Leonardo Caffo, filosofo e scrittore condannato in primo grado per maltrattamenti alla ex compagna, rompe ancora una volta il silenzio con un messaggio su Instagram. In un lungo scritto diffuso sui social, riflette sul peso del giudizio pubblico (come quelli pesanti di Selvaggia Lucarelli e Carlotta Vagnoli), sulla solitudine e sul dolore che accompagna la sua vicenda giudiziaria. Le sue parole oscillano tra amarezza e rimpianto, in un confronto con quella che definisce “la gente”, accusata di emettere sentenze morali senza conoscere davvero i fatti. Il filosofo, noto per i suoi scritti progressisti e antispecisti, esprime una profonda inquietudine e lancia un messaggio che suona come un bilancio esistenziale e un saluto, rivolto tanto al pubblico quanto chi gli è più caro.
Il messaggio di Leonardo Caffo
"La gente sa tante cose: parla, giudica, commenta. La gente sa come dovevi parlare, come dovevi agire. Insomma, la gente sa. La gente conosce il tuo dolore e quello di chi avevi intorno meglio di te. Io, non lo so: difendo, o almeno ci provo, l'idea che qui sia tutto davvero sbagliato. Anche io? Certo. Anche io. Anche ora. Ma la gente sa cosa è successo dove non c'era, cosa mi merito dove non spera, e la gente mediocre augura il male, si intesta lotte non proprie, e la gente mediocre scompare perché "conviene". Appare altrove, e sopravviene. La gente non sa cosa sia il dolore di vivere senza il proprio cuore: che è piccolo, questo mio cuore. La gente non sa che ho provato a fare una cosa più grande di quella che sembra, e che ho perso perché era troppo grande e io, invece, troppo piccolo. Come quella mia luce, altrettanto piccola, che mi manca moltissimo. La gente non sa che io non odio nessuno, che non voglio niente che non sia un po' di pace. Con altra luce, una luce chiara. La gente sa tante cose, insomma. Augurano le galere invece che combatterle. Fanno le battaglie facili, quelle contro il potere che non può nulla: quelle difficili, la gente, non le fa più. Le vedo, come se non parlassero di me, raccontare cose che neanche io sapevo: ringrazio. La carta sprecata dei miei libri, dicono. E in effetti sprecata, è stata sprecata. Ma una cosa sola so io: che se togliete a una persona la possibilità di mentire, di poter mentire, non le state credendo: la state usando. Chiunque sia questa persona, qualsiasi sia questa bugia: la libertà è nella bugia, e qui onestamente mentono tutti. Anche a se stessi. Buon Natale, e per l'ennesima volta arrivederci a coloro a cui e con cui avrei voluto terminare ciò che avevo iniziato. E buon Natale anche a te, piccola luce mia. Al di là delle carte bollate e dell'inchiostro c'è quel nostro piccolo mondo immaginario: io sono lì, come sempre, puntuale ad attenderti".