Camminare fa bene. Più che correre, che in alcuni casi potrebbe incidere sulle articolazioni e comunque prevede una preparazione atletica che, superata una certa età, non tutti siamo tenuti a avere. Ma camminare, dai, camminiamo tutti, e farlo a passo sostenuto, per chilometri, ogni giorno, fa bene. Fa bene a noi, alla circolazione, a consumare quelle calorie che, stando seduti davanti a un Pc non consumeremmo, e fa bene all’ambiente, perché camminando non usiamo le auto, che inquinano. Neanche usiamo gli autobus, per dire, che sono sì mezzi pubblici, quindi incidono in minore quantità sull’ambiente perché un autobus viene usato da decine di persone contemporaneamente, non come le auto dentro le quali siamo spesso da soli, ma comunque inquinano più che andare a piedi.
Sarà questo, immagino, in ragionamento che il sindaco di Milano, Beppe Sala, non Peppe, attenzione, Beppe che siamo al Nord, e i suoi avranno fatto nel momento in cui hanno deciso di non aumentare le corse verso San Siro durante la quattro giorni di concerti dei Coldplay, e, ancora più, nel decidere radicalmente di imporre lunghe camminate ai circa sessantamila a concerto una volta che, finito, ha fatto trovare loro chiuse le porte della metropolitana. Camminare fa bene. Del resto, è noto, anche Chris Martin e soci, sul palco, hanno pensato a un evento che fosse il meno impattante impossibile sull’ambiente, durante tutte le serate c’erano delle bici atte a contribuire a generare energia elettrica, per pareggiare i conti con quella usata per luci e casse, e in questo, va detto, Milano ha sbaragliato come energia prodotta l’altra città italiana coinvolta nel tour, Napoli. Napoli che ha avuto comunque problemi.
Ma torniamo al milanese che si è incazzato parecchio nel trovare chiusa la metro alla fine del concerto, non oso immaginare chi dopo aver pedalato per tre ore, per ricaricare le dinamo di San Siro, si è poi trovato a dover tornare a casa a piedi. Questa del non usare la macchina propria, ma al tempo stesso di non usare neanche i mezzi, è una idea che evidentemente è lì, sottotraccia, a Palazzo Marino, perché da anni in città succede questo: aggiustano una zona, rifacendo i marciapiedi, sistemando il manto stradale. Bene, direte voi. Certo, bene. Ma nel farlo, toh, scompaiono posti auto, sostituiti da marciapiedi giganteschi, specie a ridosso degli incroci, spesso poi appaltati a bar e locali, che ci mettono i loro tavolini. Era partito tutto durante la pandemia, perché serviva di poter stare seduti all’aperto, ma non sembra sia poi stata una cosa momentanea. Di fronte alle proteste dei cittadini, mancano posti auto, il comune ha prima introdotto l’Area C, in centro, e poi l’Area B, in tutta la città, tagliando con la scure i mezzi che possono circolare, praticamente chiunque abbia una monovolume più vecchia di cinque anni è escluso, perché i diesel, ci dicono, uccidono il pianeta e vanno eliminati, dead line il 2025, anno in cui anche gli Euro6 saranno messi al bando. Quindi niente auto, niente parcheggi, in compenso aumento dei biglietti dell’ATM e taglio delle corse. Come dire, non usare la macchina privata, ma neanche i mezzi. L’idea di inserire in città, come a Parigi e in altre metropoli, il limite cittadino di 30 km orari, osteggiato da molti, diventa quasi una ambizione, perché andare a 30 km orari a piedi è quasi da atleti olimpionici.
E torniamo ai concerti, da sempre, quando ci sono eventi che coinvolgono tante persone, penso ai concerti al Forum di Assago, capienza 12 posti, a meno che a organizzare non sia Friends and Partners, le metro restano aperte fino a che il flusso di pubblico non è potuto tornare a casa. Stavolta no. San Siro, che del resto sta evidentemente sul cazzo a Sala e al Comune, al punto da volerlo buttare giù, storia vecchia, non merita la metro aperta. E chi se ne frega se ci sono circa cinquanta, sessantamila persone che devono tornare a casa come possono, sicuramente non in metro, né in taxi, vere chimere in città. L’anno prossimo, hanno stabilito, ci sarà un numero limite di eventi in zona, tra stadio e ippodromo, quest’anno iniziamo a trattarli di merda, facendoli tornare a piedi, e poco conta che, è noto, Milano non sia poi così grande come sembra, tutti abbiamo visto l’immagine della mappa di Roma che include Milano, Torino, Napoli, Bologna, Genova e non ricordo che altra città, immagine fatta circolare da romani che vogliono rivendicare di avercelo più grande del resto d’Italia, e anche giustificare certi disservizi e ritardi per cui sono, oggettivamente noti.
Stavolta i disservizi sono nella irreprensibile e precisissima Milano, che ha lasciato a piedi i fan dei Colpdlay, e questo magari potremmo anche capirlo e apprezzarlo, ascolti certa musica, mica è colpa nostra, spingendo verso la china della psicogeografia inventata da Guy Debord i fan di Chirs Martin.
Ogni anno, d’estate, arriva un post dello storico dj Luca De Gennaro, che in zona San Siro abita, che fa notare come durante i concerti, a differenza di quanto succede nel resto dell’anno con le partite, non trova mai auto parcheggiate abusivamente sui marciapiedi. Come dire, chi va ai concerti è più civile di chi segue il calcio. Forse un tantino radicale, ma è cronaca, fa sempre sapere nei commenti. Beh, dai prossimi concerti in cartellone, a memoria ci devono passare sicuramente i Pooh, settimana prossima, ma anche i Pinguini Tattici Nucleari come i Maneskin, e chissà quanti altri, la faccenda immagino cambierà, perché al milanese lo puoi fregare una volta, due, tre, quattro, tanti sono stati i concerti dei Coldplay che hanno visto le porte delle metro chiuse, ma alla quinta, stanne certo, scatta la reazione. Nello specifico, o parcheggi selvaggi sotto casa di De Gennaro, o boom di scarpe da trekking a Decathlon. Sia mai che quando la mattina mi faccio i miei dieci chilometri di camminata veloce al Parco Lambro, correre fa male, oltre a quei soliti dieci corridori che incontro tutti i giorni, non credete alla leggenda che è pieno di gente che fa footing, siamo davvero quattro gatti, e ai pisciatori di cani, non cominci a vedere anche gente con le t-shirt dei Coldplay che a furia di camminare per tornare a casa ci ha preso gusto?