Il rap in Italia ha smesso di essere un genere "di serie b"? In realtà non lo è mai stato, ma per molto tempo "non è stato capito" (per essere buoni) ed è stato relegato nelle retrovie. Con le prime posizioni in classifica, i sold out, Sanremo, e potremmo andare avanti, tutti o quasi si sono resi conto dello spessore, dell'importanza e della risonanza che questo genere ha nel nostro Paese. “Il rap è l’unico ascensore sociale che in Italia funziona bene. Non esiste un altro settore economico o culturale in cui arrivi in cima con la semplicità del mercato e il riconoscimento generale che ha oggi chi fa rap”. A dirlo è Paola Zukar, manager tra le più influenti del rap italiano, in un’intervista a Il Sole 24 Ore. in un ambiente competitivo e prettamente maschile, Zukar si è saputa affermare come voce autorevole del rap italiano. Nell’intervista, oltre a raccontare dettagli abbastanza noti sulla manager, ci si sofferma soprattutto su quanto il mercato discografico sia cambiato. “Come in ogni settore ci sono prefessionisti molto abili e accorti che, soprattutto adesso con i social, pianificano collaborazioni, uscite e concerti osservando i rispettivi pubblici di riferimento censiti dai follower e i rispettivi mercati definiti dal numero di canzoni consumate in rete. Questo elemento, adesso, ha reso molto facile il passaggio dalla iper-professionalizzazione alla angoscia”.
Mentre prima la vita di un artista era scandita da uscita dall'album e concerti, e i conti venivano fatti a fine anno, adesso come sottolineato dalla manager di Fabri Fibra, Marracash e Madame, è cambiato tutto. “I social abbattono ogni distana tra pubblico e artista. È facile andare in crisi e perdersi”. Insomma, negli ultimi anni non è sicuramente facile tenere il passo ed essere sempre costanti e sulla cresta dell'onda. Per quanto riguarda invece il rap come "ascensore sociale", Zukar né ha già parlato nel suo libro, "Rap, una storia italiana", uscito nel 2017, edito da Baldini+Castoldi e ripubblicato nel 2021 in una nuova edizione ampliata per raccontare l'esplosione nella trap in Italia e cos'è successo nel rap dal 2016 al 2021. Nel libro la "Signora dal Rap" sottolinea come il rap rappresenti "l'unico ascensore sociale funzionante, l'unica novità davvero per i giovani".
Negli ultimi anni, ed è sotto gli occhi di tutti, il rap è diventato il genere "di punta" del panorama musicale italiano. Basta, per semplificare, aprire Spotify e consultare la playlist "Top 50 Italy" per rendersene conto. Nelle prime dieci posizioni, escludendo un brano straniero e "Storie Brevi" di Annalisa e Tananai, troviamo solo artisti di punta del panorama rap e urban italiano. Artisti come, ad esempio, Geolier, rappresentate per eccellenza di quell'"ascensore social" di cui parla Paola Zukar. Il rap non è più un genere "di serie b", e bisogna farsene una ragione. Lo dimostra, tra gli altri, la vittoria della Targa Tenco di "Noi, Loro, Gli Altri" di Marracash come miglior album dell'anno nel 2022. Ma anche il successo di artisti come Lazza e il già citato Geolier a Sanremo. Insomma, Zukar parlava di rap come "ascensore sociale" già nel 2016, e oggi questo tema sembra essere ancora più attuale.