Niente da segnalare. O forse sì. Su Prime Video è sbarcata una serie crime-comedy piuttosto divertente. Si intitola No Activity e può contare sul solito cast stellare che la piattaforma di Bezos riesce sempre ad attirare a suon di dobloni. Rocco Papaleo, Luca Zingaretti, Carla Signoris, Emanuela Fanelli, Maccio Capatonda, Diego Abantuono... praticamente, si fa prima a dire chi non sia stato tirato dentro. Sei puntate, un paio di location, forse tre, dialoghi serrati, scaramucce e controversie tra colleghi. Sia all'interno delle forze dell'ordine che tra i malviventi. Ancora una volta, non siamo davanti a un soggetto originale: il progetto si ispira infatti alla omonima serie australiana del 2015 (8 anni fa!). In molti stanno gridando al capolavoro, fatto dalle parti dell'insipiegabile. Perché sì, No Activity intrattiene e fa il suo dovere. Ma niente di più. Al massimo, dunque, non è un crimine. Curb your enthusiasm.
Seppia di Boris fa Seppia di Boris, stavolta in versione poliziotto in appostamento ma cambia poco e niente, in auto insieme al collega Luca Zingaretti, innamorato di Marcella Bella e di una moglie forse fedifraga. I due stanno aspettando, sotto copertura, un ingente carico di cocaina. Per sventarlo. A pochi passi da loro, in un capannone, un mirabile Rocco Papaleo, delinquente annoiato, con Fabio Balsamo, l'ennesimo Jackal tirato in mezzo, novellino ed entusiasta nei confronti del mondo criminale. Al centralino delle forze dell'ordine, Emanuela Fanelli e Carla Signoris, intente a scaramucciarsi a vicenda.
No Activity si basa sulla quintessenza del clichè più condiviso riguardo al nostro Bel Paese: nessuno tiene voglia di lavorare. E lo estende anche ai criminali. Come il personaggio di Papaleo, stressato dal fatto di aver dovuto giustiziare qualcuno perfino la sera di Natale, sogna di mollare tutto e aprirsi un chiringuito su qualche spiaggia estera. Fannulloni purosangue, tutti cercano di passare la nottata senza dover faticare troppo. Sia mai arrivasse davvero, 'sto carico.
"La prima serie dove non succede niente e dove niente fa succedere di tutto". Questo il claim scelto da Prime Video per lanciare No Activity. E, in effetti, funziona così: una sorta di Aspettando Godot con in ballo, al posto del misterioso personaggio, un ingente carico di cocaina. Si respirano vibes di Brooklyn Nine Nine, solo che qui, al posto di Andy Samberg, c'è Fabio Balsamo. Tutta adattata in modo molto italiano da parte nostra, la storia si lascia seguire, al netto di qualche ripetizione di troppo. Quante volte, per esempio, dobbiamo ascoltare canzoni di Marcella Bella per comprendere come il suo repertorio sia il principale tratto di personalità di Luca Zingaretti? Fa ridere alla prima perché inaspettata, alla seconda ha già scocciato. Per intenderci: in Lo Chiamavano Jeeg Robot, lo Zingaro di Marinelli Un'Emozione da Poco la canta una volta sola e manco tutta. In una delle scene più cult del cinema italiano recente. Repetita non iuvant.
Gli screzi tra Fanelli e Signoris al centralino sono uno dei motivi per cui guardare No Activity, anche se l'attrice lanciata da "La Pezza" fino alla vittoria del David di Donatello sta cominciando a replicarsi un po' troppo. In scena, sa fare altro oltre a se stessa? La domanda sorge legittima. Signoris, perfida e materna, è un ossimoro coi piedi, forse il personaggio più strutturato dell'intera serie, insieme al criminale pieno raso di Papaleo. Menzione d'onore a Diego Abatantuono, boss mafioso lümbard da generazioni e fiero di esserlo, nonostante il mancato riconoscimento, a livello mainstream, del suo impegno pluridecennale in campo criminale.
No Activity funziona per una serata senza pensieri, tra un Maccio Capatonda complottista e un Edoardo Ferrario pippattissimo "raccomandato" (comunque, personaggio molto simile a quello visto al GialappaShow). Di riffa o di raffa, vampirazzando terreni fertili e character già rodati, la serie porta a casa il risultato: intrattiene. Però se le dovesse mai scappare di diventare un cult, ne dubitiamo, sarebbero da rispolvevare le raccolte di barzellette sui Carabinieri che tanto andavano di moda negli anni Novanta. In un certo senso, stiamo ancora là. Solo che oggi dobbiamo pure copiare dall'Australia per raggiungere quel mirabile livello di spasso coatto. Nient'altro da segnalare.