Dev’essere strana l’aria che si respira nella bolla dei giusti. Che poi è la bolla social in cui fluttuano le influencer che si battono indignate contro il body-shaming e la superficialità di un mondo dell’entertainment che non ha rispetto per nessuno, soprattutto per le donne. E sì perché nessuna Chiara Ferragni, Valeria Fonte o Chiara Valerio ha alzato mezzo sopracciglio davanti all’uscita di Francesca Michielin, che durante l’ultima puntata di “X Factor” ha accolto sul palco il superospite Max Pezzali con una battuta del tipo: “Ho visto tuoi video del passato e avevi un sacco di capelli, cos’è successo?”. Oddio, farete mica gli offesi pure voi di MOW, adesso?, vi state magari chiedendo. No, tranquilli, noi un testo come “La cultura del piagnisteo” di Robert Hughes lo troviamo stimolante e intrigante, non siamo indignados per contratto. Però…
La questione, semmai, è che non ci risulta sempre immediato capire cosa possa (o non possa) scatenare le reazioni oltraggiate delle ultrasensibili influencer sopra menzionate. Che sarebbero pronte a denunciare di body-shaming anche Buster Keaton (sì, le accuse retroattive valgono eccome; anche quelle per qualcosa che si può aver solo pensato), ma rispetto alla battuta della sorella Michielin “non vedono, non sentono e non parlano”. Nulla di grave, si dirà. Pezzali ha senza dubbio spalle sufficientemente larghe per incassare un buffetto sulla sua calvizie, tuttavia Michielin farà qualcosa di simile, giovedì 30 novembre, con Emma Marrone (ospite della prossima puntata) oppure, come è possibile prevedere, all’amica Emma non muoverà alcun appunto sulla forma fisica? L’ultima volta che qualcuno, via social, ha preso in giro Emma sulla sua incipiente pinguedine (?) – una pinguedine, diciamolo, che solo un vero ossessionato della forma fisica può notare. Dovesse farsi problemi del genere Emma, tre quinti del popolo italiano sarebbe fo**uto – si è scatenato il finimondo. Come se qualcuno avesse minacciato di strage l’intera famiglia Marrone. Una reazione, quella in sua difesa, mossa da netti intenti pedagogico-rieducativi. Nessuna scusante e nessuna attenuante per frasi che vennero etichettate, senza alcun tentennamento, come inaccettabile “body-shaming”.
Dopo l’episodio di giovedì scorso, invece, solo i tuoni del silenzio. Forse il caso non esiste perché i maschi non se la prendono? Può essere, ma nell’ansia delle pari opportunità a tutti i costi, in casi simili anche noi maschi non dovremmo essere considerati egualmente sensibili, vulnerabili o suscettibili? Pezzali probabilmente neppure ci ha fatto caso alla battuta di Michielin, ma il problema è un altro. Se ci fosse stata una Emma Marrone, appunto, al posto del gioviale Max, saremmo ancora qui a parlarne. Se poi, malauguratamente, al posto di una Michielin ci fosse stato, che ne so, un Enrico Papi, probabilmente qualcuno avrebbe già chiesto la testa dell’inopportuno presentatore boomer. E invece? Nada de nada. Perché se le pasionarie dei social che influenzano (e bastonano, e predicano, e rompono) stanno zitte, va bene così. Giusto per capirci, amiche influencer, aiutateci voi ad essere meno ingenui e più allineati al giusto ragionare. Ditecelo voi, please: quando è giusto indignarsi? Aiutateci voi che sapete cosa è giusto e cosa è sbagliato. Cosa costituisce body-shaming e cosa, invece, innocua battuta.