Il segreto per fare musica e saltare tra un palco e un altro dopo 30 anni? La strizza. È questa che continua a muovere Luciano Ligabue, pronto a raccontarsi per una buona ora e mezza ieri sera, dal teatro Asioli della sua Correggio, davanti a un pubblico ristretto causa covid ma a pochi passi dall'amata madre, Rina.
Ha infatti presentato l'autobiografia "È Andata Così", scritta a quattro mani con il giornalista Massimo Cotto allo scopo di celebrare i 30 anni di carriera. Proprio Massimo Cotto ha conversato con il Liga sul copione di domande random, dettate da una sorta di Ruota della Fortuna.
Domande che hanno offerto rimbalzi continui tra passato e presente: il concerto con 8 persone, Campovolo, le origini di Certe Notti, il rapporto burrascoso con i giornalisti e le due persone che gli hanno salvato la vita, mamma Rina e una suora:
"I primi anni della mia vita sono stati molto complicati dal punto di vista della salute: sono nato cianotico, stavo per morire, mi hanno preso 'ai tempi supplementari'. A un anno e mezzo mi hanno beccato una peritonite in corso. A cinque anni un'operazione alle tonsille stava per uccidermi; mia madre ha dovuto mettere sottosopra un ospedale per far intervenire qualcuno. Avevo un'emorragia e la necessità di una trasfusione subito: sappiate che ho il sangue di una suora dentro di me".
E se ve lo state chiedendo sì, si è parlato anche della foto di Dagospia che lo ritrarrebbe mentre bacia un uomo:
“Massimo, se comincio a fumare ti avviso prima! No, non sono io in quella foto. Mi raccomando, attenti alle fake news che minano la credibilità e l'immagine delle persone”.