Love Club è uscita quest'anno su Amazon Prime Video e potrebbe essere un prodotto italiano finalmente di qualità. Luz è la direttrice della discoteca che deve fare i conti con dei “lesbo drama” nella vita sentimentale e l’imminente sfratto in quella lavorativa, Timothy convive con la sua ansia depressiva, il desiderio di riprendere in mano la propria carriera da deejay e la sua repressa omosessualità, Rose è una fuorisede che intraprende la carriera da camgirl per mantenere se stessa, la sua famiglia al Sud e forse il suo stesso ego, Zhang è un manager di successo con il sogno di diventare una drag queen. Ognuno di loro è l’espressione di una Milano che, per fortuna, sta diventando sempre più multietnica e LGBTQIA+ friendly. Il pregiudizio, la paura e lo stigma sociale sono temi che si palesano puntata dopo puntata ma che vengono sempre lasciati fuori dalla porta d’ingresso del Love Club, un luogo dove, come direbbe il regista di Climax, Gaspar Noé, c'è il volto della civiltà e non quello delle barbarie. Non è un caso se si sia scelto di ambientare tutta la storia in una discoteca, perché è proprio il ballo che si configura non solo come uno stimolo distraente quanto più come una sfida tra più regioni della propria mente, tra l’Es e l’Io.
Nel teaser della serie c’è un motto che fa eco in tutte e quattro le puntate: “Il Love Club è tutto. Quando entrate qui dentro voi brillate e fate parte della nostra famiglia. Noi siamo una famiglia”. Gli sceneggiatori si sono chiaramente ispirati al mondo e all’ecosistema delle balls newyorkesi, luoghi in cui le persone gay e transgender possono esibire le loro abilità di ballo, moda e trucco e competere in vere e proprie categorie. Queste sfide erano e restano ancora, in alcune parti del mondo, un'occasione per la comunità LGBTQIA+ di creare un senso di comunità e di appartenenza, nonché di affermare la propria identità e di lottare contro la discriminazione e l’omofobia. Come dice Pray Tell nella prima stagione di Pose: “Questo luogo (la ballroom), questa casa è molto più di una casa. È una famiglia. E ogni famiglia ha bisogno di una madre che sia premuroso, leale e stimolante”. La casa per Luz, Tim, Rose e Zhang è esattamente il Love Club, un luogo in cui dipanare questioni sociali, economiche, personali ed essere finalmente tutto quello che si vuole, c’è “la vita veramente”, come la chiama Fulminacci.
In queste quattro mura, Zhang può travestirsi e vestire i panni del suo alter ego drag lontano da occhi indiscreti, in tutta sicurezza, Rose può sentirsi accettata per il lavoro che fa e non subisce discriminazioni, Timothy può lavorare con la sua musica e mettere in pausa il suo lavoro da pizzaiolo, Luz può semplicemente fare sesso con chi vuole, quando vuole e come vuole e distaccarsi da una vita borghese e noiosa alla quale è stata sempre abituata. Love Club è una serie sexy, bella e vera proprio perché a scriverla sono state delle penne che provengono dalla stessa comunità arcobaleno che raccontano, sono dei ragazzi giovani, semplici e così dannatamente autentici. Stiamo parlando di Silvia Di Gregorio, Bex Gunther e Denise Santoro insieme a Veronica Galli e Tommaso Triolo per la regia di Mario Piredda.