Noi di MOW alloggiamo nella splendida cornice del Grand Hotel Mosé: piscina a forma di cuore (alcuni ci vedono altro organo del corpo umano, ma non è questo il punto) e ci tuffiamo subito negli anni ’80. Torrette in stile arabo, palme, la statale di fronte e il Lidl di fianco. Una specie di mix tra Las Vegas e Tirana. Ci accolgono gentilissimi i mitici Irene e Dario che sono l’ufficio stampa del festival in persona. Ci aspettano tre serate. Il Grand Hotel Mosè diventerà il nostro Chateau Marmont. Qui alloggiano tutti gli artisti e i colleghi giornalisti, insieme allo staff del FestiValle. Passiamo questo primo pomeriggio a bere birra mentre Dario ci spiega la line-up. L’obiettivo è differenziarsi dalla solita proposta rock, indie-pop o electro che si può trovare su gran parte dei festival della penisola, e portare invece sull’isola un po’ di jazz, electro, afrobeat, italo-disco, hip hop e funky. I nomi sono grossi, arrivano da tutto il mondo e alcuni sono per la prima volta in Italia. Oltre ai live in location da paura come Tempio della Concordia, Tempio di Giunone, Tempio dei dioscuri, giardino della Kolymbethra sono previsti una serie di afterparty in spiaggia tra musica dal vivo e dj set ai quali noi di MOW non mancheremo. Oltre alla musica - ci spiega Dario - Festivalle è un evento che prevede contaminazioni con altre forme artistiche, sappiamo già che la domenica ci toccherà di fare il dritto per arrivare all’alba tra la Via Sacra e il Tempio della Concordia dove Savatteri Produzioni porterà in scena l’opera Al passo coi templi , un’autoproduzione con oltre 40 attori partecipanti.
Ma bando alle ciance, tra una birretta e l’altra si fanno le 19, quindi ci facciamo una pizza al mitico “Pizza e’ Cori” - claim che forse vuole ricordare l’“Anema e’ Core” di Capri, peccato che siamo sulla statale di Agrigento e non vedo yacht da 30 metri e star di Hollywood che sventolano i tovaglioli vestiti di bianco - e raggiungiamo il Festival verso le 20:30, all’ora del tramonto, quando la Valle dei Templi si ricopre di oro e arancio. Giovedì le prime bombette Lady Blackbird (USA), Fred Wesley & The New JB’s (USA), Tunng (UK). Siamo in mezzo alla storia, stiamo facendo la storia, la storia siamo noi. Il palco è proprio sotto al tempio di Giunone illuminato, in un giardino pieno di ulivi. In mezzo a tutti quegli ulivi, da certe posizioni ti sembra quasi di spiare gli artisti. È tutto molto intimo e vicino. Venerdì si comincia ad ingranare la marcia con Seun Kuti & Egypt 80 (NGA), Pino D’angiò, Brekky Boy (AUS), Whodamanny, Fool Arcana e tanti altri. Abbiamo tempo anche di spararci due arancini direttamente al festival. Morivamo dalla voglia di vedere Pino d’Angio, ma il meteo ha deciso che non era la volta buona. Se non sapete chi è Pino D’Angiò vi aiutiamo noi di MOW: “Ma quale idea” e Flaminio Mafia. Lui è l’originale, lui è la discomusic italiana degli Anni ’80, vivo e vegeto. Riusciamo a vedere il live di Sean Kuti, il figlio di Fela Kuti e confermiamo validità del detto “la mela non casca lontano dall’albero”. Come dicono a Roma “gnè se po’ dì niente”: tenuta del palco, ritmo e groove ce l’ha nel sangue, nel vero senso della parola. Approfittiamo della pioggia per andare a letto presto e ricaricare le batterie.
Sabato il Festival raggiunge il suo apice con sua maestà Jeff Mills che porta quello che forse è il suo progetto più ambizioso: Tomorrow Comes The Harvest, nel quale il jazz incontra la techno che incontra la tribal, che incontra la house che incontra la dubstep eccetera eccetera…e noi ci incontriamo sempre tutti quanti allo stand di Amaro Averna sponsor ufficiale del festival dove ci offrono un nuovo cocktail: l’Amaro Mule, che è tipo un moscow mule che però incontra l’Amaro Averna, che incontra il Ginger Beer che incontra il Calippo Fizz alla Coca Cola che prendavate in spiaggia da bambini…insomma nessuno di noi si aspettava che fosse così buono. Dopo 18 giri di Amaro Mule (bevete responsabilmente) e 16 bis di Jeff Mills (che ci sembra sia piaciuto a tutti dato che è entrato e uscito venti volte), ci spostiamo a San Leone. Sulla spiaggia, Bruno Bellissimo che parte con un po’ di italo-disco ma poi sforna un dj set molto elettronico e ballabile che ci costringe con piacere a fare mattina. Chi non si era bevuto 18 Averna Mule [bevi responsabilmente] è riuscito a presentarsi alle 5:30 tra la Via Sacra e il Tempio della Concordia per vedere l’opera Al passo coi templi . Noi di MOW - soprattutto per il bene del giornalismo italiano - siamo andati a letto. Domenica mattina troviamo Mulatu Astatke che dorme sui divanetti della hall. Dario ci rassicura che gli è stata data una bella suite, ma lui passerà lì tutto il giorno. Non sappiamo a fare cosa, non sappiamo perché, forse a salutare tutti quelli che entravano. Questa sua deriva deve avergli fatto bene perché alla sera lo vediamo dopo Shai Maestro (ISR/USA) e possiamo certamente dire “Lunga Vita al Jazz Etiope!”. Decidiamo che abbiamo visto veramente tutto. È arrivato il momento di andare via. Grazie Agrigento. Grazie Festivalle. Grazie MOW. FestiValle si conferma come uno dei “boutique” festival più interessanti in Italia e in Europa. In eventi come questo la musica diventa un aggregatore che è in grado di connettere archeologia, territorio, tradizioni e turismo. Per noi di MOW è già nella storia.