“La vita imita l’arte più di quanto l’arte non imiti la vita”, diceva Oscar Wilde. E mai frase fu più vera e longeva di questa, perché molti registi non hanno avuto bisogno di ricorrere all’ingegno o alla fantasia per realizzare dei veri e propri capolavori cinematografici: è bastato osservare la vita e renderle omaggio attraverso l’arte. La vita, che a volte sa essere più incredibile dell’immaginazione, che smuove la coscienza dello spettatore più di qualsiasi frutto della fantasia, che crea un linguaggio unico e irripetibile, proprio perché vero. E il cinema ci insegna proprio questo, se mai dovesse fuggirci di mente: la realtà sa essere straordinaria. Ripercorriamo insieme le storie di 15 film, tra i più celebri ed eclatanti, basati su fatti realmente accaduti.
15) "Bling Ring"
Sofia Coppola e la sua sorprendente abilità nel ritrarre, nel modo più verosimile possibile, la gioventù ribelle americana. Al contrario de “Il giardino delle vergini suicide”, il suo cult di 14 anni prima, in “Bling Ring” la regista parte da un fatto di cronaca realmente accaduto e documentato su Vanity Fair nel 2010: un gruppo di liceali viziati dell’élite di Los Angeles si introducono molteplici volte nelle case di VIP del calibro di Paris Hilton, Orlando Bloom e Rachel Bilson, per sottrarre loro denaro, gioielli e abiti. Ma il gioco diventa sempre più rischioso quando il gruppo viene ripreso dalle telecamere interne… Una straordinaria interpretazione di Emma Watson in un film che ruota attorno alle tematiche del vuoto esistenziale.
14) "Il caso Spotlight"
Un’agghiacciante storia vera che porta alla luce uno dei più grandi scandali che ha coinvolto la chiesa cattolica americana. Tom McCarthy dirige un thriller ricco di suspance che ricostruisce fedelmente la vicenda di un gruppo di giornalisti del Boston Globe, il team investigativo Spotlight, che nel 2002 sconvolse il mondo con un’inchiesta sugli abusi di preti pedofili all’interno della comunità locale, svelandone il coinvolgimento della Chiesa che aveva tentato di nasconderli per trent’anni. Il giornale riesce così, tra pressioni e difficoltà, a scoperchiare un caso ignorato dai media e mettere fine ad una serie di violenze perpetrate sui minori. Un cast stellare, da Mark Ruffalo a Rachel McAdams, che contribuisce alla creazione di un film rigoroso sul giornalismo d’inchiesta.
13) "Into The Wild"
Sean Penn adatta “Nelle terre estreme”, scritto da Jon Krakauer, e dirige un inno alla libertà in chiave introspettiva e tormentata. La storia vera di Christopher McCandless, un giovane americano benestante, che parte per un viaggio alla ricerca di sé stesso e che lo porterà a peregrinare in solitudine per due anni attraverso le terre sconfinate degli Stati Uniti, fino all’Alaska. Il tutto con lo sfondo musicale di una colonna sonora indimenticabile composta da Michael Brook con le canzoni di Eddie Vedder, compreso il brano “Guaranteed”, che gli ha procurato un Golden Globe per la miglior canzone originale. Tra spazi sconfinati e tormento interiore, il film del 2007 è un’epopea selvaggia che celebra la libertà attraverso un protagonista (Emile Hirsch) spontaneo e trasformista.
12) "Dunkirk"
Il fascino conturbante di Christopher Nolan mette in scena la celebre “operazione Dynamo”, l’evacuazione navale del 1940 che consentì il salvataggio delle truppe alleate (migliaia di soldati britannici insieme a francesi, belgi e canadesi) isolate in una lingua di terra a Nord della Francia sulla spiaggia di Dunkirk, mentre erano circondate dalla truppe tedesche. Un salvataggio che fu un vero e proprio miracolo, ritratto in un film di guerra diverso da qualunque altro film di guerra: Nolan, accompagnato dalla colonna sonora di Hans Zimmer, ricompone la frammentazione del tempo e dello spazio inscenando uno spettacolo visivo ed emotivo che si basa sulla vulnerabilità dell’esistenza umana. Non solo un film, ma una vera e propria esperienza sensoriale.
11) "Prova a prendermi"
Il bel faccino di DiCaprio nell’interpretazione del ruolo che gli riesce meglio: l’imbroglione. Frank Abagnale Jr. fu uno dei più grandi falsari della storia, che tra il 1964 e il 1969 riuscì a incassare centinaia di assegni falsi in 26 paesi di tutto il mondo, ancora prima di raggiungere la maggiore età. Ed è Steven Spielberg, nel 2000, a dirigere questo protagonista larger-than-life, basandosi sul romanzo autobiografico dello stesso Abagnale, trasformando una riflessione amara sulla perduta innocenza degli anni Sessanta, in una commedia frizzante e divertente. Un film leggero che si basa sulla caccia incessante al criminale camaleontico da parte del suo antagonista principale, l’agente FBI Carl Hanratty (Tom Hanks), romanzando il rapporto di odio e amore dell’eccentrica coppia di personaggi.
10) "Salvate il soldato Ryan"
Secondo Oscar per la regia a Steven Spielberg, che continua la sua carriera come regista di drammi storici basati su storie vere, stavolta attraverso le tragiche vicende del fratelli Nilland in un film ambientato durante la seconda guerra mondiale. Un opera impegnata e monumentale che ripercorre la ricerca, da parte di una squadra di uomini capitanata da John H. Miller (Tom Hanks), del soldato James Francis Ryan, già orfano di tre fratelli, persi sul campo di battaglia. L’incipit del film, che riprende lo sbarco su una spiaggia di Omaha, è una vera e propria carneficina rimasta impressa a tutti gli spettatori per la sua capacità di ritrarre in maniera eccezionalmente fedele la ferocia della guerra. Tra ferite, mutilazioni, morti e viscere, "Salvate il soldato Ryan" è un film straziante e straordinariamente realistico, narrato dalla voce di un ottantenne statunitense sulla tomba del cimitero americano in Normandia.
9) House of Gucci
Un film ambientato nella terra di mezzo tra il lusso e il kitsch, il raffinato e il trash, il buono e il cattivo gusto. Mille sfaccettature interpretate egregiamente da Adam Driver e Lady Gaga, nei ruoli di Maurizio Gucci e Patrizia Reggiani, in una dicotomia di contrasti che si alternano animatamente per tutta la narrazione. “House of Gucci” è la ricostruzione della storia d’amore tra Gucci e la Reggiani fino al tragico epilogo, diretta dalla regia sopra le righe di Ridley Scott e arricchita, oltre che dai due protagonisti, da un cast di attori spettacolari: Al Pacino, Jeremy Irons, Jared Leto e Salma Hayek. Un film difficile da inquadrare, imperfetto se non fosse per l’abilità degli attori che vi partecipano, che si ispira ad una storia vera sconvolgente ma che lascia allo spettatore la possibilità di interpretare senza condannare, arrivando quasi a strizzare l’occhio all’antagonista della vicenda, l’unico personaggio veramente “umano”. Tra ambizione, vendetta ed omicidio, “House of Gucci” intrattiene grottescamente gli spettatori per quasi tre ore.
8) "Green Book"
Ispirato alla storia vera di Don Shirley e Tony Lip, “Green Book” è una commedia irriverente sulla discriminazione razziale, film dell’anno del 2019. Diretto da Peter Farrelly, il film applaudito in tutte le sale ripercorre gli stereotipi razziali dell’America di inizio anni Sessanta, basandosi sulla vicenda del buttafuori italoamericano Frank Anthony Vallelonga, detto Tony Lip, che nel 1962 fu assunto come autista per scortare da New York verso il sud uno dei pianisti più famosi dell’epoca, Don Shirley. Come documentato nel film, chi aveva la pelle scura in quegli anni era solito viaggiare con il “Negro Motorist Green Book” alla mano, una specie di mappa di motel e ristoranti in cui gli afroamericani erano ben accetti. Nonostante l’inclinazione al razzismo da parte di Tony e le iniziali diffidenze, tra i due nascerà una profonda ed autentica amicizia, resa ancora più emozionante grazie alle magnifiche interpretazioni di Viggo Mortensen e Mahershala Ali.
7) "The Social Network"
La storia controversa della nascita di Facebook, dalla sua fondazione nel 2004 fino alla causa di 600 milioni di dollari contro Mark Zuckerberg, accusato dai fratelli Winklevoss di avergli rubato l’idea, e successivamente dal suo socio Eduardo Saverin per essere stato estromesso dalla lista dei fondatori. David Fincher e l’abile sceneggiatore Aaron Sorkin narrano la storia di un gruppo di studenti di Harvard che avrebbero cambiato per sempre il mondo della comunicazione. La pellicola arrivò a conquistarsi 3 premi Oscar: miglior sceneggiatura non originale, miglior colonna sonora e miglior montaggio. Un film che nel 2010 raggiunse l’apice del successo, basato sull'ascesa del miliardario più giovane della storia, una condizione che non tardò a portagli delle serie complicazioni legali, ma anche personali.
6) "Il discorso del re"
Un film di Tom Cooper che tratta con delicatezza la tematica delle fragilità e delle difficoltà emotive. La storia legata alla balbuzie del re Giorgio VI, padre dell’attuale regina Elisabetta, che si aggiudicò ben quattro premi Oscar: miglior attore protagonista (Colin Firth), miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura. Il discorso in questione è il quello con cui il principe Albert, appena divenuto sovrano con il titolo di Giorgio VI, annunciò alla nazione l’entrata in guerra contro la Germania ed il consecutivo ingresso del Regno Unito nella Seconda Guerra Mondiale. Un contesto drammatico reso umano ed emozionante grazie al rapporto che si crea tra il sovrano e il suo logopedista, Lionel Logue (Geoffrey Rush), che lo accompagna in un percorso di formazione comunicativa e personale, liberandolo dalla paura di esprimersi con sensibilità e maestria. Nel cast figura anche Helena Bonham Carter nei panni della Regina Elisabetta.
5) "Argo"
Un film che ha spesso suscitato critiche in materia di veridicità, un thriller sofisticato che si fa testimone dell’affermazione di Ben Affleck come regista, che vede il suo tanto atteso riscatto artistico dopo Gone Baby Gone e The Town. Basato sul libro Master of Disguise: My Secret Life in the CIA di Tony Mendez, Argo, premiato con tre Oscar, percorre degli eventi realmente accaduti che rimasero ignoti fino al 1996, anno in cui Bill Clinton ha deciso di desecretarli ad uso e consumo dell'opinione pubblica americana e non solo. La trama: durante la rivoluzione islamica del 1979, in Iran, 59 diplomatici statunitensi vengono tenuti in ostaggio a Teheran, nell’ambasciata USA. Sei di loro riescono a fuggire, trovando rifugio nella residenza dell’ambasciatore canadese, con il rischio di venire uccisi. È allora che la CIA mette in atto un piano per salvarli: la “Canadian Caper”, un’ operazione congiunta tra Stati Uniti e Canada che prevede il coinvolgimento di una produzione hollywoodiana che inglobi i sei nella troupe, sotto mentite spoglie. Nonostante la presenza di personaggi inventati e di scene più rocambolesche del previsto, "Argo" ricostruisce la realtà con una giusta dose di suspance e dramma.
