Esiste una avversione verso l'autorità, indipendente dalle ragioni storiche, sociali, politiche e culturali che quest'ultima hanno determinato, come anche da qualsivoglia criterio analitico. Una smodata, insofferente avversione, conseguenza diretta di quell'esercizio, ormai ultradecennale, basato sulla spettacolarizzazione esasperata del quotidiano. Nulla è più soddisfacente delle propria quattro mura domestiche, nulla è più supremo del tanfo che emana il proprio divano intriso di famiglia (da esporre), nulla è più rasserenante di una passiva immobilità nell'idea che il tanfo, il proprio olezzo asfissiante, possa abbracciare tutto e tutti, senza distinzione. Tale percezione autorizza in Gianni Mesopotamia - evito nomi banali tipo Mario Rossi nel tentativo di rendere in modo rasserenante l'ipotetico soggetto una "perzona speciale" in partenza, specie sul piano anagrafico - la convinzione, volgarmente, d'essere un vincente. Uno che "ce l'ha fatta" comunque perchè respira - "traguardo" già preteso dalle strutture linguistiche riconducibili alla colonizzazione capitalistica postbellica (che vedrebbero il proprio fondamento nella "ricerca della felicità"), sfociata in società dei consumi e relativa omologazione di Pasoliniana memoria... O, più propriamente, d'essere anch'egli una voce autorevole nel pieno della ragione. Da consumatore a consumato dalla ragion comune, dal senso, dalla morale e dall'immaginario comunitariamente condivisi. Questo stato di cose stronca in partenza ogni possibilità di meraviglia. Così come questo Papa ha svilito il mistero della fede a marketing della pucchiacca e della pentola buona. Rancore e frustrazione borghesi sedimentate per anni sono state in grado attraverso questa avversione di uccidere definitivamente il divino, ogni forma Epica, religiosa e rituale, figurarsi poi declinazioni artistiche che potessero rappresentare un'eccezione nel manifestare una visione e un'estetica che non avesse come sfondo unico, appunto, il quotidiano e il tanfo domestico di cui sopra. O viandante sporco, qui non è più possibile alcuna catarsi. Ogni altrove è soffocato. Così anni di social-automatismo hanno informato e deformato la coscienza. E noto in prima persona che in occasione delle repliche di Fauno, aumenta sempre più il numero di paganti facinorosi pronti a eccellere in protagonismo, forti della convinzione che ciò che si proietta in scena possa essere affar loro, o peggio, una propria esclusiva visione. Cosicché, mai mi era capitato negli anni precedenti, prima dell'apertura del sipario sentire in platea persone prodursi in una imitazione esasperata dei "versacci". Partecipazione che prosegue nel corso dello spettacolo e che gradisco parecchio perche mi dà modo di fluidificare il gioco al massacro.
Credo che Morgan in occasione del personale, e immagino poetico, omaggio a Battiato si sia scontrato proprio con queste dinamiche. Da artista con i piedi nel Novecento e la faccia nell'andazzo contemporaneo, da essere puro, appassionato, che rema costantemente contro il proprio interesse, non abbia saputo fare altro che rispondere a quei "protagonisti" così come avrebbe potuto fare Endrigo in un club di merda nella seconda metà degli anni '60. Ma qui la Storia è finita. E siamo nel 2023... Forse... Temo che questa sua onesta, sana e profondamente motivata vocazione cristologica, possa col tempo distruggerlo. Ricordo che Celentano è stato salvato in tempi poco sospetti solo dalla sua autoironia e da una fede verso l'impossibile. Il problema rimane sempre il mondo come volontà e rappresentazione. Potrebbe relazionarsi a un pubblico rigorosamente agreste, privo di scolarizzazione minima e sovrastrutture borghesi (ammesso da qualche parte del mondo ancora ci sia) nessuno si preoccuperebbe di interromperlo, così come hanno fatto quelle persone, forti del proprio "impegno" e depositarie di chissà quale dottrina e senso di giustizia. Probabilmente gli stessi che avrebbero lanciato le monetine a un Craxi additandolo come capro espiatorio dei propri fallimenti. Già li vedo aspettare l'uscita del prossimo Cristo da un tribunale per avere la "suddisfazione tutta particulare" di urlargli "Mostro!"... Credo che stiano mettendo a punto processi tutti nuovi solo per dare a loro la possibilità di questo urlo... Dove non arriva il tifo calcistico arriva la giustizia. Aspettiamoci anche definizioni di nuovi reati... Nessuno di questi avrebbe le palle di lanciare una carcassa in scena come nell'avanspettacolo di intonazione più Felliniana. Tutto continua a non risolversi un un urlo strozzato dal tempo. Non vuole essere un discorso morale ma solo un modo, forse presuntuoso, di credere di controllare la chimica casuale delle cose nel coglierne le dinamiche. Altra possibilità per Morgan, da residuo dell'umanesimo, e assodato che questa società potrebbe crocifiggerlo, sarebbe sparire elegantemente come ha fatto la divina Carmen Villani, senza clamore, in punta di piedi... La festa era finita, e lei lo ha capito... Ma adesso mi sono scocciato di scrivere il pezzo che ho promesso a MOW... Dedico a Morgan It's Impossible, brano portato al successo da Perry Como, proprio nella versione di Carmen Villani. Fin quando riusciremo a perderci in queste sospensioni liriche, potremmo continuare a meravigliarci, pur in un deserto... Ciao Marco. Scusa se mi sono occupato di fatti fondamentalmente non miei. Mi è stato chiesto. Alla fine del pezzo postate questo link e una bestemmia a piacere: