image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Lo Strega senza polemiche è finito.
E neanche i critici
(che abbiamo interpellato)
leggono più i libri in concorso

  • di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

8 luglio 2022

Lo Strega senza polemiche è finito. E neanche i critici (che abbiamo interpellato) leggono più i libri in concorso
Vince Mario Desiati con Spatriati, ma la sensazione che ha restituito il Premio Strega è ormai di essere ininfluente. Senza le polemiche degli anni scorsi, il concorso letterario più famoso d’Italia è passato in sordina e persino gli addetti ai lavori se ne sono disinteressati. Oltre ai critici Gian Paolo Serino e Davide Brullo, da sempre contrari, abbiamo provato a chiedere un parere ad Antonio D’Orrico, Valerio Magrelli e Goffredo Fofi, ma nessuno di loro aveva neanche letto i libri in concorso…

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Ieri sera si è tenuta la finale del Premio Strega, uno dei più famosi concorsi nazionali per la narrativa. Quest’anno l’evento è stato peculiare e ha visto, al posto della solita cinquina di finalisti, ben sette autori in gara per il premio: Mario Desiati con Spartiati (Einaudi), Claudio Piersanti con Quel maledetto Vronskij (Rizzoli), Marco Amerighi con Randagi (Bollati Boringhieri), Veronica Raimo con Niente di vero (Einaudi), Fabio Bacà con Nova (Adelphi), Alessandra Carati con E poi saremo salvi (Mondadori) e Veronica Galletta con Nina sull’argine (Minimum Fax).

L’evento si è svolto tra interviste e dichiarazioni, nonostante la pioggia. La conduzione è stata affidata a Geppi Cucciari, al suo umorismo e a un tono informale raramente corrisposto dai suoi interlocutori. Ad allungare il brodo, dei videoclip di lettori e lettrici in spiaggia, seduti a un tavolino per giudicare il libro dalla copertina – forse in omaggio ai diritti del lettore di Daniel Pennac, chissà – con uscite che ricordavano le interviste imbruttite (per esempio: “Ma non c’è un’immagine, è tutto in bianco e nero!” [sorride]).

La vittoria è andata con 165 voti a Marco Desiati per il suo libro sui giovani irregolari, un “romanzo sull’appartenenza e l’accettazione di sé” (così si legge nella quarta di copertina). Spartiati. Tuttavia la bottiglia storica del premio non è stata stappata, per preservarla intatta fino al ritorno in Puglia, sua regione d’origine, dove l’avrebbe aperta in onore di amici e autori corregionali scomparsi.

20220708 115635499 5877
I sette finalisti del Premio Strega 2022

Umberto Saba sosteneva che i premi letterari fossero una crudeltà, soprattutto per chi non li vinceva. La sensazione che abbiamo avuto facendo un giro di chiamate tra alcune delle più importanti penne dei nostri quotidiani è stata che forse, almeno a volte, la crudeltà sia anche verso i critici letterari. In un’intervista qui su «Mow» del marzo dell’anno scorso, parlando dello Strega, la firma de «Il Giornale» Gian Paolo Serino aveva sostenuto che i premi fossero più cosa da cavalli che non da scrittori, opinione analoga a quella del collega Davide Brullo che parla di “effetto Morgana sul Tevere” e di un unico nodo fondamentale di questi eventi: i soldi.

Proprio tra i critici, da cui ci si aspetterebbe un’attenzione particolare per i titoli del momento, non abbiamo cavato un ragno dal buco. Che dico: una ragnatela dal buco, un granello di polvere, niente. Qualcuno non sapeva neanche che si fosse tenuta la manifestazione, come Antonio D’Orrico del Corriere: “Mi scusi, ma non so chi ha vinto...”. O non aveva letto il libro vincitore, come Valerio Magrelli di Repubblica: “Purtroppo non ho letto Spatriati e non ho visto nulla...”. Ancora più disinteressato Goffredo Fofi, decano della critica, che ha liquidato la kermesse prendendone le distanze: “Non mi interessa seguirla...”. Queste reazioni, quindi, ci hanno posto un interrogativo: ma quanto conta, davvero, il Premio Strega? Uno Strega senza polemiche è davvero influente?

