image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Culture

Perché, tolto l'insulto
omofobo di cui si è scusato,
Morgan ha ragione

  • di Emiliano Raffo Emiliano Raffo

28 agosto 2023

Perché, tolto l'insulto omofobo di cui si è scusato, Morgan ha ragione
“Sei fuori tema!”, gli urlano, pretendendo altri pezzi di Battiato. E lui sbrocca. Il fatto è che però, al di là della pesantezza dell’insulto ormai virale di cui si è macchiato, Morgan non ha tutti i torti. Anzi. Perché ormai il pubblico ha perso di vista sia il ruolo dell’artista che della propria – personalissima – idea di “gradimento”. Con un gradimento che per l’artista si sta trasformando in un obbligo a cui obbedire, alla faccia della libertà artistica che dovrebbe caratterizzare soprattutto la dimensione live. C’è gente che non sa più distinguere ciò che ascolta perché l’unico criterio per “giudicare” è un’istantanea (e instagrammabile) realizzazione dei propri desideri

di Emiliano Raffo Emiliano Raffo

Togliamo di mezzo il “froc*o di mer*a” e abbandoniamo “il modus”, per un attimo. Continuare a congetturare – neanche fossimo al doposcuola, a commentare il fattaccio accaduto durante le precedenti cinque ore – sul modo con cui Morgan si è rivolto al pubblico, non permette di confrontarci con ciò che effettivamente ha detto. Con il benedetto contenuto. In pillole, ma tanto lo sapete: l’altra sera, durante il Festival della bellezza di Selinunte, Morgan ha perso le staffe e insultato pesantemente “quei due stupidi” (e qui non aveva ancora deragliato) che lo hanno provocato durante il concerto. A scatenare la rabbia, uno spettatore che gli ha gridato: “Sei fuori tema!”, invitandolo a tornare ad interpretare le canzoni di Franco Battiato. E Morgan: “Non sono un personaggio, andate a vedere Marracash, andare a vedere Fedez!”.

Morgan
Morgan

La serata era appunto dedicata a Battiato, ma Morgan – a cui si può dire (quasi) di tutto, ma non che non abbia un’idea dell’arte e del ruolo dell’artista nel mondo – non ha snocciolato, uno dopo l’altro, i greatest hits del maestro siciliano, preferendo intraprendere un percorso diverso, più articolato. Tuttavia, al momento dello scontro, Morgan aveva già eseguito quattro pezzi di Battiato. Niente da fare, tra il pubblico qualcuno si sente comunque tradito e scatta la rampogna. Ecco quindi che, un po’ alla Joe Strummer ai tempi di uno storico concerto all’Astoria di Londra insieme ai Mescaleros – siamo nell’ottobre 1999 –, in cui il buon Joe scese sotto il palco per affrontare chi continuava a pretendere solo canzoni dei Clash, Morgan ferma la giostra e scatta di brutto. Su TikTok il video spopola. Guardatelo di nuovo, se serve. Vi dà fastidio l’eccessiva foga? Il turpiloquio? Vi infastidisce il suo artistico egocentrismo? Mi spiace, ma questo non toglie che Morgan avesse ragione. E il motivo è semplice: Morgan, artista – e che per questo può ovviamente piacere o non piacere – non ci sta all’idea di consegnarsi, per forza, ai desideri del pubblico. Non ci sta all’idea che – anche nel contesto live di una piazza o di un teatro, anche quando l’esecutore della musica lo hai davanti agli occhi, in carne ed ossa – la musica debba sempre, innanzitutto, “compiacere”, intercettando alla svelta il minimo comune denominatore che la protegga da eventuali mugugni. E no. Tu, pubblico, paghi il biglietto per assistere a qualcosa, non per partecipare a una riunione di condominio. Se Morgan non ti convince, a fine spettacolo puoi fischiarlo, ma prima lo fai cantare, esibire, esprimere.

Morgan
Morgan

Dopodiché, “impressionabili dell’internet”, state sereni: cose simili sono già ampiamente successe in passato, quando non c’erano gli smartphone a documentare le vite in diretta. In Inghilterra li chiamano hecklers e spesso hanno gioco facile con i comici che fanno stand-up perché, in genere, il comico parla senza una musica sotto e quindi la voce degli hecklers trova ampi spazi dove inserirsi per colpire. Più ardua, la conflittuale pratica dell’heckling, quando sul palco c’è qualcuno che spara watt a ripetizione. E infatti ai concerti rock a volte volano bottigliette, oggetti di vario tipo. Strummer, a Londra, scese dal palco e col provocatore si prese a pugni. Punk-style. Più o meno come ha fatto Morgan, che non ha preso a pugni nessuno perché è mingherlino, forse, ma che ha urlato: “Non avete la sensibilità per capire la musica, cazzo venite qui a fare?”. Vero, mai come oggi, anno 2023, le alternative live, in Italia, non mancano. Di gente che esegue Battiato, per dire, ce n’è in giro uno stormo. E poi, davanti a uno che gli dà dello Sgarbi: “Tutte le persone che sono contrarie all’idiozia sembrano Sgarbi. E così tutte le persone che si fanno il culo per proteggere le cose che voi ora state guardando. Perché questo fa Sgarbi, ringraziatelo”. Di nuovo vero. Solo che Morgan si scontra con un mondo in cui l’unica unità di misura è “l’istantaneo e instagrammabile gradimento”. Nulla che debba farti pensare, magari dopo, a fine serata, una volta rincasato. Nulla che possa farti meditare, possa lentamente “montare” dentro di te, ascoltatore, come un’ipotesi non preventivata. No, “c’ho voglia di ascoltarmi le canzoni di Battiato e allora vado da Morgan”. Bene, benissimo, ma “a patto che Morgan mi accontenti, accontenti proprio me, con i tempi miei, interpretando il mio sentire (e quello di tutti gli altri, allora?), altrimenti la serata è sprecata e lui è, inevitabilmente, fuori tema”.

“Avete avuto troppo, perle ai porci”. Di nuovo vero. “Vai a casa tua, ché non te lo meriti lo spettacolo d’arte”. Ripetiamo: Morgan avrebbe potuto usare parole diverse, ma alla fine il concetto sarebbe stato identico. Un concetto che è una verità evidentemente difficile da digerire: ogni tanto bisogna anche solo “ascoltare”, non per forza “partecipare”. Davanti a “uno spettacolo d’arte”, l’attività (ossia: ascolto, provo a sintonizzarmi con chi sta sul palco) somiglia a una forma di passività, ma non la è. Viceversa, la voglia di intervenire, di giudicare in diretta come se davanti non avessi un musicista, ma un post di Facebook, è invece atteggiamento da Neanderthal sotto mentite spoglie. Morgan merita di meglio. La musica e l’arte, in genere, meritano di meglio. Per la cronaca, il concerto – catapultato all’onore delle cronache per via dello “sbrocco di Morgan” – si è poi concluso con altri due brani di Franco Battiato.

More

Morgan e l’insulto omofobo al pubblico: “Froc*o di mer*a”. Come reagiranno Rai e X Factor? [VIDEO]

di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

stramorgan colpisce ancora

Morgan e l’insulto omofobo al pubblico: “Froc*o di mer*a”. Come reagiranno Rai e X Factor? [VIDEO]

Destrieri: “Nessuno tocchi Battiato. Il testamento? La firma non è quella di Franco, ma è giusto così”

di Emiliano Raffo Emiliano Raffo

Parla l'amico

Destrieri: “Nessuno tocchi Battiato. Il testamento? La firma non è quella di Franco, ma è giusto così”

Sgarbi: “Vannacci? La Meloni la pensa come lui”. Sui prezzi folli delle vacanze rispetto all’Albania: “Li mando a caga*e”. E sul Premio Strega…

di Giulia Sorrentino Giulia Sorrentino

Sgarbeide

Sgarbi: “Vannacci? La Meloni la pensa come lui”. Sui prezzi folli delle vacanze rispetto all’Albania: “Li mando a caga*e”. E sul Premio Strega…

Tag

  • Culture

Top Stories

  • FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…

    di Riccardo Canaletti

    FIGLIETTISMO D’ARTE: Ma vi sembra normale che al Teatro San Carlo di Napoli il figlio della Direttrice generale Emmanuela Spedaliere sia stato assunto come Direttore artistico delle Officine San Carlo? E ora gli prolungano il contratto fino a…
  • Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere

    di Riccardo Canaletti

    Abbiamo letto “Il giorno dell’ape” di Paul Murray, che ha vinto il Premio Strega Europeo: ma davvero è “il più bel libro dell’anno” (cit. Bret Easton Ellis)? Spoiler, no. Ecco due romanzi usciti quasi in contemporanea che dovreste leggere
  • Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…

    di Aldo Nove

    Perché dimenticate Garbo, il più grande poeta in musica? Altro che De André, Guccini, De Gregori e Vecchioni, riascoltate la sua discografia che porta oltre le Colonne d’Ercole del già sentito…
  • ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...

    di Riccardo Canaletti

    ⁠⁠Se avete amato Joel Dicker e Stephen King amerete questo bestseller: abbiamo letto “Kala” di Colin Walsh (Fazi), ma com’è? Un giallo page-turner che ha tutto: l’adolescenza, l’amore, l’invidia. E una ragazza scomparsa...
  • Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."

    di Alberto Bertoli

    Abbiamo fatto ascoltare "Tutto", il disco di Eugenio Finardi, ad Alberto Bertoli. Il risultato? "Ma non si era stufato? Tra canzoni blockchain, amori sconfinati e fisica quantistica, meno male che ci aveva raccontato una bugia..."
  • Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

    di Aldo Nove

    Abbiamo fatto ascoltare Libertà negli occhi, il disco di Niccolò Fabi, al poeta Aldo Nove. Il risultato? "Capolavoro di saudade e sguardo a un presente che sfugge. Costringete Tony Effe a sentirlo per una settimana…”

di Emiliano Raffo Emiliano Raffo

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Se volete fare i fighi citate Franz Rogowski e non Timothée Chalamet: un attore unico al cinema con Passages

di Domenico Agrizzi

Se volete fare i fighi citate Franz Rogowski e non Timothée Chalamet: un attore unico al cinema con Passages
Next Next

Se volete fare i fighi citate Franz Rogowski e non Timothée...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy