Un nuovo disco, il terzo da solista, da sponsorizzare in pompa magna, con tanto di canzone profetica "Moscow Rules" in allegato. Liam Gallagher, approfitta dell'uscita di "C'mon You Know", prevista per il 27 maggio, e del suo live in Italia (a Lucca il 6 luglio), per lanciare una riflessione sulla guerra in Ucraina, combinata a nuove e appassionanti invettive contro il fratello maggiore Noel.
Insomma, la saga continua, e non potrebbe essere diversamente, intanto che va all'asta, il 17 maggio, la famosa Gibson ES-355, alias la chitarra della discordia, appartenuta proprio al fratello, e che Liam sfasciò la sera della lite che provocò lo scioglimento degli Oasis (28 agosto 2009). Prezzo stimato, mezzo milione di euro.
Ma tornando alle ultime sul musicista di Manchester, che da tempo dice, fa, e scrive ciò che gli pare (tweet stravaganti annessi), in una freschissima intervista consegnata al “Corriere della Sera”, il nostro si è addentrato pure sulla questione del conflitto in Europa, esaminando proprio il brano "Moscow Rules", anticipato nell'incipit dell'articolo, oggetto di facile strumentalizzazione. "È stata solo una questione di tempismo sbagliato. La canzone non ha nulla a che vedere con la forza di Mosca", fa sapere.
In seguito, l’icona brit anni 90, che sui social si è già schierata col "popolo invaso", ha anche aggiunto: "Dovremmo vivere tutti in piena armonia e dire basta a petrolio, avarizia e puttanate del genere... Io sto coi fratelli e le sorelle ucraini. E anche col popolo russo, che starà pensando: ci stiamo prendendo merda da tutti per colpa di questo vecchio pazzo. Non è la gente a bombardare, le guerre le fa chi governa".
Ripescando poi il tasto dolente, gli Oasis, chiaramente, il cantautore britannico si dice convinto che la band non si sarebbe mai dovuta sciogliere. “Mi manca essere negli Oasis... Avevamo lavorato molto per arrivare dove eravamo, ma non siamo mai stati grandissimi. Lo eravamo in Inghilterra, ma non altrove. Non eravamo la più grande rock'n'roll band del mondo. C'era ancora molto da fare”. L'attacco quasi sincero dura però solamente un attimo, visto che per lui la mancata reunion sarebbe sempre attribuibile al fratello, vittima di manie di protagonismo. "Non vuole condividere nulla. Ha paura che chiunque altro possa ricevere attenzione". Infine deposita pure una lode per l’Italia, dove ha deciso di spegnere le sue prime 50 candeline. Meta scelta, la Sicilia: "Amo la gente, il cibo, i vestiti... e queste cose non le dico in ogni Paese". E considerata la sua nota schiettezza, volta, spesso, alla stucchevole polemica, c'è da credergli, almeno su questo.