Nuova puntata di X Factor e nuova eliminazioni. Il quinto Live Show del talent show di Sky ha segnato un primo, importante, traguardo per gli artisti in gara, con la presentazione del loro primo inedito. La serata, divisa in due manche, dove sono stati prima presentati i nuovi brani e poi una cover, si è conclusa con l'eliminazione di Lowrah, ultima componente della squadra di Paola Iezzi. Con Achille Lauro che prende zero, Jake La Furia tornato "nel suo prime", Paola Iezzi senza più artisti e Manuel Agnelli promosso, ecco le pagelle di Michele e Lucia Monina, come sempre senza fare prigionieri.
Le pagelle di Michele
GIORGIA 9
Siamo arrivati alla puntata clou, dal punto di vista dei concorrenti, quella degli inediti, di quelli ci occuperemo in queste pagelle. Siamo arrivati alla puntata clou e Giorgia volteggia ancora una volta leggiadra sul programma con la sua grazia e la sua professionalità, il tutto al servizio di un talento incredibile nel fare qualsiasi cosa preveda lei e un pubblico. Vederla direttamente dallo studio, oggi ero al Repower Teathre di Assago, tra il pubblico, non fa che confermare la naturalezza con cui sta sul palco, e l’empatia assoluta che crea con chiunque le stia attorno. Anche nel momento in cui scatta il diverbio tra Jake e Achille Lauro, reo quest’ultimo di reiterato paraculismo. Giorgia c’è. Verrebbe quasi da dire peccato, perché è evidente che anche la televisione fa per lei, ma sentirla cantare, come a inizio puntata fa con Paola, l’una a omaggiare Whitney, l’altra Madonna, è davvero tanta tanta roba.
MANUEL AGNELLI 7
Durante buona parte delle pagelle, che tocca specificare ancora una volta sono un gioco applicato a un gioco, io e Lucia non siamo professori, e di dare voti ci interesserebbe zero, non fosse appunto che questo è un divertissement, ecco, durante buona parte della pagelle ho bastonato Manuel, oggi anche visibilmente malconcio, lì col collare per la cervicale, l’ho bastonato per questo suo fingersi duro e puro in un contesto che di durezza e purezza ne prevede davvero poca. Ho criticato, da vecchio punkettone quale sono, altro che Punkacke, quel suo fingersi distante della logiche pop, e fingersi dalle logiche pop stando a X Factor è come cantare in coro in una curva di uno stadio, durante una partita, mentre si è a torso nudo sulla palizzata, che del calcio non ci interessa e della nostra squadra neanche. Gli ho dato del finto, e stante a quanto ho appena scritto continuo a ripeterlo, in quel contesto, se ci sei, non puoi fingerti alternativo, perché alternativo non sei. Poi però ho visto la sua faccia sui social, mentre è al suo Germi, locale che evidentemente sovvenziona con questa cosa di X Factor, mentre sul palco si alternano decine e decine di band emergenti all’interno di un contest pensato per la Milano Music Week, CarneFresca, e ho capito che forse questi miei ragionamenti sono miei e basta, e lui ci crede davvero. Il che non cambia di una virgola il risultato, cioè il mostrarci uno che dice di essere alternativo mentre è nel bel mezzo di un programma pop, parte del programma, tanto più che sta lì a fare strategie per affossare altri ragazzi, come se i talenti, chiamiamoli generosamente così, fossero solo i suoi, ma che in fondo in fondo è convinto di farlo a fin di bene. Qualcuno lo avvisi della contraddizione e finiamola qui. Per il resto, se qualcuno ha sentito un “Grande Manuel” arrivare dal pubblico mentre bacchettava i Patagarri e Lauro per quella buffonata di rendere Bella Ciao una roba da farci su il balletto, beh, sappiate che ero io. Lì lo riconosco.
PAOLA IEZZI 9
Paola inaugura la puntata sul palco con Giorgia, nei panni di una sinuosa Madonna intenta a cantare Vogue, e stavolta sono in due a dire ai concorrenti in gara che prima di potersi chiamare popstar, di sentirsi affibbiare la parola talento, ecco, prima di ambire a avere l’X Factor che dà il titolo al programma, toccherebbe andare a lezione da chi popstar è, talento e X Factor ha. A parte quindi il godimento di sentire cantare queste due artiste, che incidentalmente sono anche due mie amiche, come diceva Fossati “non si regala l’intelligenza e la compagnia” e ho regole d’ingaggio molto strette quando si tratta di amicizia, Paola si dimostra anche stasera per quel che è, un vero fenomeno anche quando si tratta di fare televisione: intelligente, brava e simpatica, almeno tre caratteristiche più dei suoi colleghi. Si dimostra anche materna nei confronti dei concorrenti, parlo non solo della sua Lowrah, impallinata per i motivi che già sappiamo, fatto che dimostra che non per tutti quella poltrona è solo un piedistallo o un trampolino. Sono di parte, dirà qualcuno, e sì, sono di parte, ma uno le parti non è che se le ritrova affidate per questioni geografiche o di residenza, mica sto parlando del Palio di Siena, sono di parte perché ho scelto di stare dalla parte di Paola Iezzi, e tant’è.
