Viviamo una distopia. Qui e ora, in realtà da qualche annetto, chiunque professa massima attenzione riguardo alla salute mentale altrui, battendosi il petto sui social. Intanto, oltre tre milioni di persone considerano gli attacchi di panico di una 23enne come normale intrattenimento da prime time in famiglia. Il Serale di Amici è ripartito sabato 23 marzo all'insegna dell'ansia. L'aspirante cantante Lil Jolie, a rischio eliminazione da inizio puntata, ha trascorso tre ore di evidente agonia, con gli occhioni sgranati e il fiato cortissimo. "Non riesco a respirare", ha ripetuto la giovane casertana a Maria De Filippi che, sempre attenta ai propri pupilli, le ha tentate tutte per calmarla. Ma non c'è stato niente da fare. La nostra, con ogni evidenza in quei momenti avulsa dalla realtà, non risultava in grado di distinguere la differenza tra la possibile fine dell'esperienza nel talent e quella della sua stessa vita. Posto che stare a guardare lo svolgersi di cotanto crollo nervoso sia stato una morbosa via crucis anche per i telespettatori tutti, il punto è come la trasmissione (registrata) abbia deciso di puntarci, di indulgere sul viso terrorizzato della concorrente, di dargli ampio spazio in primissimo piano, di farlo durare mediaticamente il più possibile. Ed ecco nascere l'impressione che all'interno di questo racconto tv ci sia qualche nota stonata, dissonante assai. Tra l'altro, Lil Jolie non è la prima a perdere il controllo. Solo pochi giorni fa, il collega Holden, figlio del compagno di Laura Pausini, aveva abbandonato la scuola gridando "Pezzi di merda!" e sbattendo la porta. Rientrato all'olive con sommesse scuse, è stato riaccolto senza troppi rimbrotti. Anzi. Mentre in molti si sperticano, preoccupatissimi, per l'instabilità di questi giovani "artisti", una semplice domanda: da quando fare il concorrente di Amici è il "lavoro" più stressante del mondo?
Partiamo da un assioma fondamentale: lavorare stanca. Ognuno di noi. Più o meno in egual misura. Poi c'è l'arte, il mestiere dell'arte. Ben lungi dall'essere leggero, non siamo certo così ingenuotti, non possiamo che mettere in luce una evidenza: non fa per tutti. Ci sono fior di autori che rifuggono dalla performance live perché, per indole, preferirebbero farsi brillare. Come performer che, invece, non vedono l'ora di spaccare tutto sul palco, senza la minima esitazione, a loro viene naturale. E, infatti, si tratta di un dono. Puoi lavorarci sopra ma, in buona sostanza, in alcuni casi se non ci nasci, non puoi pretendere di sviluppare la spavalderia necessaria alla presenza scenica. E qui veniamo alla 23enne Lil Jolie. Bella voce, viso che buca lo schermo (anche se lei non si ritiene un granché) è dentro la scuola di Amici da settembre scorso e, inizialmente, pareva essere stata "scelta" come il cavallo su cui puntare addirittura per la vittoria finale. Brava e buffa (aveva l'abitudine, per esempio, di andare a registrare in ciabatte), tutti gli occhi erano su di lei. Questo fino a che non si è reso evidente che la ragazza cotanta attenzione non riuscisse proprio a reggerla.
Tutta un pianto, riufiutava, con le lacrime agli occhi, di tagliare i capelli perché voleva che continuassero a coprirle il più possibile il viso, ha singhiozzato per una settimana l'unica volta in cui si è trovata ad affrontare una sfida che, nel corso degli appuntamenti pomeridiani domenicali, avrebbe potuto eliminarla dal talent. Peccato che Amici sia proprio un programma basato sulle sfide, le eliminazioni flash, in un attimo puoi perdere "tutto" perché così stabilisce il regolamento da oltre 20 anni a questa parte. Un tritacarne, certo. Un livello di tensione che può essere "troppo" da gestire per una giovane alle prime armi che sa soltanto di avere il sogno della musica. Mentre il focus della trasmissione si è spostato su altri allievi, perfino l'insegnante della ragazza, Rudy Zerbi, sembrava non aver intenzione di portarla al Serale, prendeva tempo. E faceva bene: Lil Jolie non era e non è pronta per essere sbattuta nella prima serata di Canale 5. Infatti, alla prima difficoltà è crollata. Crollo che poteva essere ampiamente previsto e, quindi, evitato. Se della sua "salute mentale" interessasse davvero qualcosa a qualcuno.