4) "The Terminal"
Eccoci ancora tra le braccia di Steven Spielberg e la sua abile rappresentazione della realtà, con un film che critica aspramente l’ostilità americana verso gli stranieri. “The Terminal” si sviluppa sui fatti realmente accaduti al rifugiato iraniano Mehran Karimi Nasseri, che dal 1998 al 2006 visse nel Terminal 1 dell’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi, dopo il rifiuto di un visto di ingresso dal Regno Unito. Il protagonista del film è Viktor Navorski (Tom Hanks), un cittadino della Krakozhia, un Paese immaginario vittima di un colpo di stato, che appena atterrato all’aeroporto di New York si vede negare l’ingresso negli Stati Uniti, poiché appartenente ad uno Stato non ancora riconosciuto dal governo americano. Viktor, impossibilitato a fare rientro in patria, non può nemmeno far ingresso negli USA, trovandosi costretto a fare dell’aeroporto la sua nuova, temporanea dimora. Spielberg demolisce ancora una volta il sogno americano con un film commovente e riflessivo, ma anche ricco di speranza.
3) "The Wolf of Wall Street"
Un film che ci ha tenuti letteralmente incollati allo schermo. Lo spregiudicato Jordan Belfort, un broker di borsa soprannominato il “cowboy della finanza”, tanto intelligente quanto bugiardo, che con le sue abilità truffaldine riesce a fondare una società basata sull’imbroglio, giunge a guadagnare 49 milioni di dollari a soli 26 anni. Tra amanti ed eccessi, Leonardo DiCaprio nel 2013 arriva ad un soffio dall’Oscar (già sfiorato qualche anno prima con Shutter Island) con la una interpretazione allucinogena e scalmanata di uno dei broker più celebri di New York. Martin Scorsese dirige un capolavoro pirotecnico che non ha tardato a diventare un cult della storia del cinema, grazie alle sue scene deliranti e ad una rosa di attori eccezionali tra cui Margot Robbie, Matthew McConaughey e lo stesso Jordan Belfort.
2) "Schindler's List"
Inserito nel 1998 dall’American Film Institute nella classifica dei migliori cento film statunitensi, conservato dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti nel National Film Registry dal 2004, Schindler’s List è probabilmente uno dei film migliori di tutti i tempi. La drammatica trasposizione su schermo dell’Olocausto in un film di Steven Spielberg (sì, ancora lui) non invecchia mai, anche se girato interamente in bianco e nero, ad eccezione di qualche scena emblematica. L’imprenditore Oskar Schindler salvò le vite di 1000 ebrei dallo sterminio della Shoah, “acquistando” la proprietà dei suoi dipendenti di fabbrica e stilando i loro nomi in una lista, evitandogli una morte certa per mano dei nazisti. Un dramma storico che vinse sette Oscar, un film divenuto eterno nel nome della denuncia e della fedele ricostruzione dei fatti.
1) "Dallas Buyers Club"
Matthew McConaughey e Jared Leto in due ruoli assolutamente fuori dall’ordinario, entrambi premiati dall’Academy come miglior attore protagonista e miglior attore non protagonista (dopo aver perso rispettivamente 23 e 13 kg). A metà degli anni Ottanta, un cowboy omofobo e vizioso ed un transessuale tossicodipendente si ritrovano ad intrecciare il loro cammino, poiché entrambi colpiti da una malattia fortemente stigmatizzata: l’AIDS. Jean-Marc Vallée si ispira alla storia di Ron Woodroof, un cowboy texano che, dopo aver contratto la malattia, metterà in discussione i suoi pregiudizi e tutta la sua vita portando avanti una battaglia che fa spazio a cure alternative e a contrabbando di farmaci non approvati in Texas. Un viaggio nell’immaginario collettivo di una decade non poi così lontana, che segue i cambiamenti più intimi di un essere umano che combatte per il suo diritto alla vita, trasformandosi da antagonista di sé stesso, ad eroe pieno di difetti (e dunque ancora più amabile). “Dallas Buyers Club” è un film crudo e sentimentale, triste ma mai pietoso, interpretato con pathos.