“Cerco biglietti per Marracash a Napoli”. Oppure: “sono disponibile a vendere i miei, prezzo in privato”. Solo due dei tanti messaggi in cui ci si può imbattere nei gruppi di rivendita online dedicati, una specie di sala d'attesa virtuale, in cui i fan rimasti a bocca asciutta elemosinano un tagliando. Del resto quando un peso massimo del rap mette su un festival del genere, la curiosità è massima, che ricorda l'attesa che fu dei Coldplay. Insomma, sulla carta una mossa azzeccata. Dentro pure, se proprio in queste ore non si fa altro che parlare di come la carica degli 80mila al primo round in quel di Milano abbia sfidato pioggia e fango pur di pogare sotto palco.
Perciò la città partenopea, con i suoi 55mila è già pronta a raccogliere la sfida, anche di calore, con annotazione non proprio finissime. Della serie: “milanesi con il palo nel cu*o”. Sfottò a parte, è opportuno che i fedeli in mano al secondary ticketing facciano attenzione. La motivazione della rivendita è sempre la stessa: per più disparati motivi ne hanno acquistato in eccedenza. Oppure semplicemente non possono più, perché si sposa zia Carmela. In realtà, spesso (qualche volta zia Carmela si sposa veramente), la possibilità di vendere biglietti viene sfruttata per avere dei guadagni (facili) extra.
Davanti allo schermo, più si avvicina l'ora X (sabato 30) e più si moltiplica il numero di ticket in vendita, ma saranno tutti autentici? Ci sono diversi modi per verificare che il biglietto esista davvero, e che la trattativa in corso prosegua. Innanzitutto fare attenzione a profili visibilmente fake, richiedere lo scambio a mano e evitare il versamento prima di ricevere il biglietto. L’ovvio: non accettare rincari. Occhio poi al ribasso (fake), per tranquillizzare l'acquirente: esempio alla mano (vedi allegato) si svende un biglietto del valore di 70 euro, proponendolo a 50 (più volte e a diverse persone). Mossa che fa scattare subito l'altro sull'attenti, che odora la truffa. Come si dice da queste parti: ccà nisciuno è fesso.
Tant'è, la voglia di essere al Marrageddon Fest è così forte che si accettano anche fregature e sovrapprezzi, una prova di forza verso l'esterno - l'hip hop italiano è vivo e vegeto - ma anche un messaggio chiaro all'interno, perché Marraking fa salire sul palco solo chi è alla sua altezza (da Salmo a Guè a Fabri Fibra, e poi Geolier Luché e pochi trapper, grazie). Lui che da giovane promessa è diventato padre, fratello (maggiore) e tutto il resto, percorrendo le varie anime del rap, e collocandosi pure nel gotha del cantautorato con la Targa Tenco. Napoli se ne deve cadere. Sembra già di vederlo...