Non bisogna scomodare Yuval Noah Harari, con il suo Sapiens, ma quando si parla dell’invenzione del gossip come snodo fondamentale della rivoluzione cognitiva decine di migliaia di anni fa, non possiamo che trovare conferma nella curva d’interesse che crolla al calare della polemica. Non sono più i tempi in cui Moravia veniva attaccato con l’accusa di aver barato, i tempi in cui lo Strega sembrava un’arena tra editori con scarso fair play, come accadeva per esempio nel 2017 nello scontro tra Neri Pozza e Mondadori. Ma anche un anno sembra tanto e ci appare lontana la bagarre dovuta alla rumorosa esclusione di Teresa Ciabatti.

20220708 115740109 6781
Alberto Moravia vince lo Strega tra le polemiche nel 1952

In tutto questo, dove sono i libri? Se nemmeno i critici leggono più i volumi in finalissima, come possiamo davvero giudicare questi premi? Ultimamente le vittorie sono annunciate e il totostrega non solleva più i brividi di un tempo, nessun dubbio, tutto chiaro all’orizzonte. Nel 2019 Alberto Grandi paragonò su «Wired» i libri del panorama italiano ai Big Mac, prodotti seriali distribuiti a rischio zero da editori poco coraggiosi. Ma forse il problema è persino peggiore. Non si tratta solo della qualità in sé dei titoli, nonostante lo scarso interesse degli addetti ai lavori sia quanto meno un segnale dello stato di salute dei romanzi italiani più popolari; ma della totale scomparsa della letteratura dai premi. Neanche una letteratura fantasma, ma una letteratura che è solo ricordo. Certo, i vincitori potranno arrivare anche a quintuplicare le vendite, ma questo ha poco a che fare con i libri.

La sensazione è che la letteratura si sia trasferita in altri ambienti, in altri contesti, e abbia abbandonato alcuni luoghi canonici cari al club dei letterati. “I grandi premi non vengono mai dati allo scrittore, ma ai suoi lettori. Poveracci, se li meritano” diceva il Cardarelli de La solitudine del satiro di Ennio Flaiano (Adelphi 1996). Magari, Vincenzo, almeno verrebbe premiato lo sforzo del lettore. Ciò che emerge è invece l’allergia verso la fatica, prima fra tutti quella necessaria a promuovere buona letteratura senza le impalcature dello spettacolo d’intrattenimento e senza la cordata di polemiche che assicurano ai premi quel tanto di brio che il pubblico da sempre cerca.

More

Premio Strega, Serino: «Merita Trevi, ma vince Bruck. Ciabatti fuori? Ma che anomalia, lei è da neuro»

di Gianmarco Aimi Gianmarco Aimi

Culture

Premio Strega, Serino: «Merita Trevi, ma vince Bruck. Ciabatti fuori? Ma che anomalia, lei è da neuro»

Massimiliano Parente: “Il Premio Strega è truccato ed è un club di moribondi”

di Gianmarco Aimi Gianmarco Aimi

Intervista

Massimiliano Parente:  “Il Premio Strega è truccato ed è un club di moribondi”

XY, Sandro Veronesi: “C’è bisogno di aiuto psicologico o i pazzi ci distruggeranno”

di Gianmarco Aimi Gianmarco Aimi

Libri

XY, Sandro Veronesi: “C’è bisogno di aiuto psicologico o i pazzi ci distruggeranno”

Tag

  • Culture

Top Stories

  • FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…

    di Riccardo Canaletti

    FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…
  • Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere

    di Riccardo Canaletti

    Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere
  • Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…

    di Aldo Nove

    Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…
  • ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...

    di Riccardo Canaletti

    ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...
  • Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."

    di Alberto Bertoli

    Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."
  • Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

    di Aldo Nove

    Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Jova Beach Party: oltre allo scempio musicale, per quanto dovremo sopportare quello all’ambiente?

di Maria Eleonora Mollard

Jova Beach Party: oltre allo scempio musicale, per quanto dovremo sopportare quello all’ambiente?
Next Next

Jova Beach Party: oltre allo scempio musicale, per quanto dovremo...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy