A "In Barba a tutto" la prima chicca della serata è Luca Barbareschi che entra in scena in ritardo quasi scivolando e con il fiatone di chi ha appena corso la maratona di Firenze. Si esibisce con la sua band e comincia a raccontarsi subito dopo: “Voi non vi rendete conto... Fate uno starnuto ed è un attimo che da quattordici anni arrivate a sessantasette. Lei lì in fondo, cazzo ride?”. Barbareschi fa un monito al suo pubblico, ovvero quello di evitare di starnutire (casomai dovessimo scoprire il modo di viaggiare nel tempo) per non invecchiare rapidamente. Poi presenta il primo ospite della serata, il “padre e nonno” Alessandro Preziosi. Alla battuta di quest’ultimo, “Penso di stare bene. Come si dice: felice, ma non felice!”, a Barbareschi accade un imprevisto in diretta che nessuno di noi si sarebbe mai aspettato: gli cade la prostata. Lo rivela di fronte a un pubblico spiazzato che ride per non piangere: “Alla mia età è un attimo e si perdono i pezzi, ragazzi. Oggi è toccato alla prostata, domani chissà”. Alessandro Preziosi, visibilmente in imbarazzo, tenta di riportare la conversazione su un binario più serio e ci riesce. Il tema che viene affrontato è la paternità. Preziosi rivela di essere diventato padre a 21 anni durante l’università, quando stava studiando per diventare avvocato. Dice che se non fosse stato per suo figlio non avrebbe mai fatto l’attore. Ecco che Barbareschi replica immediatamente con una battuta di dubbio gusto: “Beh c'è molta affinità tra avvocati e attori. Entrambi vanno a mignotte!” e ci ride solo lui.
Per fortuna Alessandro Preziosi riprende parola e cattura il pubblico in sala un po’ come quella volta in cui riuscì a rifilare una “super cazzola” alla professoressa di Filosofia del diritto all’università: “Andai lì, all'esame. Non avevo studiato assolutamente niente. Zero, sai cosa significa? Eppure imbastii un discorsone che non si era mai visto. La professoressa mi diede una lode. Pensa quanto potere hanno le parole”. Al che Barbareschi gli domanda se è a favore dell’eredità e del lasciare qualcosa in eredità ai suoi figli. Preziosi si guarda un po’ intorno e ammette tra lo sgomento generale che come eredità vorrebbe lasciare un portapenne ai suoi figli. “Scherzi a parte, io sono a favore di lasciare un’eredità ai miei figli mentre sono ancora vivo”. Verso la fine della trasmissione, si passa dal tema padri-figli al tema dello sport. Barbareschi imbastisce il discorso cercando un collegamento tra il grande campione Marcel Jacobs e la sua mental coach, la dottoressa Nicoletta Romanazzi. Il conduttore ammette di aver telefonato alla Romanazzi, non solo per invitarla come special guest, ma anche per: “chiederle se può curare anche il mio, di cervello”. La definisce innanzitutto come una “donna che entra nel mondo maschio”, ovvero il mondo del calcio e già questo basta a far storcere il naso (poi Barbareschi ci dirà, se vuole, come distinguere sulla cartina il mondo maschio dal mondo femmina). Solo a quel punto alla Romanazzi tocca raccontare di quando la chiamarono come mental coach per alcune squadre di serie A e le dissero che le donne in quel mondo non ci entravano. La sua risposta fu: “Mi avete chiamata voi. E se fate questo ragionamento per il mondo del calcio allora mi spiegate come ho fatto ad entrare otto anni fa come mental coach al palio di Siena?”. Barbareschi poi le chiede di soffermarsi sul suo rapporto di mental coach con Marcel Jacobs evitando quanto più possibile di toccare corde care al mondo delle femministe (mai sia!). La trasmissione si conclude con una seduta di gruppo dedicata alla respirazione profonda, con un Barbareschi che va quasi in apnea. Luca, respira!