“Di sicuro, fra gli ospiti, ci sarà Max Pezzali. Su tutti gli altri, ahimè, riserbo totale”. Parole di Mario Fargetta, produttore/dj che, dalle frequenze di Radio Deejay e dai locali di via Massena, ha scolpito il suono della dance anni ’90. Ci abbiamo provato a sapere da lui qualcosa di più sulla data del Deejay Time di sabato 3 febbraio al Mediolanum Forum di Assago (Milano), ma l’evento è di quelli imponenti e Fargetta uno che calibra le parole quasi quanto calibra i pezzi da dare in pasto a selve di braccia alzate. “Di certo sarà una notte irripetibile, destinata a non essere replicata”, ci dice, sottolineando il carattere esclusivo di una Celebration che promette fuochi artificiali intergenerazionali. Perché il Deejay Time ha disegnato il suono della dance commerciale anni ’90, ma lo spirito di quegli anni esuberanti non è svaporato nelle decadi successive. E così, al Forum, Albertino, Molella, Giorgio Prezioso e Mario Fargetta ricostituiranno lo storico ensemble che ha marchiato a fuoco quello storico programma. “Ci saranno quattro slot da circa mezz’ora l’uno. Ognuno di noi alle prese con il proprio set, il proprio suono, il proprio approccio”, rivela Fargetta rispetto a ciò che è lecito attendersi dall’imminente notte milanese.
Il Deejay Time, in sostanza, siete voi. Quattro visioni capaci non solo di coesistere, ma, all’occorrenza, di fondersi insieme.
Il Deejay Time parte da Albertino al microfono e dall'altra parte del vetro Fargetta in regia, poi è cambiato varie volte negli anni. Sono cambiati gli orari, i contenuti, anche le persone che ci hanno lavorato. Negli anni Molella e Prezioso si sono integrati e la formazione principale, quella che forse rappresenta al meglio il senso e il cuore del programma, è stata la nostra. Quando ci siamo resi conto quanto funzionassimo bene, il rapporto si è saldato sempre di più. Oggi, non possiamo che essere noi quattro quelli che portano il Deejay Time su un palco come quello del Forum.
Una squadra. Un’intesa.
Ognuno ha i propri gusti e carattere, ma ci intendiamo ciecamente. Prezioso è molto funambolico, forse quello che spinge di più, sebbene anche Molella non scherzi. Io e Albertino siamo un po’ più delicati ma la spinta c'è sempre. Nella notte del Forum metterò brani originali degli anni ’90 – magari con un suono rimasterizzato – perché devono suonare bene.
Come spiegheresti gli anni ’90 a un ragazzo della Generazione Z?
Dicendogli che è stato un decennio irripetibile per la musica e che soprattutto dalla radio e è partito un programma che era un riferimento per chi masticava la dance e non solo. L'entusiasmo di Albertino e il suo modo di comunicare rendeva tutto più bello. Io mi occupavo di mixare e pensavo all'effettistica. Con Albertino ci sostenevamo a vicenda mentre costruivamo un successo fondato sul coraggio, il coraggio di programmare pezzi che nessun’altra radio metteva in scaletta. Ad Albertino stesso piaceva scherzare sui dischi che presentava, il dialogo fra noi (io parlavo con i brani, lui con la voce, ma la programmazione era assolutamente condivisa) risultava frizzante, talvolta frenetico. Ma, soprattutto, unico. In Italia, quel suono, lo aveva solo il Deejay Time.
Oggi qual è la dimensione della dance music?
Noi ci siamo staccati da Radio Deejay per portare la dance a m20, una radio molto dance, fluida, poco parlata. Se torno ai ’90 i generi non erano tanti, al tempo; oggi qualsiasi portale dedicato alla dance offre una selva pazzesca di generi e sottogeneri. Sono saltati gli schemi, tutto si ibrida. La parola dance, però, esiste oggi come esisteva prima. Ed esisterà sempre. Noi continuiamo a mettere le novità, a proporre suoni nuovi. Facciamo con orgoglio la nostra parte, insomma.
Potresti consigliare due pezzi, al momento particolarmente forti, ai lettori di MOW?
“Aria” di Argy Omnya e la mia “In your eyes (tu mi hai capito)” di Get Far x LennyMendy x Kel.
E la nuova linea di Get-Far?
Con le mie ultime produzioni o i miei remix sono andato a recuperare pezzi anni ’90 riletti a modo mio. Quando invece produco pezzi totalmente nuovi, il diktat è posizionarsi dove nascono e si sviluppano suoni davvero contemporanei. Con i suoni devi aggiornarti sempre, devi essere lì dove le cose accadono. Bpm e bassi sono essenziali, ma un brano, per arrivare davvero, deve avere una melodia vincente. Io, una buona melodia, la inseguo sempre.
Oltre ai classici dei ’90, ci sarà spazio anche per le tue produzioni Get-Far al Forum?
Ognuno di noi ne approfitterà per mettere anche produzioni proprie, non solo pezzi d’epoca. “Shining star” e “The radio”, per capirci, ci saranno.
L’Unione Europea ha chiamato i Måneskin come testimonial del voto giovanile in vista delle elezioni europee del 6-9 giugno.
Complimenti ai Måneskin, hanno spaccato tutto. Non sono il mio genere, ma bisogna dare atto ai ragazzi che sono stati molto bravi. Se ti chiamano per una cosa simile, significa che stai collezionando continui successi, anche oltre il contesto musicale.