Ferrara, sul caso Grillo lei si era già attirato attenzioni non necessariamente amichevoli con un articolo sul Foglio intitolato “Papà Grillo, lo stupro presunto e le garanzie a senso unico per le vittime, che forse riparano torti storici ma mettono la giustizia in un vicolo cieco”. Ha altro da dire sulla faccenda? “Posso affacciare il dubbio che la ragazza di Porto Cervo si sia pentita di una notte di follia sessuale e abbia ritirato il consenso per sgombrare da un incubo la sua coscienza fragile femminile? O sono un porco stupratore grillino pure io?” (tweet delle 6.42 di @ferrarailgrasso che ha scatenato il putiferio).
Al di là del poterlo fare o meno (per esempio @Sciandi, Simonetta Scandivasci del “suo” Foglio, ritiene lei non possa), perché farlo?
“Perché si sono letti i giornali e non si predilige la presunta colpevolezza di genere, fine della giustizia o Me Too che si voglia” (tweet in risposta a @latwittipe).
Coscienza fragile femminile? Lo ha detto davvero?
“Lo dicono tutti, seguo la corrente, sono un conformista” (tweet in risposta a @davide_se).
Non crede che le persone intelligenti come lei debbano stare attente a dire certe cose? Un pentimento che porta a una autogogna mediatica?
“Veramente il nome della ragazza è giustamente sotto copertura, quello dei quattro è stranoto. Gogna a chi?” (tweet in risposta a @Palingenius1).
Però così facendo la ragazza sa o dovrebbe sapere di precipitare in un altro incubo: indagini, processo, inevitabile saccheggio della sua privacy. Crede che una donna lo farebbe così a cuor leggero?
“Chi ha detto «a cuor leggero»"? (tweet in risposta a @emlistar).
E varrebbe la pena di sottoporsi a tutto questo solo per sgombrare la propria “coscienza fragile femminile”?
“Estroflettere la colpa nella punizione degli altri è una tentazione profonda” (tweet in risposta @emlistar).
Qualcuno potrebbe farle notare che se non voglio far sapere una cosa non la denuncio, e che, se è un incubo, molto probabilmente potrebbe trattarsi di stupro.
“Secondo me tutto quello che ruota intorno al Billionaire è spiritualmente un incubo, comunque non sono un moralista” (tweet in risposta a @ludeserto).
Una donna potrebbe dirle che una donna denuncia perché sente dentro la rabbia di aver dovuto subire. Che ci si pente in silenzio o in confessione, non dal giudice.
“Una volta era così. La situazione pentimento-giustizia-ideologia è cambiata da anni” (tweet in risposta a @isavalbranca).
Non è che parla così perché non ha figlie?
“Ho allevato molte cucciole animali e umane” (tweet in risposta a @ElisaToscano2).
Non sarà che lei è semplicemente una persona che non ha mai avuto neanche solo paura di essere stuprata?
“Che ne sa lei dei miei sogni sessuali?” (tweet in risposta a @cheiuan).
Posto che lei non pare essere uno stupratore, non sarà forse vittima di narcisismo intellettuale?
“Il narcisismo intellettuale non mi è estraneo, come tutto ciò che è umano, ma è un'altra storia” (tweet in risposta a @AldoGrasselli).
Restando per quanto possibile sul merito della vicenda, nel dubbio non sarebbe il caso di aspettare il processo?
“I processi si fanno e devono essere giusti, «aspettarli» è una facoltà per ignavi” (tweet in risposta a
Un altro che non ha aspettato è Beppe Grillo. Che dire del suo video (teoricamente) in difesa del figlio? Lei lo avrebbe fatto?
“Sì grazie” (tweet in risposta a @AvvMitidieri).
Proviamo a cambiare argomento. Che ne pensa del fatto che la spesa per il reddito di cittadinanza di Napoli sia sostanzialmente pari a quella dell’intero nord Italia?
“Napoli non è solo la più bella del mondo, è geniale!” (tweet delle 7.34).
Che ne pensa di “30 aprile 1993”?
“Il libro di @FilippoFacci1 sull’ultimo giorno di Bettino Craxi è strepitoso” (retweet di @ jacopo_iacoboni).
Tornando sul tema dei pentimenti, c’è chi adesso fa il “mea culpa” per aver preso parte direttamente o indirettamente a ciò che ha avuto tra i capisaldi quel che accadde davanti all’hotel Raphael. C’è qualcos’altro di cui ci si pentirà?
“C’è la piazza del Me Too” (tweet delle 12.20)
Una delle notizie del giorno è l’arresto in Francia di sette ex terroristi rossi degli anni di piombo, tra cui Giorgio Pietrostefani. Come la commenta?
“Pietrostefani è un ottantenne molto malato, reduce da un trapianto di fegato. La giustizia non è vendetta” (retweet di @PierluigiBattis).