JAKE LA FURIA 5
Ribadisco quanto detto fin qui, anche perché l’essere in studio non è che abbia in alcun modo cambiato la mia visione del programma. Jake è una sorpresa, perché quando è in forma è un gran battutista, e ci andrei con piacere a farmi qualche pizza insieme. Ma è anche un gran tamarro, che ha sostanzialmente messo costantemente il bastone tra le ruote a Francamente, che stasera invece ci ha fatto davvero sentire chi è, con Fucine, il suo inedito, ma anche con la sua cover di Cher, cioè un vero talento assoluto. A un certo punto è anche venuto fuori il Dogo che è in lui, quando ha sfanculato Lauro per quel suo continuare a mettere i suoi ragazzi al centro della scena, nello specifico parlar bene dei Patagarri mentre si stava parlando coi Punkcake. Mi ha fatto invece cagare quando ha indossato i panni del pavido e ha eliminato Lowrah, salvando proprio la band toscana, dimostrando che i maschietti fanno comunella, come si era capito dalla prima puntata. Era già tutto previsto. Quanto alla pizza, io prendo la diavola e una Coca Zero, ovviamente, Jake, paghi tu.
ACHILLE LAURO 0
Oggi, incidentalmente, ero parte di quello che Achille Lauro chiama, biascicando con la sua dizione romanesca, Senato. Che Dio mi perdoni e lo perdoni, quindi. Ha la squadra più numerosa, anzi, ce l’ha proprio al gran completo, perché chi da casa vota non è tenuto a capirci qualcosa di politica, figuriamoci di musica. Firma gli inediti dei suoi ragazzi, il che è una sorta di condanna a morte, ma parla di coerenza e di personalità. Sta sempre a ruffianarsi il pubblico, anche se in sala i boo e i fischi non sono mancati, specie quando ha litigato con Jake e con tutti i suoi continui tornare sul tema coerenza, oltre che per la faccenda di Bella ciao. Resta uno dei più grandi misteri dell’umanità, come il successo dei Me contro Te o l’invenzione delle finestrella che da piccolo mi ritrovavo nelle mutande per tirare fuori il pistolino se dovevo pisciare.
LUCA, IL TIZIO CHE MOTIVA IL PUBBLICO 10
Star lì a fare Fiorello per oltre tre ore, facendo partire applausi mentre di applaudire ci sarebbe assai poco, inneggianto a questo o quello, rompendo fondamentalmente i coglioni a tutti, ma facendolo sempre come fosse la cosa più bella del mondo, una specie di Mauro Repetto senza capelli e con una smaccata preferenza per i Patagarri, nei confronti del quale fa alzare tutto il pubblico, partire baldorie a ogni passaggio, il tutto sapientemente indottrinato dall’auricolare, Ambra trent’anni dopo, è esternazione di un vero talento. Io lo avrei ucciso a mani nude, così anche per essere achillelaurescamente coerente col clima di tensione che in realtà è palpabile nel banco dei giudici, ma ero in sala con mio figlio e non ho voluto metterlo in difficoltà. Comunque il vero spettacolo nello spettacolo.
LES VOTIVES 6
Come per i Patagarri, i Les Votives si sono sentiti dire sempre che sono bravi ma monocordi. Tutto vero. Almeno, però, a parte praticare un genere che ha un mercato, aspetto di cui mi sbatto allegramente il cazzo, onestamente suonano meglio dei Patagarri. A me il loro genere, rifatto oggi, genera orticaria e anche orchite, ma che abbiano talento è indubbio. Mi sfugge perché si atteggino da rockstar fatte e finite, sarò io che qualche rockstar l’ho frequentata a credere che per poterselo permettere toccherebbe prima aver fatto qualcosa di rilevante, ma per il resto loro sono passabili. Lontano da me ma passabili.
