Che cosa rende "La Torre di Babele" uno dei programmi più seguiti e apprezzati del panorama televisivo italiano? Dati di ascolto alla mano, il format condotto da Corrado Augias su La7 è diventato un punto di riferimento culturale. Ma qual è la chiave di questo successo? Vediamo i numeri, gli ospiti e lo stile del conduttore per trovare la risposta. Sin dal suo debutto, "La Torre di Babele" ha registrato ascolti sorprendenti: un 6,5% di share con oltre 1,3 milioni di telespettatori. Una delle puntate più seguite, “Cosa resta di Berlinguer”, ha visto la partecipazione straordinaria di Roberto Benigni, portando il programma a un robusto 6,25%. In un’epoca in cui l’approfondimento culturale fatica a trovare spazio, questi numeri raccontano qualcosa di straordinario. Ma cosa rende un talk show culturale davvero irresistibile? Gli ospiti giusti. Tra i più apprezzati troviamo Giordano Bruno Guerri, che ha incantato il pubblico con i suoi racconti, e Vittorio Lingiardi, capace di spiegare la psiche umana con affascinante semplicità. Augias ha ospitato anche la scrittrice Dacia Maraini, che ha offerto una profonda riflessione sul ruolo delle donne nella letteratura e nella società, e Alessandro Barbero che, come suo solito, ha tenuto incollati gli spettatori con le sue analisi storiche appassionate. Oppure la puntata con la partecipazione di Liliana Segre, dedicata alla memoria storica, ha commosso e coinvolto milioni di telespettatori.
È solo un conduttore televisivo o un autentico maestro di pensiero? Augias non si limita a presentare: coinvolge, stimola e affascina. Il suo stile colto ma mai pedante, l’abilità nel porre domande e interagire con gli ospiti, rendono ogni puntata un viaggio nella conoscenza. È questa combinazione di rigore e umanità che lo ha reso un pilastro della televisione culturale italiana. Non è un caso che Augias sia uno dei volti più stimati della nostra televisione. Da "Telefono Giallo" a "Enigma", passando per il premiato "Rebus", la sua storia professionale è costellata di successi. Il suo passaggio a La7 con "La Torre di Babele" ha consolidato questa fama, dimostrando che la cultura può ancora fare spettacolo. Il mix perfetto di ospiti autorevoli, argomenti rilevanti e uno stile di conduzione che unisce profondità e accessibilità rende "La Torre di Babele" un fenomeno raro nel panorama televisivo. In un’epoca in cui l’intrattenimento sembra spesso dominato dal superficiale, Augias ci ricorda che pensare è ancora di moda, anche se la Rai sembra averlo dimenticato. Quale sarà il tema di questa sera, lunedì 16 dicembre? La domanda di fondo sarà questa: Democrazia sotto attacco? È il titolo in cui si parlerà dei conflitti che circondano l’Europa: Ucraina, Medio Oriente Africa; e dell’avanzare delle destre, dei populismi e dei nazionalismi all’interno delle democrazie occidentali, che sembrano sempre più fragili, conflittuali, lacerate. L’ultimo rapporto Censis fotografa un’Italia che galleggia, intrappolata in un circolo vizioso da cui non riesce a uscire: “Ci flettiamo come legni storti e ci rialziamo dopo ogni inciampo, senza ammutinamenti”. Le democrazie occidentali sono abbastanza forti da reagire all’avanzare delle autocrazie? Quale ordine globale si sta definendo? Mentre su Canale 5 andrà in onda il Grande Fratello, quale rifugio migliore quello nel salotto di Augias?