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Marco Ligabue: “Ho avuto più donne di Luciano”. E su Vasco ammette: “Perché no…”

  • di Maria Francesca Troisi Maria Francesca Troisi

2 aprile 2023

Marco Ligabue: “Ho avuto più donne di Luciano”. E su Vasco ammette: “Perché no…”
A Correggio c'è posto per due. Marco Ligabue, fratello di Luciano, ripercorre su MOW alcune tappe della sua vita e carriera, a 10 anni dal debutto da solista. Dall’affetto fraterno e le goliardate (“ho avuto più donne di lui”), ai progetti spiazzanti (“una canzone per Vasco? Magari”) e al rock che avanza: “Sui Måneskin mi sono ricreduto...”. Fino alle stoccate alla discografia (“i guadagni degli stream sono esigui”) e al legame (presunto) tra agenzie d’eventi e bagarinaggio...

di Maria Francesca Troisi Maria Francesca Troisi

Il talento? Un affaire di famiglia. Viene spontaneo pensarlo se s’ascolta Marco Ligabue, fratello minore di Luciano. Interprete solista dal 2013, e numero incalcolabile di tour all'attivo, uno su tutti proprio quello legato all’“ingombrante” parentela su cui ironizza nell'autobiografia (alla terza ristampa) Salutami tuo fratello. Una sorta di ritornello quotidiano, oggi declinato anche al contrario, confida a MOW. Chiariamoci però: Marco è orgoglioso del suo successo. Ma a Correggio c'è posto per due, e con una semplicità e lucidità che conquista dalle prime battute, ripercorre alcune tappe della sua vita e carriera. Dall'affetto fraterno alle goliardate (“ho avuto più donne di lui”), passando agli ipotetici progetti (“una canzone per Vasco? Magari!”) e al rock che avanza (“sui Måneskin mi sono ricreduto”). Fino alle sorti della discografia e al legame (presunto) tra agenzie d'eventi e secondary ticketing…

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Marco, se l'è chiesto nel suo nuovo inedito 'Nel metaverso con te': come si trasformerà l’amore?

“È un dubbio figlio di un mondo proiettato sempre più verso il tecnologico e virtuale, e affascinato quasi solo da queste novità. Questo mi inquieta perché prospetta anche un futuro di sentimenti filtrati, per cui la canzone è una versione grottesca e ironica di ciò”.

Il pezzo segna anche i suoi primi 10 anni di carriera da cantautore: a rimpianti come siamo messi?

“Sono stati dieci anni bellissimi, e spiego perché. Ho cominciato tardi in tal senso, avevo paura di lanciarmi da solista con un fratello così famoso. Ma strada facendo ho scoperto lati di me sconosciuti, quindi l'unico rimpianto è non averci provato prima”.

Siamo onesti, si è rotto le palle dell'etichetta di fratello di?

“Ormai sono anestetizzato da questa cosa, ci convivo da sempre. Poi mi fa piacere parlare di Luciano, ci vogliamo bene. Non a caso il titolo del mio libro riporta la frase che mi sono sentito ripetere più spesso nella vita: ‘Salutami tuo fratello’. Adesso però succede anche al contrario”.

Perché nessun artista ha alzato la voce sul mancato accordo Meta-Siae? E la richiesta (pare) astronomica della seconda.

“Indipendentemente dalla trattativa (non conosco i termini), il paletto di Siae mi pare lecito, sappiamo tutti che giro di affari può avere un colosso come Meta. D'altronde la musica non è gratuita”.

Siae non gioca troppo al rialzo?

“Quando si fa saltare il banco, rilanciando al 300%, si spera semplicemente di arrivare a un'offerta equa, visto che lo ‘sconto’ è sempre dietro l'angolo. Tra l'altro vedo i rendiconti delle altre piattaforme, streaming e social, e parliamo di somme irrilevanti. Insomma, tante visualizzazioni, magro guadagno”.

Nel suo libro ha cercato di mettere una toppa sui rapporti finiti: qualche ex si è rifatta viva?

“Qualcuna sì, in particolare la prima che cito, quella delle elementari, beccata al supermercato. Ma non si è ancora palesata la svedese, malgrado libro e hashtag dedicato. Uno dei racconti più divertenti e esilaranti che propongo anche live e vedo curiosità sull'evoluzione della storia. Per cui Facebook utile: troviamola!”

Ha avuto più donne lei o Luciano?

“In verità ho avuto un percorso più ricco io, perché lui è super esposto, e quindi per assurdo è stato più complicato anche nei momenti da single. In parole povere, non è facile combinare la marachella di una sera se sei sotto gli occhi di tutti. Invece io me la sono goduta, e anche lui lo ammette” (se la ride)

Qualche mese fa ho parlato con capitan Fede (Poggipollini). Rilanciava un desiderio: Luciano e Vasco sullo stesso palco, utopia?

“Vederli insieme sarebbe il sogno di tanti, sono i due che hanno tracciato la storia della musica rock in Italia. Anche perché la tanto decantata rivalità è estremizzata”.

Un pezzo per il Kom lo scriverebbe?

“Magari, certo che sì”.

Luciano non la disconosce?

“Non credo proprio, facciamo musica!”

Gli ha mai proposto un brano?

“No, ha sempre e solo cantato le sue canzoni, nonostante le proposte di tanti. Certo che scrivere o cantare un inedito insieme sarebbe il coronamento di un sogno, intanto abbiamo duettato su Sogni di rock 'n' roll prima di Campovolo”.

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Potrebbe scrivere per la nuova generazione di rocker, esempio i Måneskin?

“All'inizio avevo qualche perplessità su di loro, la sensazione per uno come me, che da 40 anni ascolta rock, era risentire cose già sentite. Ma a mano a mano ho visto la loro crescita, e mi sono ricreduto. Poi hanno un gran merito: l'anno scorso ho fatto un sacco di live e per la prima volta ho notato in piazza tanti ragazzi, forse colpiti dall'effetto Måneskin. Insomma, aver rimesso al centro una band ha scatenato l'attenzione anche nei confronti di chi suona da qualche anno di più. Finalmente il suonato è figo anche per le nuove generazioni!”

In una recente intervista Laura Pausini ha sparato: oggi cantano cani e porci, è d'accordo?

“Da grande appassionato sono perso nell'ascolto di nuova musica. Quando ne esce così tanta, non sai più districarti. Una volta c'era lo studio di registrazione, e costava un milione, un milione e mezzo al giorno. Quindi il disco lo faceva chi poteva permetterselo, nel senso di percorso e investimento discografico. Adesso basta l’auto-tune e una base. Da un lato è stimolante, dall'altro complica far emergere il talento. Ci vorrebbe una selezione, sarebbe utile per l'ascoltatore”.

Anche per il discografico.

“Torniamo al punto di partenza, la discografia, coi pochissimi guadagni dagli streaming, va sul sicuro, e investe su chi ha già seguito social. Non c'è più l'opera di talent scout”.

C'è un legame tra gli organizzatori di eventi e il bagarinaggio?

“Luciano e il suo manager sono sempre attentissimi a questo meccanismo. Certo, è impossibile controllare tutto, ma il sospetto sovviene, per via di operazioni troppo strane. Non capisci come possano finire subito i biglietti poi rivenduti al doppio e al triplo. Bastano un paio di mele marce...”

Un tour è in programma?

“Sì, anzi ne ho un paio, uno è il concerto rock e parte questa domenica (oggi), abbiamo già una ventina di date e altre arriveranno, e parallelamente un altro legato al libro, insieme a un mio amico emiliano con tanti monologhi e estratti per uno speciale tra chiacchiere e musica”.

 

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