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Mondocane non è un film ma una bellissima prima puntata di una serie tv

  • di Giorgetta Pipitone Giorgetta Pipitone

6 settembre 2021

Mondocane non è un film ma una bellissima prima puntata di una serie tv
Che peccato! Il nuovo film prodotto da Matteo Rovere (Il primo Re) con Alessandro Borghi (Non essere cattivo e Sulla mia pelle) poteva essere un gran capolavoro e invece sembra più un pilota di una serie tv

di Giorgetta Pipitone Giorgetta Pipitone

Non si può dire che Mondocane non sia un bel film. Lo è. Ma allo stesso tempo non lo è abbastanza. Il nuovo film di Alessandro Celli, presentato al festival di Venezia e uscito nelle sale il 3 settembre è uno dei pochissimi film italiani ad abbracciare il genere distopico e a farlo senza sembrare una brutta parodia low budget di un film americano. 

Le premesse per un film capolavoro ci sono tutte: la trama, legata all’attualità quel tanto che basta per farti sentire un po’ male; gli attori protagonisti, da Alessandro Borghi, che vabbè, è sempre Alessandro Borghi, ai tre ragazzini Dennis Protopapa, Giuliano Soprano e Ludovica Nasti, che in quanto a bravura fanno le paghe a molti attori navigati; la fotografia che rende benissimo l’atmosfera cupa e crudele senza scadere nel classico patinato freddo dei film contemporanei. Tutti i tasselli sono al posto giusto però il film non decolla mai.

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A partire da Alessandro Borghi, forse la delusione più grande. Il suo look è perfetto, Testacalda, il leader della banda delle Formiche si vede subito che è cattivo, c’ha lo sguardo da pazzo, i capelli rasati e una cicatrice che gli incornicia la testa. Però parla inspiegabilmente come un insegnante di dizione e il suo personaggio è talmente piatto da sembrare a tratti una parodia di un cattivo di un film Disney. Non ha una storia e neanche un vero e proprio profilo psicologico, uno spreco enorme di potenziale. 

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La trama è il punto forte del film ma risulta piena di buchi e ti lascia un senso di profonda insoddisfazione. Mondocane è ambientato in un ipotetico futuro non molto lontano in cui l’inquinamento fuori controllo delle acciaierie hanno reso inabitabile Taranto spingendo la popolazione ad abbandonare la città e a crearne un’altra lontana dal degrado della favela della città vecchia dove rimangono tutti gli altri, quelli che non ce l’hanno fatta e gli orfani delle tante vittime dell’inquinamento. Qui si sviluppa la storia dei due ragazzi Pietro e Christian soprannominati da Testacalda Mondocane  e Pisciasotto che si dovranno scontrare con la crudeltà di un mondo che non è fatto per loro.

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Dennis Protopapa e Giuliano Soprano

Una storia verosimile e per questo potentissima, non dimentichiamoci che l'ex Ilva esiste ancora e la gente ci muore veramente. Ma nel film questo si capisce appena, di contesto ce n’è pochissimo e lo si deve intuire con un grande sforzo di immaginazione. Scorrono poi tutta una serie di personaggi marginali (come la poliziotta interpretata da Barbara Ronchi) che mancano di spessore e risultano anche poco funzionali alla storia. Vengono inseriti e presentati in modo frettoloso con l'unico effetto di togliere ulteriore spazio alla storia e ai personaggi principali. Mondocane sembra quasi una puntata pilota di una serie tv molto promettente che però non esiste e alla fine dei pochissimi 110 minuti ti chiedi se non sia solo una curiosa mossa di marketing per il lancio di una trilogia o qualcosa del genere. 

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Barbara Ronchi

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