochiamo noi? Oppure a riconoscere le facce su Facebook?” domanda all’intervistatore, che lo sollecita. Sì, sì certo... “Parlando di cose importanti diciamo che i campi di applicazione sono tantissimi, molto pratici. Come per esempio, la possibilità di trovare nuovi medicinali”. Oppure? Cos’altro? Viene ancora incalzato: “La guida automatica dell’automobile. È un campo dove si sta andando avanti molto lentamente, ma penso che fra dieci anni ci si arriverà, così si ridurranno gli incidenti automobilistici. L’intelligenza artificiale ha la capacità di informarsi sul mondo esterno molto meglio dell’uomo. Però bisogna stare attenti, ci sono anche risvolti pericolosi dell’intelligenza artificiale”. E prosegue parlando degli armamenti più all’avanguardia, come per esempio i droni, per i quali sarà sempre necessario l’intervento dell’uomo per decidere l’obiettivo. Ma è in una intervista a Il Messaggero, che Parisi è ancora più preciso sul futuro dell’auto e prospetta uno scenario fantascientifico, eppure secondo lui non così remoto. Le auto a guida autonoma arriveranno? Gli viene chiesto. E il fisico risponde: “Sì, ho l'impressione che gli annunci delle case automobilistiche siano motivati dalla ricerca di finanziamenti dei loro progetti, però le auto arriveranno e saranno un cambiamento enorme delle nostre abitudini. Spariranno i taxi, le persone che fanno le consegne, in parte anche le auto private, ma spero che si compia la transizione ecologica perché siamo in una situazione molto grave in merito al cambiamento climatico, dobbiamo diminuire l'impatto sulle risorse limitate del pianeta”.

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