Nanni Moretti in Io sono un autarchico diceva: “Secondo me ci sono due tipi di film di questo genere, da una parte c’è il cinema erotico che ha una sua ragion d’essere che può interessare e dall’altra c’è il cinema pornografico pura e semplice pornografia. Saranno due anni che non vado a vedere un film importante di cui si parla in giro. Se c’è qualche ambizione d’autore, d’artista, il regista dice ‘si in questo film ci sono qui ci sono i nudi però questa è arte eh non è pornografia’. Ma io non ci vado assolutamente. Che cos’è questa cretinata del nudo artistico?”. In televisione, al cinema e soprattutto nelle piattaforme di streaming, si è incominciato a far vedere tanto sesso più o meno dopo il fenomeno mondiale di Cinquanta sfumature di grigio, che deve aver ispirato non pochi sceneggiatori e creators. Oggi, ci sono serie che spiegano la sessualità (come Sex Education o Sexify), alcune che parlano dei rapporti extraconiugali in maniera sexy e pure giocosa (El juego de las llaves) e altre ancora che sembrano aver preso spunto dal mondo dei bestseller rosa (Sex/Life, Oscuro Desiderio). Poi ci sono tutti quei prodotti che invece preferiscono ricorrere a una soluzione ibrida, del vedo non vedo, quella del softporn, cioè la descrizione di scene di rapporti sessuali non in modo molto dettagliato, per arricchire la narrazione rendendola un po’ piccante, o più semplicemente per togliersi dalle scatole un buco di trama. Spesso, infatti, la scena erotica non è congeniale ai fini narrativi come accade in Normal People, in cui le sequenze sono state studiate a tavolino dalla coordinatrice dell'intimità (sì, l’addetta alle scene osé si chiama proprio così), ma viene inserita a casaccio per mascherare una incongruenza narrativa o semplicemente per rattoppare una svista madornale.
Diciamo che mettere sesso di qua e di là sta diventando un trend, perché in questo modo si dà il contentino agli spettatori, distraendoli, facendogli vedere che i personaggi qualcosa fanno. Sesso appunto, e basta. Parafrasando le parole di Carolina Crescentini in un’intervista rilasciata a Belve, il programma della Fagnani: “Esistono scene erotiche che sono necessarie a livello drammaturgico, ma il più delle volte non servono ad un bel niente. È proprio come si diceva in Boris, che famo? Famoli sco***e”. L’attrice, nello specifico, si riferiva a un episodio di Mare fuori della seconda stagione, in cui lei e il commissario ci danno dentro (in maniera no sense) dopo esseri fatti scappare dei latitanti. Ma il di-scorso andrebbe esteso a diversi prodotti che stanno uscendo negli ultimi anni. Pensiamo al Trono di Spade dove, a farla breve, tutti l’hanno fatto con tutti. O a Bridgerton (stagione 1) e alla carrellata di rapide sequenze hot. Dopo la prima volta del duca di Hastings e Daphne, gli sceneggiatori ci hanno preso gusto a mettere nella puntata successiva scene un po’ inutili e forzate a detta degli stessi attori, a tal punto da aver fatto imbarazzare la famiglia di Regé-Jean Page, di certo non abituata a vedere il proprio figlio praticare sesso orale (stando all’Hollywood Reporter questi momenti bollenti rientrerebbero addirittura nei motivi dell’addio alla serie da parte dell’attore inglese). Allo spettatore non colpisce tanto l’erotismo esplicito della serie quanto il fatto che non serva a nulla, perché tanto la morale in questa favola britannica è sempre e soltanto una: “Vissero felici e contenti”.
Ma quindi questi minuti lascivi a che servono? A spingere molto con l’acceleratore, forse. I produttori di After, nell’attesissimo sequel del film hanno inserito così tanto sesso che non si capisce più dove sia la trama, se c’era e da che parte sia finita. Stesso discorso vale per Elite 4, divenuto un bordello, basta vedere solo “il party degli asciugamani” del secondo episodio per capire che questa stagione ha approfondito poco i personaggi e troppo quello che succede sotto le coperte. Ma il punto è: forse siamo noi ad avere il bisogno costante di essere eccitati? È questo che ci piace vedere in una serie tv o in un film? Può darsi, certo è che in una società in cui nessuno fa più sesso, vorremmo che la vita noiosa che conduciamo venisse - anche solo per qualche minuto e dietro uno schermo - stravolta. Come dicevano in Amici di Letto: “Perché non fanno mai un film su quello che succede dopo il grande bacio?”, “Lo fanno: si chiama porno”. Ecco, forse ci siamo stufati di vedere questi brevi filmati di corpi perfetti che fanno cose zozze e basta, abbiamo bisogno di pensare che quello che vediamo sia vero, autentico e possibile, esattamente come nella vita reale. Assomigliamo alla protagonista di Sex/Life: siamo annoiati, stanchi della monotona quotidianità e come lei speriamo di conoscere un belloccio/a che modifichi i nostri piani. E se questo non succede, c’è sempre una serie tv o un film che ce lo fa vedere.