In buona sostanza, ogni anno ad Amici arrivano giovani dilettanti che vorrebbero diventare ballerini o cantanti. Il talento, però, non basta. C'è bisogno anche di pervicacia, di faccia tosta, di tutta una serie di requisiti che se non sei riuscito a maturare in cinque mesi di esposizione mediatica, difficilmente potrai tirar fuori dal cilindro al momento del Serale. C'è chi, quando e se criticato dagli insegnanti, li dissa scrivendo barre ad hoc. E chi, invece, muore dentro anche solo all'idea di ricevere un appunto in tv. Nessuno dei due è "sbagliato". Semplicemente, se la tensione di un lavoro che non hai ancora cominciato a fare ti stressa al punto da levarti il respiro, forse quel mestiere non fa per te. Ce ne sono tanti altri, nello stesso ambito, non è una tragedia. Nessuno sta dicendo che dovresti darti all'ippica. Solo, tutelarti. Perché non è detto che, specie nel contesto di Amici, troverai qualcuno disposto a farti da paracadute. Anzi, c'è il rischio sensibile che la tua fragilità venga cannibalizzata a favor di camera, data in pasto a tre milioni di persone, addeti ai lavori compresi, a cui apparirà evidente una cosa soltanto: non ci sei tagliata, non reggi. E, val la pena ribadirlo, nemmeno hai iniziato a lavorare "sul serio". Magari nel giro di un paio d'anni la talentuosa Lil Jolie avrebbe maturato una maggior sicurezza in se stessa, finendo per partecipare e vincere il talent senza se e senza ma. Questo, però, non lo sapremo mai. Perché è stato deciso di sacrificarla, così emotivamente spaurita, all'altare dell'Audience. Bella roba.
E adesso passiamo a Holden. Già disco d'oro, tra i favoriti fin dalle fasi iniziali del talent, il ragazzo alla vigilia del Serale ha dato letteralmente di matto. Non si è presentato alle prove perché non aveva avuto "il tempo di pranzare", essendo rimasto in studio per lavorare su altre cose. Quando l'insegnante Rudy Zerbi gli ha chiesto conto del forfait, il piccolo principe ha fatto il diavolo a quattro lamentando l'eccessiva pressione, la problematica di aver dovuto spostare la psicologa alle 21 per la troppa mole di impegni e dopo essere stato, a detta sua, "un'ora chiuso in bagno in preda a un attacco di panico per tutto questo, ha preso la porta gridando "Pezzi di merda!" per i corridoi della scuola. Non è la prima volta che un talentino di Amici "sbrocca" e poi rinsavisce, rientrando all'ovile come nel suo caso. Ma la domanda rimane: da quando fare il concorrente di Amici è il "lavoro" più stressante del mondo?
Immaginate di mandare a fanculo il vostro capo di fronte ai colleghi, dandogli pure del "pezzo di merda" mentre prendete la porta e di ripresentarvi in ufficio il giorno dopo, come nulla fosse. Giusto mormorando un rapido "scusa" e via, si riparte. Già la possibilità che questo possa capitare rende evidente che fare il concorrente di Amici non possa essere il lavoro più stressante del mondo. E poi il talent è una scuola: non insegna solo l'intonazione (e/o l'autotune) ma lascia assaporare un assaggio dei ritmi che, nel caso andasse proprio bene, un talentino dovrà sostenere nel suo futuro da popstar. Anche quelli non fanno per tutti. E, lo ribadiamo, se ancora non hai iniziato davvero e già ti chiudi al cesso in preda al panico le cose sono due: sei molto viziato, oppure urge che cambi strada perché questo mestiere dei tuoi sogni che dici di avere nel cuore, non si sposa con come sei fatto, non è salutare per te.
L'assurdo, infine, è assistere a cotanti crolli nervosi per un programma dove lo spazio per le esibizioni dei concorrenti è stato, oramai da anni, quasi azzerato. In favore di risse tra Professori, sketch con la giuria, balli dei professionisti, clownerie varie. Per capirci, nella prima puntata, mentre due concorrenti aspettavano già da ore il verdetto sul proprio destino, è comparso in studio Giobbe Covatta travestito da Dio per una decina di minuti di imbarazzante siparietto che voleva essere una sorta di parodia della Genesi. Con Iacchetti e Ferrini in tutina nude look nei ruoli di Adamo ed Eva. Ad Amici, qualsiasi cosa, pure la più invereconda e insensata riesce ad avere la meglio sul talento dei ragazzi in gara. Ragazzi in gara che, oramai da 20 anni e passa, difficilmente diventano famosi davvero per più di qualche settimana e/o mese. Ci sono le eccezioni, certo, ma la regola è l'oblio. E come possano gli allievi non esserne al corrente è mistero fitto. Non hanno la tv? Vengono creati in laboratorio e piazzati tra i banchi della scuola a settembre senza sapere nulla dello storico del programma? Chissà. Resta il fatto che milioni di noi, oggi, sono portati a esprimere grandissima empatia e solidarietà verso questi poveri artisti giovanissimi che non reggono la pressione dello showbiz. Eh, son problemi. Specie mentre la maggior parte di questi pietisti dell'ultima ora sta personalmente in burn-out lavorativo da una vita, ma Lil Jolie, poverina, chissà come soffre! Alla fine, l'invito è sempre il medesimo: più realtà, anche fosse brutale, meno reality. Cerchiamo di non sciropparci proprio ogni narrazione posticcia, per cortesia. Tanto chi orgolioso e canta, comunque, lo farà in ogni caso. Nella peggiore delle ipotesi, lo ritroveremo a tempo debito a The Voice Senior, mentre racconta di quella volta in cui era stato quasi famoso, tanti anni fa. Amen.