Sono nervoso. SuperBowl LVI mentre giocano Rams vs Bengals (a noi Rams premeva soprattutto battere gli odiati 49ers). Eccoci al fatidico 2 minutes warning, l’avvertimento per tutti, che segnala 2 minuti alla fine della prima parte della partita. Tempo che di solito viene semplicemente fatto scorrere velocemente per correre negli spogliatoi e raggrupparsi, oppure, se in prossimità della end zone avversaria, tempo che viene fatto scorrere lentissimamente per cercare di segnare un touchdown. Non stavolta. This time something was different. Qualcosa di diverso contagiava i presenti sulle sidelines, una sorte di scossa elettrica serpeggiava fra fotografi, coaches, personale Nfl, giudici di linea, Vip sugli spalti (LeBron in primis) e cheerleaders incluse. Tutti in spasmodica attesa. Metà tempo, squadre negli spogliatoi, da dove la telecamera, inquadra e segue il kicker dei Bengals, che di soppiatto esce dagli spogliatoi e si nasconde fra la gente in mezzo al campo, proprio come fece Michael Irving (wide receiver mito dei Cowboys) in occasione dell’half time del SB 1993. Che sia un segnale? Un indizio di quello che sta per arrivare? Sì.
Anch’io in stato apprensivo, sfinito, non tanto per la partita, ma per The Show, uno dei ticket più appetibili fra gli entertainers. Difficile non ricordarsi fra i più belli quelli di Michael Jackson a Pasadena, Prince, Lady Gaga, Springsteen, Beyonce… anche se la line up di questo è storico, unico, mondiale, e nasconde fra le canzoni un risvolto rivoluzionario, sociale, politico. Niente può essere paragonato ad un lineup composta da Dr. Dre, Snoop Dogg, Eminem, Mary J. Blige, 50Cents & the new kid Kendrick Lamar. Adesso godiamocelo, fino alla fine, poi ne parliamo.
Eccomi. Esausto, in lacrime, in defibrillazione, percorso da scosse adrenaliniche forti quanto una rianimazione. In poco più di 15 minuti ho riassaporato 30 anni dopo gli stessi ricordi, le passioni, le emozioni e la devozione di chi come me ha vissuto proprio a Compton e Crenshaw, il periodo delle fucking low riders, bling bling (collane e gioielli d’oro indossati perché, in caso di arresto, servivano a pagare la cauzione), gangs (crips & bloods), ma soprattutto di drums, beats e testi di quel movimento musicale che, prendendo dalla vita quotidiana del ghetto, ha trasformato rock&roll e soul in rap, musica onesta, brutale, di assoluta protesta sociale che da allora continua ad affascinare il mondo intero. Certo, c’è chi ha visto i Beatles, i Rolling Stones, chi ancora Coachella... io invece sono andato al The Up&Smoke Tour (2000) West Coast Rap, the absolute #1 fucking best tour musicale che abbia mai visto in vita mia. Il Dvd del tour è Bibbia, Vangelo e Corano che, se ancora sconosciuto, apprezzerai comprandolo (non vi deluderà). Tour che è durato da giugno ad agosto, 3 mesi, 44 spettacoli con, senza alcun dubbio, la line up più storica di sempre - Dre, Snoop D.O.G. più Ice Cube, Eminem, Proof, Nate Dogg, Kurupt, D12, MC Ren, Westside Connection, Chilldrin of da Ghetto, Mel-Man, Tha Eastsidaz, Doggy's Angels, Devin The Dude, Warren G, Crucial Conflict, TQ, Truth Hurts, Xzibit, The D.O.C., Hittman, Six-Two, and Ms. Toi. .. e l’introduzione del nuovo duetto Dre+SNoop STILL DRE …I still got love for the street… perché è da lì, dalla strada, che sono arrivati, ed è sulla strada che si sfidavano, sempre sulla strada dove morivano, falciati dalle pallottole dei poliziotti o delle gang rivali.
In questi 20 minuti (massimo concesso dalla Nfl allo show) ancora una volta c’era tutto quello che serve per amare ed essere amati, per ricordare, accettare, sfidare, progettare e soprattutto celebrare Los Angeles. E di conseguenza Compton e Long Beach, terra natale di Dre, Lamar, Snoop. C’era love, sentimento, radici di appartenenza, sacrifico, pain & glory, bitches&rhymes della cultura hip hop mista a dolore e risentimento per non essere mai stati accettati, anzi, rifiutati dalla società, oltre che dall’industria musicale che aveva capito che rap e hiphop si sarebbero evoluti come messaggio politico sociale della massa underprivileged: che i negri d’America potenzialmente potevano rappresentare la libertà (economica e creativa) per tanti artisti. Questi 20 minuti documentano il birthplace (culla), significance (importanza) e trasformazione che il rap (da hip hop ad hardcore-gangsta) non solo della West Coast, ha avuto e che avrà nella storia della musica… un viaggio che ha portato Dre & Snoop, i primi rappresentanti, insieme a Ice Cube (il vero assente della serata) dal ghetto e dalla droga fino ad arrivare alla Rock&Roll Hall of Fame, per non parlare del Premio Pulitzer di Lamar e dalla prossima consacrazione di Eminem, il tutto coinvolgendo generazioni intere di giovani che, anche se di razze diverse, soffrivano tutti dello stesso problema: odio, bullismo, emarginazione.
Passiamo ad esaminare tweet-comments and post del dopo show.
