Fazio, che caz*o fai? (Cit. Zucchero Fornaciari). La parola “genocidio”, che è il vero casus belli su Ghali, parola pronunciata sul palco di Sanremo, la ignoriamo del tutto? Premetto: sono uno scrittore, so che quando dirò mi precluderà ospitate da Fabio Fazio: tutti dicono sia abbastanza permaloso e io mi chiedo: sposta ancora vendite di libri? Ma proprio essendo uno scrittore, ossia una persona attenta al linguaggio, ripeto: Fazio, che caz*o fai? Il “caso” Ghali non era certo sullo stop alle guerre, sul quale non possiamo che essere tutti d’accordo, ma su quel “genocidio”, come se lo stato israeliano volesse uccidere tutti i palestinesi per una questione di stirpe, di razza, di “gens”, di popolazione, di comunità. Adesso, che Benjamin Netanyahu si stia comportando in maniera non condivisibile lo sta dicendo anche la maggioranza degli israeliani (secondo un recente sondaggio, se si andasse a elezioni oggi, Netanyahu non verrebbe riconfermato), mentre non metterei proprio la mano sul fuoco sulla libertà di espressione di un palestinese in dissenso sull’azione terroristica del 7 ottobre 2023. Perché Fabio Fazio, al posto di insistere sulla bella parola di “pace”, affermando di essere perplesso perché oggi l’invito alla pace potrebbe essere divisivo (divisivo un cazzo, Fazio) non ha fatto a Ghali la domanda vera, reale, ossia: “Perché hai usato la parola genocidio?”. Altrimenti viviamo e continuiamo a vivere in una realtà parallela, finta, una realtà fake. Una realtà fake che si nutre di antisemitismo, a cominciare dalla fake più fake di tutte: gli israeliani hanno occupato lo stato palestinese. Finto, fintissimo. Una fake che sento da decenni.
Una fake ignorante: non esisteva uno “stato palestinese”, esisteva un “mandato britannico” e fu una risoluzione Onu a decidere per la divisione di quel mandato britannico in due stati, uno palestinese e uno israeliano. E furono i “palestinesi”, che non erano uno “Stato”, a opporsi per primi a questa risoluzione Onu su un mandato britannico. E fu Hamas a uccidere molti palestinesi per il controllo della striscia di Gaza, mentre i vertici, quelli sì, palestinesi, insediati in Cisgiordania, hanno dichiarato Hamas una organizzazione terroristica, che ha sempre avuto, anche esplicitamente, fino al 2017, posizioni antisemite, negazioniste nei confronti dell’olocausto, dichiarando esplicitamente la volontà di sollevare “La bandiera di Allah sopra ogni pollice della Palestina”. Ecco, se si conoscesse un po’ la storia si saprebbe che l’aspirazione al genocidio non è tra le priorità di Israele, con tutti i torti che può avere (e ha) Netanyahu. Possiamo perdonare Ghali, giovane, magari ancora ignorantello, magari partigiano per la sua storia personale, anche commovente quando parla del rapporto con sua madre, ma che un vero “invito alla pace” non possa passare attraverso la parola “genocidio” almeno Fabio Fazio dovrebbe saperlo. Dovrebbe essere obbligato a saperlo, altrimenti cosa si fa, si vanno a presentare i libri da un ignorante? E invece, queste cose, dato che gli autori degni di stima, in fila da Fazio per presentare i loro libri, tacciono per convenienza personale, le dicono le penne della più becera stampa di Destra. Altrettanto pronti alla partigianeria, altrettanto attenti al portafoglio. Così, ripeto: Fazio, che caz*o fai? Hai perso una occasione per riportare sui giusti binari, quelli della pace, una parola detta da un ragazzino disattento. Lo sai o no, Fazio, che con la tua intervista sei stato più “divisivo” che mai e che ti porti addosso la responsabilità (mediatica, ovviamente) di avere allontanato dal dibattito pubblico la vera ricerca di una soluzione pacifica del conflitto? Almeno – e direi anche soltanto – al livello mediatico e culturale. Perché, poi, infine, l’Italia non conta nulla sullo scenario internazionale. E noi affoghiamo in questa melma culturale.