La sai l’ultima?, Aria Fresca, Beato tra le donne, Festivalbar, il Tg delle Vacanze e tanti altri programmi estivi sono solo un ricordo e se non sono più in onda un motivo ci sarà, che sia per diritti scaduti o bassi ascolti. In tutta questa situazione, c’è un “però”. La televisione è più o meno sempre quella ma tanti programmi sono nati rimpiazzandone altri. I programmi estivi, che costavano e costano poco in confronto a quelli invernali dove concessionarie e sponsor investono ingenti somme, avevano lo scopo di dare continuità al palinsesto “di garanzia” (settembre-maggio), mantenere un certo pubblico nonostante gli ascolti oggettivamente più bassi e far sì che al nuovo rientro di settembre una fetta di target fosse già lì poiché non aveva mai abbandonato il piccolo schermo. Negli ultimi anni, i palinsesti estivi hanno offerto pochissimo di nuovo, soprattutto sotto il profilo dell’intrattenimento, il quale è la vera compagnia televisiva dell’italiano medio; Canale5 ci ha provato con le soap (riuscendoci), Italia1 ha trovato il rimpiazzo del Festivalbar in Cornetto Battiti Live (una sorta di versione molto light di quello che fu il programma di Vittorio Salvetti), Rai2 ha tentato con Dalla Strada al Palco promosso poi in inverno, Rete4 ha mantenuto il talk show Zona Bianca, sulle altre reti il deserto.
Se alcune reti hanno provato sporadiche novità, quello che manca è un programma veramente estivo che coinvolga gli italiani e li mantenga incollati alla televisione per tutta l’estate, onde evitare che si disperdano in canali minori, piattaforme e, perché no, giusti divertimenti di stagione in feste e piagge. Ora più che mai la dispersione del pubblico televisivo è un gran problema per la sopravvivenza del mezzo; benissimo le soap sull’ammiraglia Mediaset, poiché è ormai quello il pubblico di Canale5, il quale si sta sempre più avvicinando a quello di Rai1 (cosa poco positiva), ma le altre reti devono proporre qualcosa di nuovo soprattutto per i giovani, altrimenti questo target sparirà. È vero che ci sono pochissimi programmi per “giovani” in inverno, dove i budget sono sostanziosi, e che quindi in estate per le reti non ha senso produrre ma in questo modo scatta il meccanismo del “cane che si morde la coda”. Lasciando stare gli over35, che di tv ne masticano ancora tanta, se i manager dei vari broadcaster tengono a riportare i giovani davanti al piccolo schermo devono osare, partendo dalla tv dei bambini, continuando per la serialità adolescenziale, per finire con prodotti d’intrattenimento per giovani, in estate come in inverno, altrimenti rischieranno di non trovare più un abnorme bacino, che ancora è potenziale ma che in questo mood rischia di dimenticarsi seriamente dell’esistenza della televisione. Le piattaforme si stanno divorando il target giovane, indi per cui la tv deve contrastare forzatamente questo fenomeno; ha i mezzi per farlo, ottimi creativi e manager alle spalle, che li usi e si faccia coraggio. La tv estiva non deve essere solo appannaggio degli anziani ma stimolare bambini, giovani e adolescenti con qualcosa di frizzante, nei gusti di oggi; l’estate potrebbe essere l’occasione per tirar fuori qualcosa d’interessante per gli under34, visto che è la loro stagione per eccellenza.