Era un “nostalgia show”, ma fuck you! È la vittoria indiscutibile di Dre & Friends contro il sistema. Artisti di tre generazioni che per un motivo o l’altro sono stati considerati da società e cultura popolare “pericolosi o sovversivi”, non hanno mollato e che adesso sono mainstream. Con le concessioni fatte alla Nfl (a Snoop hanno detto di non fumare sul palco!! Di non usare epiteti come motherfucker, fuck, fuck you, fucking fuck) ci sono stati episodi che hanno avuto importanza, come Dre che ha cantato 'still not loving da police’; Lamar e i suoi movimenti militari di M.A.A.D City; Snoop che C-walk (passi danza gangs) indossando i colori blu di appartenenza dei Crips; panta khaki+whiteTees+calze+sneaker nere dei ballerini che oltre a essere divise Gangs, sono anche uniformi carcerarie in quel di Chino e di Bakersville, prigioni a livello 5, proprio per la gen population composta interamente da gangs. Che altro? Questo è il primo show dove gli artisti principali sono rappers. Tutti. E il regista dello show è lo stesso del film Straight Out of Compton, del film che se non l’avete visto, andate a recuperarlo.
“Non è musica”. Sentite, andate affanculo (WTF). Cosa mi dite degli attacchi di StillDre, l’inizio di Lose Yourself, California Love, la batteria di The next Episode; passi e bling bling di D.O.G.; la musica R&B di Family Affair di MJBlige. Musica che ha raggiunto ben 114 milioni di persone. Niente male come biglietto da visita. Mi sono mancate da morire pezzi di Doggy Style: Nothing but a G Thing & Gin &Juice, ma accontentiamoci della vittoria.
“Non c’era Tupac”. No, c’era eccome, in spirito e in musica. Non come ologramma, ma con le note di piano di I Aint’ Mad at Cha' west Coast… e la mitica California Love, canzone prodotta insieme a Dre che ha sancito Tupac come uno dei più grandi rappers di sempre.
“Ma cazzo, c’era Eminem…”. A sua importanza, dopo essere stato scoperto da Dre, sta nel fatto che con il suo arrivo il rap finalmente apparteneva anche ai bianchi, che già l'ascoltavano, ma che adesso potevano farlo vedere, sapere e portare in giro, con tanto di segni gangs, tatuaggi, baggy pants, bling, grills, pussy & bitches, senza venire derisi e considerati – per una volta – come i niggaz: cittadini di secondo grado.
“C’erano solo gli amici di Dre”. Ma basta! Marshall Mather, Cordozar Calvin Broadus e Curtis James Jackson, aka Eminem, Snoop Dog e 50 Cent sono bene o male prodotti della creatività di Andrè Romelle Young, aka Dr. Dre, presente con ben tre canzoni nella lista Rolling Stone delle 500 Greatest Songs of All Time. Sua la firma su capolavori quali il single California Love di/con 2Pac Skakur - nomina Grammy Best Rap Performance by Duo, e inno hiphop West Coast - il single Still D.R.E. con Snoop Dog – nomina Grammy Best Single 2000 – il mitico LP The Marshall Mathers di Eminem – 22 milioni di copie vendute – e il single In Da Club, seguito poi da LP Get Rich or Die Trying che porta alla ribalta internazionale 50 Cent. Dr. Dre viene accreditato come il primo a produrre reality rap, segnando l’inizio dell’era gangsta-rap intesa come messaggio sociale di testi contro discriminazione razziale e violenza della polizia, anche grazie al famoso pezzo Fuck tha Police. Nel 1990 Dre si unisce a Suge Knight e insieme fondano la Death Row Records, per cui produce il primo album The Chronic, in cui inventa, insieme a Snoop Dog, il ritmo G-funk stile della West Coast Californiana – il single Nothin’ but a ‘G’ Thang Baby è la Bibbia - che impiega musica funk, campionamenti e cori femminili, che porterá il rap a diventare fenomeno mainstream.
“Eminem fa sempre quello che vuole, gliel’avevano detto di non inginocchiarsi”. That is the point. Sempre contro l’establishment. Bravo Marshall. L’unico che ha ricordato ancora una volta, ce ne fosse stato bisogno, quanto hip hop and rap vanno controcorrente, quanto siano voce e grass root movement dell’1%.
“I set facevano cagare, anonimi, da Hollywood”. Chi lo dice non hai idea, non conosce. Persino il tappeto della cartina immensa infinita di Los Angels… (mai vista L.A. dall’alto?) è iconica. E poi, i buildings/sets rappresentavano cultura, luoghi d’infanzia, sangue, bloods&cripts, drive by shootings, block parties, cribs della culutra nera anni ‘90. Dre ha speso 9milioni di dollari di tasca propria (insieme a Jay Z producer) per tutto lo show, (la Nfl non paga entertainers per half time) proprio per lasciare un segno, per apporre quel timbro indelebile (operazione riuscita) di un tempo, di un movimento sociale, di una “rivolta musicale” anche contro la Nfl, dove tutti i proprietari sono bianchi (solo due di minoranza etnica, uno è pakistano e l’altro asiatico; stesso problema razziale denunciato proprio in questi giorni con tanto di azione legale contro la Nfl e il suo modus operandi di non assumere black coaches). Uno dei set era addirittura il famoso Tams21 di Compton (hamburger alti 50centimetri, con tanto di uova fritte e chili con carne), l’altro ancora era un famosissimo club, Eve After Dark, l’unico club di tutta L.A. che sfidando la polizia era aperto fino alle 5 della mattina, club dove andavano anche i rappers della East Coast come Run DMC et altri, ma soprattutto club dove Ice Cube andava da ragazzino a spit rhymes, dove ha incontrato Eazy E, dove ricevette i complimenti e l’invito ad unirsi a lui di un giovanissimo Dre e DJ Yella…. Life!
Adesso basta… vado guardare The Up in Smoke Tour…. And if you don’t get this... come dice Dre: fuck you all, if you don’t like me, blow me…