La nostra intervista (definitiva) a Leonardo Caffo sta facendo giustamente discutere. MOW ha seguito fin dall’inizio la vicenda e siamo stati i primi a scriverne, estendendo il discorso anche al caso Repubblica e a quello dei piccoli editori. Infine, abbiamo intervistato anche il diretto interessato. Un’intervista giusta e, in un certo senso, necessaria. A dimostrarlo è anche il dibattito che ha creato, dalle considerazione del poeta Demetrio Marra (che ha inizialmente segnalato la presenza di Caffo a Più Libri Più Liberi), a Simone Pollo, docente della Sapienza, che ha analizzato le parole di Caffo, passando per Carlotta Vagnoli e Selvaggia Lucarelli (che continua a non citarci). “Caffo intervistato da MOW dice di aver paura che qualcuno lo meni quando qui l’unico che, secondo il giudizio di un tribunale, ha menato qualcuno (ed è sempre lui che con queste interviste kamikaze continua a menarsi da solo, in una sorta di incredibile contrappasso dantesco)” ha scritto Carlotta Vagnoli nelle sue storie su Instagram. E ha continuato: “(Prosegue poi il solito adagio: tutti ce l’hanno con me/sono incompreso/Pasolini mi avrebbe capito/le mie opere sono poesia). Forse ha sbagliato una consonante perché qui nessuno vuole menarlo. Al massimo vogliamo memarlo”. Infine, Carlotta Vagnoli ha scritto su Instagram, riportando alcuni domande e risposte dell’intervista: “Caffo vai tranquillo che gli unici a volerti menare sono gli alberi con cui hanno fatto la carta usata per i tuoi libri”.
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Anche Selvaggia Lucarelli ha commentato la nostra intervista a Leonardo Caffo, senza citarci, e sulle sue storie su Instagram ha scritto: “Ho letto che Caffo, nel difendere se stesso da non so quale torto gli abbia inflitto, dichiara di non considerarmi una scrittrice e mi accosta a Carlotta Vagnoli, in quanto presunta alleata in una battaglia culturale di non so che tipo. Pensavo fosse un caso giudiziario, comincia a sembrarmi un caso umano”. E ha continuato: “1) Sono una scrittrice, lo sono perché ho i lettori. E proprio nel segmento ‘piccoli editori’ - quello di cui doveva occuparsi la rassegna di Chiara Valerio - sono il secondo titolo più venduto nel 2024. 2) Io ho dato ragione a Vagnoli sul fatto che non fosse opportuno l’invito a te, Caffo, a una rassegna dedicata a Giulia Cecchettin, è vero. Ma non condivido quasi mai l’approccio di Vagnoli a casi giudiziari che riguardano la violenza di genere, alla violenza di alcuni call out a cui ha partecipato, ad accuse sgangherate e alla violenza ideologica con cui conduce quelle che lei considera battaglie femministe. A me il suo approccio fa paura e lo reputo pericoloso. Questo non mi impedisce di pensare che talvolta abbia ragione. Ma no, non conduciamo alcuna battaglia culturale insieme e credo che sia una delle poche cose su cui andiamo d’accordo”. E dopo aver parlato, sempre rispondendo a Caffo, delle critiche da lei rivolte a Michela Murgia ed Elena Cecchettin, Selvaggia Lucarelli ha concluso: “Quindi Caffo, mi sa che non hai capito niente. Comprendo il momento difficile, ma la sensazione è che tu sia molto confuso. E che stia facendo esattamente ciò che rimproveri agli altri: parli di ciò che non sai”.
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