Di quando in quando Chiara Ferragni posta su Instagram. In realtà i suoi quasi 25 milioni di follower sono travolti da foto nel feed, anche più volte al giorno o all’ora, che mostrano tutto di lei e della sua meravigliosa vita. Gestione che sarebbe totalmente avversa all’algoritmo ma Chiara Ferragni è l’algoritmo, quindi se ne può fregare. Se ne può fregare in modo inversamente proporzionale a quanto invece il web si mobiliti ogniqualvolta la nostra si metta a pubblicare foto in déshabillé. Uno scatto di Chiara Ferragni in intimo fa subito titolo, indigna (e lei, furbescamente, ci gioca), fomenta l’ira di commentatori che tuonano: “Sei una mamma, non dovresti!”, riscuote boati di meraviglia da parte di influencer (o aspiranti tali) che ostentano complimenti sparsi nella speranza di diventare rilevanti quanto l’unghia del suo alluce destro, i morti di fagiana plaudono, le femmine si sdilinquiscono sognando di essere lei, l’unica e sola. Ecco, non per alterare l’equilibrio di questo naturale ecosistema virtuale ma avremmo una cosetta da dire in merito: Chiara Ferragni non è sexy.
Intendiamoci: non stiamo facendo body shaming, ne entrando nel merito della sua bellezza (di cui ci interessa anche poco considerato che lei è essenzialmente un’imprenditrice, non Cindy Crawford). Semplicemente, stiamo sollevando una questione: se non avesse quei numeri da capogiro da vera queen di Instagram, quale folle brand la sceglierebbe mai come testimonial per il lancio di una ipotetica nuova collezione di lingerie? Le ultime foto (#adv Intimissimi) da lei postate dimostrano chiaramente quanto perfino la stessa Ferragni se ne sbatta del proprio livello di sensualità: non si è nemmeno presa la briga di posare. Seduta alla bell’e meglio alla periferia di un divano color ratto, mostra questo completino nero-rete da pesca con l’aria di una Sandra Marchegiano qualunque a Miss Italia nel Mondo. Son condenta per fà sta sfilada.
Eppure la moglie di Fedez è diventata milionaria grazie alla propria immagine, iniziando a postare ossessivamente outfit quando ancora fare la “fashion blogger” era vista come una roba da ricchi mentecatti annoiati (beh, per certi versi lo è anche oggi, ma un tempo li si spernacchiava rumorosamente e finiva lì, non rischiavano di diventare certo guru o pontefici ad honorem). In ogni caso, torniamo al punto: nulla di quello che la Ferragni è/mostra di essere, dice o fa sui social è sexy. A dimostrarlo, scende in campo anche qualsiasi capo d’abbigliamento da lei prodotto e congegnato: roba che in un mondo giusto dovrebbe giocare nello stesso campionato di Desigual, solo in zona retrocessione verso l’abisso.
Stiamo parlando, per esempio, di quelle orrende ciabatte in simil-gomma che ha cercato di lanciare (purtroppo non dalla finestra) questa estate e che tutte le influencer hanno comprato (o si sono fatte recapitare) giusto per avere un po’ di essenza di Chiara da spruzzare nel feed Ig. In generale, nelle sue collezioni da incubo troviamo pandemie di colori pastello, il famigerato grande occhio simbolo del brand che troverebbe giustificazione solo se disegnato da un treenne, insomma è tutto molto naif. Così naif da trovare una propria coerenza soltanto nella capsule di astucci e quaderni per la scuola appena proposta dalla nostra Santa Chiara, un’operazione del tutto coerente considerato che lo stile del brand per tutte le ragioni esposte, può valorizzare una donna adulta quanto un paio di Lelly Kelly. Però quelle senza lucette sui talloni.
Dunque, cosa ha di sexy Chiara Ferragni? Scartando l’immagine e le collezioni d’abbigliamento che propone, le rimane il marito. Quello che un tempo veniva definito “coso tatuato” (vabbè, "dipinto") e che fondamentalmente tale è rimasto, solo che adesso abita al Bosco Verticale. Non pretendiamo leak di video hot ma davvero, pensateci: vi siete mai ritrovati a invidiare, a parte i loro soldi, la relazione, la chimica che c’è tra i Ferragnez? Possono essere simpatici (son gusti e non giudichiamo), ma anche a vederli alla veloce scorrendo le storie mentre ci si asciuga i capelli, hanno la stessa passione che si potrebbe ravvisare in due platesse in età geriatrica. Non stiamo dicendo di volerli vedere come Angelina Jolie e Billy Bob Thornton che ai tempi d’oro della loro relazione si presentavano sui red carpet dicendo di aver appena finito di scopare sulla limo che li aveva portati lì, ma, se stiamo parlando di sensualità, la valutazione da dare ai Ferragnez non può che essere non classificabile. Non studiano e non si applicano, in materia non esistono.
A prescindere dal sesso, questi due non sono in grado nemmeno di litigare come le coppie normali (e che un cardiogramma riscontrerebbe in vita): settimana scorsa sono uscite un paio di foto, paparazzate da Chi, in cui per la prima volta Chiara e Federico venivano immortalati in ciabatte intenti a litigare furiosamente. Era ora, santo cielo! E invece no, il giorno seguente eccoli bellissimi e impiguinatissimi a festeggiare l’anniversario sui social con una meravigliosa serenata (vabbè, cantata comunque da Fedez) vista lago. Un lago qualunque, comunque uno che fa location da sogno, fiaba, idillio filtrato noia profonda ma incantevole.
Non le possiamo invidiare l’immagine, non le possiamo invidiare il genio creativo lato fashion design, non le possiamo invidiare il rapporto col marito (almeno da quanto ci mostra costantemente sui social): perfino il documentario sulla sua vita, presentato lo scorso anno alla Mostra del cinema di Venezia e tuttora disponibile a infestare Prime Video, risulta un gigantesco spottone (e ci sta) totalmente privo di qualsiasi tipo di brio, di vitalità. E di sensualità, ça va sans dire.
“Tutti vogliono essere noi” dice a fine film la mitologica Miranda Priestley de Il Diavolo Veste Prada alla giovane assistente interpretata da Anne Hathaway che, per tutta risposta, tela. Ecco, siamo poi così sicuri di voler essere i Ferragnez? Ricchissimi certo, invidiati da tutti, ma totalmente privi, per oculata scelta di marketing, di qualsiasi tipo di emozione e/o passione? Forse, dopotutto, meglio telare. Perché il diavolo vestirà pure Prada ma la noia veste Chiara. Anche quando si sveste.