image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Cronaca Nera
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Pieraccioni, l’immaginazione non basta a rendere buono un film mediocre: ecco perché “Pare parecchio Parigi” non è meglio di Pio e Amedeo o Ficarra e Picone...

  • di Maria Eleonora Mollard Maria Eleonora Mollard

22 gennaio 2024

Pieraccioni, l’immaginazione non basta a rendere buono un film mediocre: ecco perché “Pare parecchio Parigi” non è meglio di Pio e Amedeo o Ficarra e Picone...
C’erano tutte le premesse per trasformare “Pare parecchio Parigi” di Leonardo Pieraccioni in una commedia malinconica o dai delicati equivoci, ma non si ride mai davvero e non si va mai oltre la superficie, perché lo spazio è lasciato a personaggi stereotipati e a gag da puntata deteriore di Zelig. Sulla carta Nino Frassica, Massimo Ceccherini (nei panni del vicino rompipalle) e Chiara Francini potevano funzionare, ma… E se la “rinascita” del cinema italiano si ferma a questo film, a Pio e Amedeo e a Ficarra e Picone…

di Maria Eleonora Mollard Maria Eleonora Mollard

I prodotti audiovisivi italiani si distinguono in quattro macrocategorie: mafia, chiesa, famiglia e forze dell’ordine. Con i postumi del Capodanno ormai alle spalle la fila dei film di Natale (e per Natale intendo buoni sentimenti) per riunire le famiglie al cinema (almeno nei weekend) non sembra esaurirsi e ora purtroppo è il turno di “Pare parecchio Parigi”, quindicesimo film di Leonardo Pieraccioni. Pieraccioni si affida alla terza macrocategoria, quella della famiglia, ‘saccheggiando’ una bella e commovente fiaba realmente accaduta nel 1982: ci sono tre (in realtà erano due) fratelli Bernardo (Leonardo Pieraccioni), Giovanna (Chiara Francini) e Ivana (Giulia Bevilacqua) che non si vedono da anni - dalla morte della madre - ma si riuniscono di fronte alla malattia del padre Arnaldo (Nino Frassica). L’ex professore dal passato anaffettivo vuole recuperare fuori tempo massimo esperienze (oltre l’unità) che la famiglia non ha conosciuto. E come farlo se non partendo tutti insieme per Parigi? Non potendo allontanare di troppo il padre dall’ospedale i tre fratelli decidono di usare il maneggio di cavalli di Bernardo facendo leva sulla quasi totale cecità del malato per simulare su un camper il lungo viaggio che separa la Toscana dalla Francia. “Dodici ore possono rivoluzionare una vita intera”, dice il burbero padre che non ha mai fatto una carezza emotiva ai figli. Le potenzialità c’erano tutte - a Frassica basta poco per alzare il livello delle scene - per trasformare “Pare parecchio Parigi” in una commedia malinconica o dai delicati equivoci, ma non si ride mai davvero come non si va mai oltre una certa superficie: in 90 minuti non c’è abbastanza tempo per tirare le somme, perché lo spazio è lasciato a personaggi stereotipati e a gag che puntano sulla calata toscana o al già sentito e visto in una puntata deteriore di Zelig.

Da sinistra: Giulia Bevilacqua, Nino Frassica, Leonardo Pieraccioni e Chiara Francini
Da sinistra: Giulia Bevilacqua, Nino Frassica, Leonardo Pieraccioni e Chiara Francini

Sulla carta Nino Frassica, Massimo Ceccherini (nei panni del vicino rompipalle) e Chiara Francini potevano funzionare; lei milf degna della moda delle app di dating, peccato però che Chiara Francini calata in un film o nel programma “Drag Race” rimane sempre quasi la parodia di una scimmia urlatrice che per qualche motivo deve farti ridere per forza. Dopo gli ultimi sconfortanti risultati si pensava che Pieraccioni, non proprio nuovo al mestiere, avesse imparato la lezione, soprattutto se il regista accarezzava l’idea di sviluppare questo racconto da parecchi anni. Pieraccioni supportato dall’epoca post lockdown che ha dimostrato a tutti quanti più o meno quanto l’immaginazione possa essere davvero la chiave per renderci liberi dalle quattro mura che ci hanno visto ridere, piangere e morire, non ha saputo servirsi del fatto accaduto per farne una riflessione su quanto sia illusoria l’esistenza, contrariamente ai sentimenti e al pragmatismo nel dimostrare agli altri quegli stessi sentimenti: come umiliarsi girando in tondo per ore nello stesso punto semplicemente per rendere felice una persona che ami. Permane la sensazione che il regista abbia attinto dal caso dei fratelli Bugli per raccontarsi e raccontare solo ciò che vuole lui, riproponendo, anche nel 2024, la stessa comicità che inizia a non sortire più alcun effetto a discapito della caratterizzazione dei personaggi lasciati in bianco (vedi la sorella Ivana). Diciamolo, la maggior parte del cinema italiano sembra funzionare con rinforzi ‘positivi’: se vai al cinema tra dicembre e gennaio troverai film del genere amore/famiglia. A me, invece, pare che questa scelta creativa e poi distributiva ragioni in termini di rinforzo negativo: se non smetti di negare la rinascita del cinema italiano tra dicembre/gennaio sarai costretto/a vedere i film di Pio e Amedeo, Ficarra e Picone o Leonardo Pieraccioni, tanto che solo la vista di un cinema, di uno schermo bianco in una sala buia o dei titoli di coda di un film possono provocare in chi guarda una pesante eruzione cutanea psicosomatica. Prodotto da Levante cinema, oltre che da Rai cinema e distribuito dalla 01 Distribution, “Pare parecchio Parigi” ha invaso le nostre sale come emblema di una bella occasione sprecata. ‘Con il motore dell’immaginazione si possono fare migliaia di chilometri’ eppure, spesso, l’immaginazione non è sufficiente nel rendere buono un film mediocre.

More

Chiara Francini ha vendicato le “sopravvissute”: donne senza figli e senza idea se li avranno

di Micol Ronchi Micol Ronchi

La rivelazione

Chiara Francini ha vendicato le “sopravvissute”: donne senza figli e senza idea se li avranno

Vicidomini all’attacco degli spettacoli sovvenzionati dallo Stato: “Il teatro fa schifo e va pagato poco”

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Il comico morente

Vicidomini all’attacco degli spettacoli sovvenzionati dallo Stato: “Il teatro fa schifo e va pagato poco”

No Activity fa più ridere di una barzelletta sui Carabinieri. Capolavoro? Al massimo, non è un crimine

di Grazia Sambruna Grazia Sambruna

Non è un crimine

No Activity fa più ridere di una barzelletta sui Carabinieri. Capolavoro? Al massimo, non è un crimine

Tag

  • Chiara Francini
  • Nino Frassica
  • recensione

Top Stories

  • Siamo stati al concerto dei Modà a San Siro, ma com'è stato? Un live che zittisce chi li considera "finiti". E se pensate che siano solo nostalgia per cinquantenni non avete capito un caz*o e vi spieghiamo perché…

    di Benedetta Minoliti

    Siamo stati al concerto dei Modà a San Siro, ma com'è stato? Un live che zittisce chi li considera "finiti". E se pensate che siano solo nostalgia per cinquantenni non avete capito un caz*o e vi spieghiamo perché…
  • Facile invecchiare bene se sei ricco sfondato: abbiamo letto “Socrate, Agata e il futuro” di Beppe Severgnini, ma com’è? Un cocktail di banalità e vigliaccheria. Ma la filosofia è una cosa seria, il contrario di quello che scrive il “guru” del Corriere

    di Leonardo Caffo

    Facile invecchiare bene se sei ricco sfondato: abbiamo letto “Socrate, Agata e il futuro” di Beppe Severgnini, ma com’è? Un cocktail di banalità e vigliaccheria. Ma la filosofia è una cosa seria, il contrario di quello che scrive il “guru” del Corriere
  • W IL LESBO PATRIARCATO! Elodie si inginocchia a Gianna Nannini che le strizza le tette: a San Siro si consuma l'addio al femminismo, facciamo largo al clitoride rock? [VIDEO]

    di Ottavio Cappellani

    W IL LESBO PATRIARCATO! Elodie si inginocchia a Gianna Nannini che le strizza le tette: a San Siro si consuma l'addio al femminismo, facciamo largo al clitoride rock? [VIDEO]
  • Siamo stati al concerto di Ed Sheeran allo Stadio Olimpico di Roma, ma com'è stato? Zero ballerini o braccialetti. Solo lui, autentico, con le chitarre e plettri giganti come schermo. E Ultimo come ospite...

    di Angela Russo

    Siamo stati al concerto di Ed Sheeran allo Stadio Olimpico di Roma, ma com'è stato? Zero ballerini o braccialetti. Solo lui, autentico, con le chitarre e plettri giganti come schermo. E Ultimo come ospite...
  • Ma la cinquina finalista al Premio Strega ha mai fatto così cagare? Spoiler: no. Abbiamo letto i libri di Paolo Nori (Chiudo la porta e urlo), Nadia Terranova (Quello che so di te), Andrea Bajani (L'anniversario) e gli altri…

    di Jacopo Tona

    Ma la cinquina finalista al Premio Strega ha mai fatto così cagare? Spoiler: no. Abbiamo letto i libri di Paolo Nori (Chiudo la porta e urlo), Nadia Terranova (Quello che so di te), Andrea Bajani (L'anniversario) e gli altri…
  • Non rompete il caz*o al Premio Campiello: Saviano, Terranova e Ciabatti fuori dalla cinquina uno scandalo? Vi meritate il mainstream del premio Strega (dove vincono i best seller tipo “L’età fragile” di Donatella Di Pietrantonio)

    di Jacopo Tona

    Non rompete il caz*o al Premio Campiello: Saviano, Terranova e Ciabatti fuori dalla cinquina uno scandalo? Vi meritate il mainstream del premio Strega (dove vincono i best seller tipo “L’età fragile” di Donatella Di Pietrantonio)

di Maria Eleonora Mollard Maria Eleonora Mollard

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Ok, ma perché c’è polemica sul Teatro di Roma? Semplice cambio di direttore o “occupazione” della cultura da parte della destra, come dicono i vari Germano, Guanciale e Garrone?

di Jacopo Tona

Ok, ma perché c’è polemica sul Teatro di Roma? Semplice cambio di direttore o “occupazione” della cultura da parte della destra, come dicono i vari Germano, Guanciale e Garrone?
Next Next

Ok, ma perché c’è polemica sul Teatro di Roma? Semplice cambio...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy