Antimicrobica, antivirale, antitrombotica, antiossidante. Praticamente una manna divina per il nostro sistema immunitario, eppure ci siamo accorti della sua esistenza e dei suoi benefici da poco più di un anno. Sì, perché la sua crescente fama risiede nel fatto che secondo molti studi clinici (uno di questi è stato pubblicato lo scorso settembre sul “Journal of Clinical Medicine”) un grammo di lattoferrina al giorno aiuterebbe perfino a rimettersi in sesto durante l’infezione da SARS-CoV (non importa quale variante, tanto abbiamo capito che si sta da cani con tutte quante). Ma cos’ha di così speciale questa proteina in grado di rafforzare il nostro organismo? Scopriamo di più sulla sua struttura e la sua funzione nella lotta contro virus e batteri.
Cos'è e dov'è la lattoferrina?
Partiamo con qualche tecnicismo di base: la lattoferrina è una proteina, più precisamente una “glicoproteina”, appartenente alla famiglia delle transferrine, cioè tutte quelle molecole proteiche che legano e trasportano il ferro. Si trova in ogni mammifero, in particolare nel latte materno (in quello umano se ne trovano più o meno due grammi al litro, in quello vaccino in quantità nettamente maggiori), nelle lacrime, nella saliva e nelle secrezioni nasali. Non esistono altri alimenti, in natura, che la contengano, perciò la si assume normalmente attraverso gli integratori alimentari. La sua presenza nel latte materno spiega come questa proteina sia fondamentale per i mammiferi fin dai primi giorni di vita, in cui il sistema immunitario è ancora immaturo ed incapace di difendere il neonato.
Come agisce a nostro favore?
Partiamo col dire che i neonati, come precedentemente spiegato, ne traggono maggior beneficio. La lattoferrina (con cui si arricchisce anche il latte artificiale) impedisce la proliferazione di batteri dannosi come l’Escherichia Coli, la Candida Albicans e lo Staphylococcus Albus all’interno dell’organismo. La sua funzione antimicrobica dunque proteggerebbe i neonati da molteplici infezioni, da quelle che colpiscono il tratto intestinale, fino alla tosse, la rinorrea ed altre problematiche del tratto respiratorio. In che modo? Questa proteina si lega al ferro, un elemento che molti batteri richiedono per poter proliferare. La sua sottrazione dall’ambiente ridurrebbe, così, il rischio di una replicazione cellulare. Ma serve anche agli adulti, in particolare alle donne durante la gravidanza (da assumere fino a 200mg), perché la sua capacità di assorbire il ferro presenterebbe un profilo di tollerabilità maggiore rispetto ad altri integratori a base di ferro. Per non parlare di chi soffre di anemia: la lattoferrina bovina è in grado ai aumentare i livelli di emoglobina nel sangue, ed è efficace quanto il solfato ferroso, ma con meno effetti collaterali sull’intestino. Inoltre, l’efficacia della lattoferrina è da menzionare anche nel trattamento di lesioni cutanee come acne o ulcere.
Ok, ma il Covid?
Arriviamo ora al punto saliente. Recenti studi hanno confermato che la lattoferrina negli adulti, oltre a proteggere l’intestino da batteri che abbiamo già citato come Escherichia Coli e Salmonella, ridurrebbe la gravità e la durata del raffreddore e dell’influenza del 60%. Nei confronti dei virus, infatti, la lattoferrina svolge un meccanismo d’azione che la lega alle stesse membrane che i virus utilizzano per penetrare nel nostro organismo, svolgendo un’attività di distruzione dell’RNA (il materiale genetico usato da alcuni virus, tra cui il Coronavirus). In parole povere la lattoferrina sarebbe in grado di inibire, almeno durante le fasi iniziali, l’ingresso del virus nel nostro corpo, legandosi alle celeberrime proteine spike. Subito dopo il risultato positivo del tampone e fino alla negativizzazione, un trattamento a baso di 1g di lattoferrina al giorno potrebbe essere una strategia vincente - senza dimenticare ovviamente di ricorrere ad altri farmaci specifici per combattere l’infezione.
La lattoferrina è una proteina preziosa e, se aggiunta nel giusto dosaggio e per un tempo ragionevole, è praticamente priva di effetti collaterali. Pur non essendo un farmaco, la sua assunzione giornaliera deve essere controllata e suggerita da un medico, non dovrebbe superare i 200mg, ed è bene non prolungare eccessivamente il trattamento. È disponibile nelle più svariate forme farmaceutiche, come ad esempio spray, gocce e compresse. E a quanto pare, è utilissima anche per conservare il manzo