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Per capire Jack Nicholson
bisogna capire la sua passione
per i Lakers (e noi ve la raccontiamo)

  • di Roberto Croci Roberto Croci

22 aprile 2022

Per capire Jack Nicholson bisogna capire la sua passione per i Lakers (e noi ve la raccontiamo)
Oggi il leggendario attore compie 85 anni e lo celebriamo con un profilo inedito e spassosissimo di Roberto Croci direttamente da Los Angeles, da quella California che l’interprete di film di culto ha rappresentato in tutte le sue sfaccettature: gioia, easy life, magnificenza, fascino, palme e cieli azzurri inclusi. Ma soprattutto per la passionaccia che lo lega da sempre ai Lakers, che lo ha portato a spendere 300mila dollari l’anno per essere sempre presente ai match (rigorosamente di fianco alla panchina), a inserire nelle clausole dei contratti che le pellicole venissero girate lontano dai playoff (solo lui se lo può permettere) e un giorno, per rispondere ai tifosi avversari dei Celtics, a mostrare il culo in diretta mondiale. Dear Jack, I fucking miss you man!

di Roberto Croci Roberto Croci

Dear Jack, oggi sono 85. Toro vulcanico, cocciuto, piedi saldi a terra, fedele fino alla morte. Torta e candeline sono fucking d’obbligo, e chissà se oltre al ghigno diabolico ti avranno regalato un altro paio di occhiali scuri, tua iconografica signature. E il solo ricordo di un altro compleanno, invece che essere celebrazione, questa volta per me è pura nostalgia, quella che ti attanaglia il cuore, un sentimento che sfiora il rimpianto, proprio perché ultimamente non ti vedo più. Non sei più al tuo solito posto. Mi manchi. Dear Jack, quando si parla e mi chiedono di te, impossibile non farsi venire in mente i tre Oscar, una carriera stellare e alcuni dei momenti più saliente del cinema mondiale, suggellati con frasi storiche, tipo “Here’s Johnny - Sono il Lupo Cattivo” - raccapricciante in The Shining con lo sguardo assassino; e  “You can’t handle the truth - tu non puoi reggere la verità” frecciata rabbiosa del Colonnello Jessup in Codice d'onore - La Verità sopra ogni cosa con Tom Cruise, ma se devo essere sincero, io ti ho conosciuto e ti ricorderò per sempre quando, dalle lontanissime sezioni nose-bleed del Forum, eri la prima cosa che cercavo, la tua figura, il cappello, gli occhiali, il sorriso e soprattutto la fauna femminile - il più delle volte palesemente giovanissima - che portavi sul parquet del Forum di Inglewood, alle partite dei Lakers, dei miei Lakers, dei nostri Lakers. Quindi, per farti gli auguri, per ricordarti ai ragazzi di MOW, racconterò loro un paio di aneddoti della tua vita a spicchi e strisce, facendogli presente che per  circa 30 anni, ad ogni singola partita giocata in casa, quando, stringendo la mano di Magic o abbracciando Kobe, lo facevi anche per noi, gli altri 8 milioni di tifosi che in quel momento condividevano la tua vita. Voglio che sappiano che quando Randy Newman ha scritto e composto e cantato I Love L.A. era “fucking te” che aveva in mente, Jack John Joseph Nicholson, scelto ed eletto come suo rappresentate ad oltranza, proprio tu che per antonomasia hai rappresentato per gli States tutto ciò che della California è gioia: easy life, magnificenza, fascino, palme e cieli azzurri inclusi. Dear Jack, I fucking miss you man. 

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Jack Nicholson sempre in prima fila con i Lakers

Jack osannato

Jack il tifoso per eccellenza dei purple & gold che pur essendo uno dei major player, non ha fatto un solo canestro nei 30 anni di fedeltà ai Lakers anche se è sempre seduto sulla panchina accanto alla squadra ospite con i suoi trade marks – occhiali e giacca nera – nei posti che costano dai 5mila ai 20mila dollari a partita. Anche se ufficialmente non è la mascotte dei Lakers, è senz’altro l’unica persona che non li ha mai lasciati. Era presente quando Jerry West e Wilt Chamberlein conducevano il team durante tutto il decennio degli anni ‘60. Insieme all’inseparabile amico produttore Lou Ader – seduto sempre accanto a lui – hanno affrontato i tempi bui dei primi anni ‘70 per poi gioire insieme per il ritorno alla gloria dei tempi di Showtime di Magic Johnson e Kareem Abdul Jabbar degli anni ’80. “Il basket è droga, felicità, impegno, rispetto, è un piacere per me venir intrattenuto ogni sera, ogni anno da persone nuove, da protagonisti diversi che giorno dopo giorno tessono una trama la cui storia finale non si saprà se non alla fine. Un film che dura 6-7 mesi. I love that, e sono stato fortunato di poter vedere e di innamorarmi di gente come Magic, Worthy, Kareem, Coop, Shaq, Kobe e l’ultimo LeBron. Purple & Gold for life?”.