LOWRAH 8
Confesso che sentendo e soprattutto vedendo Lowrah nelle auditions, nei bootcamp e negli home visit mi ero sentito un po’ infastidito, ma non sapevo esattamente da cosa. Poi ho capito. Ero messo in difficoltà dall’avere di fronte una cantante piuttosto sicura di sé, decisamente bella e che non aveva alcuna intenzione di passare per fragile, il tutto in un programma che per anni ha fatto del “casismo umano” la propria cifra più riconoscibile. In realtà Lowrah è un talento vocale indubbio che pratica un genere che nel mondo ha un suo perché, nello specifico una versione ispanica del reggaeton, genere che tendenzialmente mi fa cagare ma di cui riconosco le potenzialità e che comunque lei indossa benissimo, genere che da noi sembrerebbe funzionare meno, se non nelle versioni iamme ià dei Boomdabash, ero infastidito da tutto questo proprio perché anche chi tendenzialmente si ritiene a nessun rischio di cadere in certi stereotipi, poi, fondamentalmente ci casca. Se mai vedessimo una come Lowrah a Eurovision, per dire, o in un contesto internazionale non avremmo dubbi sul dire “che brava”, qui invece non si fa altro che sottolineare come sia brava ma fredda, canta, balla, si mangia la scena, ma non ha cuore, come se per essere caldi si debba necessariamente mostrare le cicatrici e non fosse sufficiente farlo con la voce e col corpo. Fortunatamente il mondo non è chiuso dentro il Repower Theatre o le nostre televisioni, e credo che Lowrah potrebbe pure farsi largo, fossi in lei lontano dai nostri confini. Chiudo dicendo che il modello Rosalia è ben chiaro, a tratti forse anche troppo, ma lei lo porta a casa con talento, il che a 23 anni è sorprendente: ce ne fossero di pretendenti a quel trono dalle nostre parti, e che cavolo.
PUNKCAKE 6-
In un mondo giusto i Punkcake sarebbero a far casino in un localino di provincia, forse solo in sala prove. Invece sono diventati il modo per Manuel Agnelli di farci credere che esiste un mercato alternativo al mainstream, e di farcelo credere nello stesso luogo dove la Warner stava seduta a un tavolo a parlare di come spacciare i Patagarri per i nuovi Lo Stato Sociale. Per loro la quintessenza del punk sarebbe vestirsi da spermatozoi, stare con le chiappe di fuori o invertirsi i ruoli, magari vestiti da spose o Sailor Moon, ma soprattutto alzare il volume, come ai tempi fu per il duo di Filottrano di cui non ricordo più il nome. Che è un po’ come dire che per essere punk basta fare i buffoni e non saper suonare, il che presumibilmente eleverebbe a ruolo di punk più Achille Lauro che questi giovani ragazzi, simpatici e tutto, ma che anche con l’inedito attestano che no, una alternativa al mainstream, lì dentro, non c’è. Meglio comunque di quasi tutti gli altri, stasera.
FRANCAMENTE 9
Dio santo, Francamente è indubbiamente l’artista più a fuoco in questo programma, con l’inedito lo dimostra senza se e senza ma. È anche una delle rare artiste, va detto, e non intendo rara perché donna in un contesto costellato di uomini, anche ovviamente, ma perché artista in un contesto costellato da hobbisti della musica, di gente che forse non è ancora pronta per provarci, o forse non dovrebbe proprio provarci. Lei è comunque a fuoco, talentuosa e meriterebbe la vittoria finale, ma non qui, a X Factor, ma in un contesto in cui della musica frega qualcosa a qualcuno, se lo trovate fatemi un fischio.
LORENZO SALVETTI 5
Lorenzo è bravino. Nel senso che suona benino, canta bene, è giovanissimo e quindi ha ampi margini di miglioramento e soprattutto è caruccio, che in un mondo come quello dello showbiz è un valore aggiunto che solo chi non ne sa una fava potrebbe negare. Detto questo ha compiuto diciassette anni questa estate, pur essendo stato raccontato come sedicenne fin qui, e non è un talento maturo, quindi farebbe bene a fermarsi e studiare, non solo musica e canto, per altro, perché se si vuole avere qualcosa da dire sarebbe bene avere nel vocabolario un sufficiente numero di parole per partorire pensieri sensati. Essere paraculi, seppur carucci, e essere sempre in zona Tananai, giustamente omaggiato nel momento cover, non è dimostrare qualcosa d’altro che avere un giudice paraculo. Sorvolo sul fatto che per questa canzoni ci siano voluti sette autori, alla faccia che Lauro ha deciso di puntare su una canzone del giovane cantautore. È così un po’ per tutti e quando così non è, leggi Mimì, forse è anche peggio.
MIMÌ 5
Mimì è dotata di un talento vocale indubbio. Ha una gran bella voce e sa come usarla. Ma il mondo delle interpreti è complicato, perché devi appoggiarti a chi sa scrivere canzoni, e onestamente Mimì con il suo inedito si scontra proprio con la penna dell’autrice del suo brano, tale Madame. Perché la sua voce diventa quella di una che fa una cover di una canzone di Madame, che per altro ha ben altra vocalità, il che suona strano, per non dire che suona decisamente sbagliato. Un vero peccato, anche perché con la cover, invece, di fronte a un brano stratosferico, incanta.
PATAGARRI 2
I Patagarri sanno fare solo una cosa, ci siamo sentiti dire per settimane, ma con l’inedito vi sorprendete, ci siamo sentiti poi aggiungere, sempre da Achille Lauro. Vero. Perché l’inedito è palesemente una cosa che parte dal team di Achille Lauro, una furbata alla Bob Sinclair che fa il verso a Goran Bregovic, che con quanto fatto fin qui, alla faccia della coerenza, non c’entra nulla. Per il resto, invece, i Patagarri sanno suonicchiare, nel senso che in giro c’è decisamente di meglio, e il loro inedito è esattamente quel che ci si poteva aspettare dai Patagarri, cioè niente di che. Poi si potrebbe ragionare sulla sensatezza per chi fa quella roba lì di andare in un programma pop come X Factor, per confrontarsi con un altro mercato e un altro genere musicale, ma non sono certo stato io a dire ai Patagarri di andare a X Factor, ci vai e ti adegui, senza star troppo lì a rompere i coglioni. Come detto ero al Repower Theatre in serata, per il live, e nei camerini, nel dopo show, un uccellino mi ha raccontato che in sala macchine stasera era presente la Warner al gran completo, Warner al gran completo che, ha detto sempre l’uccellino, avrebbe deciso di puntare tutto proprio su di loro, trasformati nella loro testa da Aristogatti a versione 2.0 de Lo Stato Sociale. Alla faccia della coerenza e dell’essere se stessi. Vinceranno, ma non sarebbero neanche dovuti entrare.
Le pagelle di Lucia
GIORGIA 9
A parte che io la doppia eliminazione la volevo, ma tolto questo l'ho adorata come sempre, soprattutto quando è riuscita a entrare a gamba tesa durante la litigata tra Jake e Achille. Giorgia ci ha evidentemente mostrato di essere portata per questo lavoro e di avere un talento per la versatilità di ruoli artistici. Brava.
JAKE LA FURIA 9
Finalmente Jake è tornato nel suo prime, pieno di entusiasmo, battute, punzecchiamenti con Achille Lauro, insomma non un'ameba pronta solo a scaldare la sedia. Sarà che si è reso conto della potenza che ha a che fare con Francamente, o forse ha solo smesso di essere metereopatico e si è abituato all'autunno, anche per me all'inizio da sempre quell'effetto melatonina. Bentornato.
PAOLA IEZZI10
Ma cosa gli vogliamo dire? Dopo la meravigliosa performance iniziale fatta con Giorgia, io sono rimasta stregata dalla iconicità. Meno male che Paola tiene alto il nostro umore.
ACHILLE LAURO 2
Achille è la classica dimostrazione che il detto “al peggio non c'è mai fine” è reale e ne abbiamo la prova vivente. Oggi è riuscito a essere più insopportabile di ieri ed era una sfida ardua. Come al solito pessimo lavoro con i suoi artisti, come sempre opinioni basate sul nulla e supponenza a livelli massimi. Insomma tutto quello che un giudice dovrebbe evitare di fare, lui lo fa.
MANUEL AGNELLI 5
Manuel sta rovinando Mimì, puntando tutto sui Punkcake e già fa ridere così. Manuel ha una stella, ma non l’ha saputa individuare e segnare correttamente sulla mappa, quindi tutti quelli a cui la deve mostrare guarderanno a destra, anziché a sinistra, e rimarranno delusi, ma la colpa non è di Mimì, bensì del suo giudice, che era più concentrato sul pavoneggiarsi, piuttosto che sull indirizzare correttamente una ragazza giovane e piena di talento.
LES VOTIVES 5
Fingere, come fa sempre Achille, che siano arrivati un po’ timidi e impacciati quando hanno dimostrato fin da subito di essere arroganti, di saper padroneggiare il palco e di avere già esperienza ed è effettivamente così, dato che loro si esibivano già a Milano, durante la Design Week, circondati di gente. Non fraintendetemi, non è un difetto aver fatto gavetta, anzi, ma non dipingiamoli come teneri agnellini che non sono. Torniamo all'inedito, noioso, piatto, una Maneskinata uscita male. Un inedito prevedibilissimo. Portare Amy Winehouse poi una vera corsa bendati in autostrada, consapevoli o no.
LOWRAH 6
È difficile per me mettere da parte il pregiudizio che purtroppo ho sul genere Reggaeton, però ci provo e vi dico che il pezzo per il genere non è affatto male, Lowrah l’ha cantato bene e sul palco si è mossa benissimo. Il brano descrive appieno il personaggio che ci ha portato fino a oggi sul palco, e questo è apprezzabile. Il testo però è da rivedere, Lowrah in più occasioni ci ha dimostrato di avere una bella penna e in questo pezzo non è affatto uscita fuori, l'ho trovato un testo vuoto e superficiale, ma spesso è tipico del genere e non condiziona il risultato della canzone. Salvare i Punkcake piuttosto che lei, scandaloso davvero.
PUNKCAKE 4.5
L'arte senza rischio è imprenditoria, dice Manuel, e loro non hanno mai rischiato. Assurda a volte la vita. I Punkcake per quanto possano stare simpatici o altro, hanno sempre fatto quello che era più prevedibile da fare per “realizzare” questo loro personaggio e immaginario punk. Un immaginario inesistente tra l'altro, perché tutti i pezzi che hanno fatto sono stati tutto fuorché punk. Giustificare il tutto con i Punkcake che fanno i Punkcake mi fa uscire il cervello, perché qui siamo a una gara, bisogna mettersi in gioco e crescere, e quando si sbaglia si sbaglia, non si può rimediare il tutto con la scusa del punk. L'inedito è insipido, non è niente di innovativo o nuovo, e si Manuel c'è anche in Italia, è solo che non è mainstream, ma non significa che non esista. L'unica cosa che ho apprezzato è lo scambio di ruoli. P.S. Così punk che cavalcano le onde dei trend di TikTok portando brani virali, tutto il contrario di quello che farebbe una vera band punk. Meritavano di uscire loro.
FRANCAMENTE 8
Posso dire FINALMENTE? Non aspettavo altro che ascoltare Francamente, ma la vera Francamente, non quella che ha cantato canzoncine mediocri e tamarre fino a ora. Questa Francamente, che porta pezzi che la valorizzano e che rispecchiano la sua essenza da cantautrice di un certo spessore. Il brano è bello, il testo è bello, tutto è bello, ma soprattutto è riconoscibile, inimitabile e diverso, non banale per X Factor. A me Francamente piace, convince, ma la vogliamo sempre così, con questo stile e talento, non con le cagate che ci ha portato fino allo scorso giovedì.
PATAGARRI 5
La cosa bella di questa esibizione erano gli outfit. Sicuramente meglio delle cover che erano tutte uguali e fatte male, il problema però è il canto, qui proprio non ci siamo. Lui scatarra tutto il tempo, la voce entro 5 anni gli sarà sparita, perché è solo uno sforzo immane, senza poi nessun buon risultato. Loro non sono peggio di altri, per carità, ma quando ci vengono venduti come la migliore band jazz in Italia, i dubbi mi salgono. Parliamo poi della trashata della seconda esibizione, ma si può veramente portare Bella Ciao come fosse un festival bar? Paraculo e grottesco, terribile. Chiudo dicendo che ha dell'assurdo che per difendere i Patagarri Manuel riceva minacce di morte, mi tocca difendere Manuel, perché la situazione tocca livelli di schifo inverosimili.
LORENZO SALVETTI 6
Il pezzo non mi piace, lo ammetto, ma probabilmente non sono in target. Detto questo lui è bravo, ha una bella voce ed è espressiva nonostante la giovane età. La parte che più mi ha stupita è il testo, che per l'età di Lorenzo risulta matura e perfetto per il personaggio che ci ha sempre portato sul palco. Il talento c'è, è innegabile, rivedo tutto il trascorso dell'indie del 2016, da gazzelle, Thegiornalisti, Coez, ma in una chiave moderna, più attuale, per questo funziona.
MIMÍ 7
Confusa. Mimì è incredibile, ma la scelta di far scrivere il pezzo a Madame è stato un vero suicidio assistito. Il pezzo urla Madame a squarciagola e forse è proprio questo il problema, noi oggi dovevamo scoprire chi è Mimì e invece ci è sembrato di sentire una nuova cover di Madame. Mimì ha avuto la sfortuna di non essere capita e si è compreso appieno da questo inedito, un inedito che di lei non aveva nulla. Nota positiva la sua cover, nella seconda manche, che mi ha fatto