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Jack Nicholson e Kobe Byant

Jack odiato

Jack responsabile dell’odio verso L.A., padre padrone del campionato NBA. Jack è una figura troppo amata dai propri beniamini quanto odiata dagli avversari, che durante le finali con i mitici Boston Celtics (fine anni ‘80) cominciarono a far stampare delle t-shirt con la scritta “HIT THE ROAD JACK & DON’T YOU COME BACK NO MO NO MO NO MORE”, seguite da cori organizzati nel palazzetto, tutti contro di lui. La risposta di Jack è mitica, mondiale: si slaccia i pantaloni, si gira e moon mostra il culo a tutti I tifosi dei Celtics. Una pagina della storia dei Lakers. Ovvio che uscì sotto scorta armata della polizia e da allora, per il bene della squadra, Jack evita di seguire le partite fuori casa solo durante il campionato. Altra storia durante i playoffs, dove non solo viene beccato dai tifosi avversari, ma addirittura imitato da impersonators pagati dalla squadra avversaria per vestirsi e comportarsi come Jack. 

Jack portavoce

Si può dire tutto di lui tranne che non abbia passione. Passione che qualche anno fa, lo porta ad essere portavoce ufficiale dell’Nba, in spot tv cui si vedeva il volto sorridente di Jack dire “NBA, IS FAN-TASTIC”. Questa sua passione deriva anche da un’altra cosa che nessuno sa e che ci rivela Kareem: “ La gente non sa che Jack giocava a pallacanestro al liceo. Era il playmaker dell’Asbury Park High. Era il classico “gym rat” il topo da palestra. 12 mesi all’anno. Mangiava, dormiva e viveva per il basket. Me l’ha raccontato lui nel 1975, l’anno in cui diventammo amici, l’anno in cui vinse il suo primo Oscar. Stava girando “Qualcuno volò sul Nido del Cuculo” e nel copione c’era una scena in cui Jack doveva giocare a baseball con i pazienti dell’Ospedale Psichiatrico. Beh, sapete tutti che nel film invece c'è Jack che insegna ai ‘matti” a giocare a pallacanestro”. 

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Jack Nicholson e il suo spuntino durante le partite dei Lakers

Fedeltà alla squadra

Testimonial della sua passione sono le richieste fatte qual’ora qualcuno lo volesse come attore per un film. Tutti sanno a Hollywood, che Jack chiede sempre la shooting schedule e cerca di evitare i mesi dei playoffs e che se per caso i Lakers dovessero arrivare in finale lo studios responsabile del film sa in anticipo che bisognerà fermare la produzione e affittare un jet per portare Jack alla partita. L’unica volta che ha accettato di continuare a girare era a Londra per Batman, altrimenti è il film che si adatta alla schedule dei Lakers. Idem per quando si lavora on the road. Nel contratto c’è sempre l’installazione di un satellite dish che gli permette di seguire i purple & gold. 

Jack's seats

Per quanto riguarda invece il posto a sedere, Jack ha due seats, che sono suoi a vita, (stagionale da quasi 300mila dollari) e che costano 3-5mila dollari l’uno - pagati personalmente, non li vuole regalati - a partita durante il campionato, per poi lievitare a 10mila per i playoffs, fino ad arrivare ai 30mila in caso di finali. C’e’ gente che ha offerto pubblicamente anche 100 mila dollari per sedersi al posto suo, magari solo per star vicino alle donne di Jack, che sono le uniche che dividono i seats con lui. 

COSTO NBA LAKER’s GAME: Ticket medio $300. Two hot dogs $45. Parking $35. Seeing Jack Nichols: PRICELESS.

Happy Birthday Jack., I fucking miss you man!

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